In commissione cultura approvate due proposte di delibera per assegnare la cittadinanza onoraria a Bruno Bartoletti e Mario Monicelli
Il maestro Bruno Bartoletti e il regista Mario Monicelli cittadini onorari di Firenze. E' la richiesta avanzata dalla commissione cultura che ha approvato questa mattina due proposte di delibera sull'argomento."Bartoletti e Monicelli - ha spiegato il presidente della commissione cultura Dario Nardella - sono due icone della cultura italiana, che con la loro opera, lungo l'arco di quasi un secolo, hanno dato e danno tutt'ora lustro alla città di Firenze. Le grandi opere dirette da Bartoletti al Maggio Musicale Fiorentino e la trilogia del film 'Amici Miei' diretto da Monicelli sono due immagini impresse nella memoria di tutti i fiorentini ed esprimono l'alto livello della cultura contemporanea della nostra città"."La cittadinanza onoraria ha concluso Nardella - sarebbe il riconoscimento più giusto a due personalità che hanno legato il loro nome alla storia e alla vita di Firenze". (mf)IN ALLEGATO IL TESTO DELLE DUE PROPOSTE DI DELIBERAPROPOSTA DI DELIBERA "Conferimento cittadinanza onoraria a Mario Monicelli"IL CONSIGLIO COMUNALEConsiderato che:Mario Monicelli, figlio di Tommaso Monicelli, giornalista e drammaturgo, nasce a Viareggio nel 1915, frequenta il liceo e l'università a Milano dove sviluppa la sua passione per il cinema, condivisa insieme ai cugini Mondadori, con i quali inizia a scrivere sulla rivista "Camminare", che ha fra i suoi collaboratori anche altri futuri registi: Alberto Lattuada, Riccardo Freda e Renato Castellani.Nel 1934 fa da aiuto regista per Germi e insieme a Steno dà vita a un felice sodalizio che li vede prima collaboratori al giornale satirico "Marc'Aurelio" e poi prolifici sceneggiatori.Proprio con Steno fa il suo vero esordio alla regia nel 1949 con Totò cerca casa e dopo otto film in coppia (fra cui Al diavolo la celebrità, Totò e i re di Roma e Guardie e ladri), prosegue da solo a partire da Proibito (1954) con Lea Massari. Comincia a delinearsi un autore "nazional-popolare", ma irrispettoso di ogni retorica, pessimista, feroce, demistificatore di sacralità e continuamente alla ricerca delle umane debolezze dei suoi personaggi, mettendone in evidenza anche i connotati cialtroneschi e il loro lato ridicolo.Le sue opere sono patrimonio cinematografico nazionale tra le quali si ricordano: "Guardie e ladri", "I soliti ignoti", "L'armata Brancaleone", "Amici miei", "Un borghese piccolo piccolo", ma anche "Il medico e lo stregone", "La grande Guerra", "Romanzo popolare", "Il Marchese del Grillo", "I picari".Tra i riconoscimenti alla sua produzione risaltano le quattro nomination all'Oscar come film straniero per I soliti ignoti, La grande guerra, La ragazza con la pistola e I nuovi mostri (1977) e per le due per soggetto e sceneggiatura originali per I compagni e Casanova 70 (1965).Il regista ha anche ricevuto numerosi David di Donatello. Miglior regia per Un borghese piccolo piccolo, Speriamo che sia femmina e per Il male oscuro (1990), Nastri d'Argento e due Leoni d'Oro, uno per miglior film con La grande guerra e l'altro alla carriera nel 1991.Nel 1990, periodo di crisi del cinema italiano, continua a lavorare dirigendo Alessandro Haber, Cinzia Leone, Marina Confalone e Paolo Panelli nella commedia anti-familiare Parenti Serpenti (1992), poi passa a Villaggio, Troisi, Melato e Placido in Cari fottutissimi amici (1994), Facciamo Paradiso (1995) e Panni Sporchi (1999) e nel nuovo millennio si presenta al pubblico e alla critica, parlando della bestia nera che più di ogni altro l'ha ossessionato nella sua vita: la guerra. Il film Le rose del deserto (2006) che ancora una volta mette in luce una visione antieroica dell'esercito italiano.Ha saputo dimostrare di essere un punto fermo nella storia del cinema italiano, tanto che Leonardo Pieraccioni, suo grande ammiratore, ha voluto rendergli omaggio come padre riconosciuto della commedia italiana e toscano DOC, affidandogli il ruolo della voce fuoricampo del nonno del protagonista nel suo film più fortunato: Il ciclone.Sessant'anni di carriera, passati a osservare la realtà della società italiana con un occhio attento e disincantato, lasciando in tutti i film, l'impronta di uno stile personale e brillante.Lo stesso film "Amici miei" il primo di una trilogia girato nel 1975 girato in luoghi caratteristici di Firenze ha scavato un solco così profondo nella memoria collettiva, disegnando quei tratti tipici della "fiorentinità", uno spaccato della città che riesce a trasformare amarezze e sofferenze in pura battuta, con l'intento di far conoscere e valorizzare una tipicità che rischia di disperdersi come quello delle tradizioni fiorentine.INVITA IL SINDACOper i motivi sopra esposti, a conferire la cittadinanza onoraria a Mario Monicelli.PROPOSTA DI DELIBERA "Conferimento cittadinanza onoraria al M° Bruno Bartoletti"IL CONSIGLIO