Taglio alberi viale Morgagni, Cellai (AN): «Il sindaco non aveva il numero telefonico di Laganà»

Questo il testo dell'intervento di Jacopo Cellai, vicecapogruppo di Alleanza Nazionale:«Il sindaco non aveva il numero di Laganà. Ecco il motivo per cui non l'ha chiamato durante la sua "resistenza" sull'albero. Ne siamo convinti. Anzi riteniamo che l'onorevole Bertinotti avrebbe potuto mandargli un sms col numero di cellulare di Laganà in modo da permettere a Domenici di inviare quel messaggio di comprensione che aveva già anticipato con le sue dichiarazioni sull' occupazione del Cantiere.E' evidente che dicendo "chi compie atti illegali sarà denunciato" si preoccupava unicamente della salute del "barone rampante", che aveva ammesso di non stare così bene, e voleva convincerlo a scendere. E invece a questo sindaco incompreso, costretto ad usare sovente il telefono dai suoi molteplici impegni, è soltanto capitato di non avere questo numero e di essere stato cercato dai cittadini in Palazzo Vecchio in un momento in cui non poteva riceverli. Quante volte un amico ti dice "passo a trovarti" ma sei costretto tuo malgrado a dirgli "non posso riceverti" perché hai da fare una marea di cose. Così Domenici. Non è pensabile tacciare di scarso dialogo o di chiusura con le persone, con i cittadini, l'uomo che si attaccò al telefono per seguire la situazione dei tifosi viola che occupavano campo di Marte all'indomani della retrocessione in B, tanto da essere costretto a rispondere alle critiche di Oliviero Beha con un articolo dal titolo "Sindaco, non tifoso". In quell'occasione non disse che "chi compie atti illegali sarà denunciato", ma non certo per una questione di consenso né di voti. Un lapsus, tutto qua. Sarebbe ingeneroso non ricordare che Domenici è l'uomo che, a quei bravi ragazzi anarchici di via del Panico che volevano giocherellare con la polizia a suon di trappole e barricate, con lancio di orina annesso, aveva proposto, probabilmente con una telefonata, una soluzione alternativa per l'immobile da loro occupato. Che è l'uomo che ha consentito a Dacia Valent della Lega Anti Diffamazione Islamica, che tifava per la malattia della Fallaci, di venire in Palazzo Vecchio a consegnargli il premio per non aver insignito la grande scrittrice fiorentina, ritirato da un esponente della maggioranza, delegato, a logica, per telefono. Che è l'uomo che – immaginiamo – ha fatto telefonare al consolato del Senegal per annunciare la disponibilità del Comune a cercare un posto di lavoro per i venditori abusivi con permesso regolare di soggiorno e che certamente - crediamo - avrà fatto telefonare a tutte le facoltà universitarie di Firenze per annunciare un eguale impegno per tutti i laureati disoccupati. Anche se la notizia non è trapelata. Sfortuna. Che è l'uomo che ha "telefonato" ai suoi uffici per far firmare il contratto di concessione in comodato d'uso dell'area di Castello, lo scorso aprile, per lo svolgimento del Rave Party, una manifestazione "stupefacente"! Che è l'uomo che – ne siamo certi – aveva finito il credito sul cellulare per avvisare il comitato di gestione del Campo dell'Olmatello che assegnare la casa ad un Rom che era stato arrestato per sfruttamento di minori ed estorsione, non era una cosa così "rock". Insomma Domenici non si è mai negato di persona o a telefono, quando poteva, laddove si trattava di tutelare i cittadini e la legalità come principio irrinunciabile. E anche se chi è salito sugli alberi si è spinto ben oltre gli esempi citati, rischiando di far saltare i tempi della realizzazione della tramvia che ad oggi viaggia con una puntualità svizzera, siamo certi che il Sindaco abbia fatto di tutto per parlargli. Avrà anche pensato di raggiungerlo al cantiere. Ma stando così spesso a Roma si sarà dimenticato come si arriva in Viale Morgagni. Capita.Ma pensare che Domenici non volesse parlare col Barone Rampante è solo una "cazzata", "una sonora cazzata". Non si può pretendere che il Sindaco abbia il numero di tutte le persone in difficoltà». (fn)