Mostra "Vade retro", Gozzini: "Nessuna censura. Ma superiamo la provocazione e pensiamo ai contenuti che il movimento omosessuale rappresenta"

"Non è un problema di censura. Il patrocinio si concede quando si condividono le ragioni di fondo di un'iniziativa culturale e la mia personale opinione è che la mostra "Arte e omosessualità" rifletta uno stadio necessario ma arretrato di crescita del movimento omosessuale nel nostro paese: la fase della provocazione e dell'orgoglio di chi rivendica piena cittadinanza. Stadio necessario (e per questo abbiamo collaborato a far sì che la mostra si tenesse) ma arretrato: perché pensiamo che oggi il movimento omosessuale possa e debba esprimere contenuti più centrali e decisivi per ciascuno di noi.". Così la pensa l'assessore alla cultura di Palazzo Vecchio Giovanni Gozzini riguardo il mancato patrocinio del Comune alla mostra ‘Vade retro' voluta da Vittorio Sgarbi." Esistono punti di vista omosessuali sul mondo che possano insegnare qualcosa a ciascuno di noi? – ha proseguito l'assessore Gozzini- Siccome ritengo di sì, sono convinto che oggi si possa e si debba andare al di là della provocazione, che rischia di rivelarsi controproducente perché spesso relega quel punto di vista diverso a mero, folkloristico e autoghettizzante oltraggio al comune senso del pudore. Non che questo non sia lecito, in arte anzi lo è sempre. Ma perché pretendo dall'arte omosessuale molto di più".E Gozzini aggiunge "Esiste uno specifico omosessuale nell'arte di Leonardo e Michelangelo? C'è qualcosa che contraddistingue e accomuna gli artisti contemporanei omosessuali? L'omosessualità è un terzo (e quarto) sesso oppure una miscela diversa di quelle identità femminile e maschile che ciascuno di noi (uomo o donna) porta dentro di sé? Quanto delle nostre identità sessuali dipende da geni ereditari e quanto dall'ambiente in cui siamo vissuti e viviamo? E quanto cambiano queste identità nel corso di una singola esistenza?Mi piacerebbe che la mostra fosse occasione per una discussione a questa altezza di contenuti e a questa centralità di interesse per tutti. Se avessi dato il patrocinio avremmo avuto un dibattito su quanto è lecito offendere il Papa ritraendolo in una statua. Di cui personalmente (e da credente cattolico praticante) mi importa quasi niente. Mentre mi importa discutere con le organizzazioni e i movimenti omosessuali di questo: non sarà vinta la battaglia per il pieno riconoscimento e la piena inclusione degli omosessuali nella convivenza civile finché il movimento omosessuale non sarà in grado di far capire a molti di avere qualcosa da dire di interessante per tutti sul sesso, la famiglia, i valori, il futuro comune. Con la sensibilità, la grazia, la profondità, il sorriso che naturalmente gli appartiene. Dicendo questo non dico niente di nuovo: mi limito ad applicare al presente del movimento omosessuale il passato del movimento femminista. Manifesto la mia piena disponibilità (direi meglio, la volontà) a partecipare a tutte le occasioni di confronto che su questi temi si vorranno organizzare". (lb)