Sicurezza, il sindaco Domenici: "Le proposte di Amato concordate con i Comuni siano approvate nel prossimo consiglio dei ministri"

"Vorrei che le misure del cosiddetto ‘pacchetto sicurezza' presentate ieri dal ministro Amato, frutto di un lavoro comune di diversi mesi fra Anci e ministero dell'Interno, venissero approvate integralmente nel prossimo consiglio dei ministri. Sono profondamente convinto che in quei provvedimenti non ci sia alcuna lesione dei diritti costituzionali, ma uno sforzo per tutelare proprio i più deboli. Anche riguardo l'inasprimento delle pene, per esempio per lo sfruttamento dei minori, si può discutere sul quanto: ma non sul principio". E' quanto ha detto oggi il sindaco di Firenze e presidente dell'Anci Leonardo Domenici, nel suo intervento all'Assemblea generale delle Province italiane che si è chiusa al Palacongressi. "E poi basta con i sindaci sceriffi, nessuno vuole fare lo sceriffo – ha continuato Domenici – Perché il tema della sicurezza, in un paese che cambia e si trasforma come il nostro, è molto diverso solo rispetto a 8 o 10 anni fa. Nessuno pensa che sia compito di un sindaco occuparsi di ordine pubblico o dei diritti fondamentali regolati dalla Carta Costituzionale. Una cosa è l'ordine pubblico, un'altra è la sicurezza urbana. Ma non vedo come la modifica dell'articolo 54 del Testo unico sugli enti locali, che permette ai sindaci di prendere provvedimenti contingibili e urgenti in materia di sicurezza e decoro urbani, di concerto con i prefetti, possa ledere di diritti dei cittadini e trasformare i sindaci in sceriffi. Qui si tratta invece di applicare il principio di leale collaborazione fra le istituzioni; e anche laddove ci possa essere una sovrapposizione, questo deve portare non ad un conflitto, ma a collaborare. E se già oggi i sindaci e i presidenti di provincia siedono nel Comitati per la sicurezza e l'ordine pubblico, è perché si riconosce una interazione in materia di sicurezza, che è tema complesso e scomponibile". Domenici ha poi sottolineato l'impegno dei sindaci in materia di politiche sociali: "Leggo che qualcuno in consiglio dei ministri ha detto che i sindaci vorrebbero più poteri per fare politiche anti-rom. Invito chi lo ha detto a venire a vedere l'altra faccia della sicurezza, ovvero le politiche che da anni i Comuni italiani fanno per l'inclusione sociale, l'integrazione, l'accoglienza. Per la grande maggioranza dei sindaci questa è una grande priorità. E invito i ministri a informarsi meglio su quello che facciamo nelle nostre città".Ma nel suo intervento all'assemblea dell'Upi Domenici ha parlato anche del ruolo di Province e Comuni. "Questa assemblea si svolge in un momento particolarmente critico e delicato per il paese – ha detto il sindaco – Noi come Upi e Anci una scelta l'abbiamo fatta: quella di non essere parte del problema della crisi fra istituzioni, politica e cittadini, ma di essere una componente essenziale per la soluzione di questa crisi. Intanto, credo che si debba fare chiarezza sulla natura reale di questo problema, che non sta certo nella passività dei cittadini: nelle ultime settimane abbiamo visto una straordinaria partecipazione (nelle diverse manifestazioni di piazza, nel referendum sul welfare, nelle primarie del Pd): questo deve darci fiducia. Perché il problema sta invece nell'efficienza delle istituzioni e nella capacità di dare risposte in tempo reale ai problemi del paese. Una democrazia deve saper decidere. E' questo il vero problema"."La scelta di Anci e Upi – ha proseguito Domenici – non è stata facile, dopo anni di campagne di delegittimazione: nelle passate legislature e anche in questa, siamo stati messi più volte sul banco degli imputati per gli sprechi e per i costi della politica. Senza capire che fare questi discorsi verso le istituzioni di prossimità è come segare il ramo dell'albero su cui si è seduti. Siamo stati proprio noi, come Anci, a sviluppare il dibattito sui costi della politica e abbiamo anche fatto proposte concrete, come quella di ridurre il numero dei consiglieri delle assemblee elettive. I problemi che poi sono nati su questa proposta non li abbiamo certo posti noi. E se negli ultimi 10 anni è stata creata grossomodo una nuova provincia all'anno, non lo avete certo deciso voi come Upi…". "La sfida che abbiamo di fronte riguarda tutti, anche le nostre associazioni – ha detto ancora il sindaco – Noi abbiamo bisogno di svolgere al meglio il nostro compito istituzionale. Deve finire il costume che vede Anci e Upi come ‘controparti' del governo. Noi non siamo una controparte sociale od economica, noi siamo parte delle istituzioni e vogliamo che il nostro ruolo sia pienamente riconosciuto. Per questo, vorrei che Anci e Upi avessero un riconoscimento istituzionale, che farebbe definitivamente chiarezza. Senza naturalmente far venire meno il nostro ruolo autonomo e rappresentativo, in una logica di chiarezza, trasparenza e semplificazione, che è quello che chiede e di cui ha bisogno il nostro paese". (ag)