COMUNALETenuto conto che:Il M° Bruno Bartoletti, direttore d'orchestra, nato a Sesto Fiorentino nel 1928, ha compiuto gli studi musicali presso il Conservatorio "Luigi Cherubini" di Firenze ed ha diretto nei più importanti teatri, festival e centri radio-televisivi europei e nord-americani;a Firenze, dove ha debuttato il 17 dicembre 1953 legando il suo nome alla storia del Teatro Comunale e del suo Festival, ha diretto numerose storiche produzioni:l'Attila con Boris Christof, le due edizioni del Wozzeck di Alban Berg nel 1964 con la regia di Virginio Puecher e, nel 1979, con la regia di Liliana Cavani.; Lulù di Alban Berg, L'amore delle tre melarance e L'angelo di fuoco di Prokofiev, Il naso di Sostakovich durante il Maggio Musicale dedicato all'Espressionismo con la collaborazione di due grandi artisti, Eduardo De Filippo e Mino Maccari, oltre alle prime italiane del Re Cervo di Hans Werner Henze al Maggio nel 1976 e di Opera di Luciano Berio l'anno successivo;ha inoltre tenuto a battesimo molte delle più importanti opere di compositori contemporanei come Napoli milionaria di Nino Rota al Festival di Spoleto e Paradise lost di Penderecki alla Lyric Opera di Chicago, dove è stato Direttore Artistico dal 1964;tra le sue principali opere e più famose direzioni figurano: L'Angelo di fuoco a Milano, La cena delle beffe a Zurigo e Bologna, Luisa Miller ancora a Zurigo, Cardillac, Morte a Venezia e Manon Lescaut a Genova, Assassinio nella cattedrale a Torino e Parma, Cavalleria rusticana e Pagliacci a Firenze, Tosca a Chicago, Ascesa e caduta della città di Mahagonny a Genova, I sette peccati capitali e Il volo di Lindbergh al Macerata Opera Festival, I due Foscari a Roma e Morte a Venezia al Comunale di Firenze;negli ultimi anni si è contraddistinto per la direzione di opere quali nel 2000 L'assassinio nella cattedrale a Torino, Manon Lescaut a Genova, Cavalleria rusticana e Pagliacci a Firenze.Nel 2001 Tosca a Chicago, le opere di Kurt Weill Ascesa e caduta della città di Mahagonny a Genova, Simon Boccanegra a Catania, I sette peccati capitali e Il volo di Lindbergh al Macerata Opera Festival, I due Foscari a Roma e Morte a Venezia al Teatro Comunale di Firenze;nel 2002 è tornato nuovamente alla Lyric Opera di Chicago con Cavalleria rusticana e Pagliacci, e dallo stesso anno è Direttore Musicale della Fondazione Teatro Regio di Parma ed è stato nominato Direttore Artistico del Festival Verdi per il triennio 2004-2006, dove ha diretto una edizione di L'assassinio nella cattedrale in forma di concerto;per il 2003 segnaliamo il ritorno al Teatro alla Scala di Milano con La Bohème, a Genova con Jenufa e Turandot, inoltre Manon Lescaut a Sevilla, Nabucco al Teatro Regio di Parma, L'assassinio nella cattedrale al Teatro dell'Opera di Roma;nel 2004 Cavalleria rusticana e Pagliacci a Chicago, Il volo di notte e Il prigioniero nuovamente al Teatro Comunale di Firenze, Billy Budd aTorino e nel 2005 Il Corsaro a Genova e Aida a Parma;fra i numerosi gli impegni lo ritroviamo nel 2006 a Chicago con La Traviata, con Macbeth a Verona e con Manon Lescaut a Roma mentre nel 2008 è stato a Bilbao con La battaglia di Legnano, a Barcellona con il Requiem di Verdi e ad Oviedo con I due Foscari.Considerato inoltre che:il Maestro è stato altresì direttore stabile del Teatro dell'Opera di Roma e del Teatro dell'Opera di Copenaghen; è stato ripetutamente ospite delle stagioni di numerosi teatri tra cui il Teatro Colon di Buenos Aires;l'intensa attività discografica di Bruno Bartoletti comprende incisioni di Un ballo in maschera con Renata Tebaldi e Luciano Pavarotti, Manon Lescaut con Montserrat Caballé e Placido Domingo, Suor Angelica con Katia Ricciarelli e Fiorenza Cossotto, La Gioconda con Montserrat Caballé, Luciano Pavarotti e Nicolai Ghiaurov. L'ultima incisione: Il Trittico Pucciniano con Mirella Freni, Leo Nucci, Juan Pons, Roberto Alagna, Giuseppe Giacobini;nel 1987 è stato insignito della Laurea "Honoris causa" della Loyola University of Chicago assieme a Rita Levi Montalcini e Umberto Eco, mentre nel 1993 ha ricevuto la Laurea "Honoris causa" della Northwestern University; ha vinto più volte il premio della critica italiana "Abbiati".Valutato che:nonostante gli innumerevoli impegni internazionali, il M° Bartoletti ha da sempre mantenuto uno stretto legame con la città di Firenze ed in particolare con il Teatro Comunale di Firenze, dove ha ricoperto per molti anni la carica di Direttore Stabile dell'Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino e poi di Direttore Artistico dal 1985 al 1991, tornando successivamente a dirigere numerose volte;con la sua attività di grande interprete e promotore della cultura musicale contemporanea ai più alti livelli europei e mondiali ha dato lustro alla città di Firenze e alla sua tradizione musicale e operistica;INVITA IL SINDACOa conferire la cittadinanza onoraria di Firenze al M° Bruno Bartoletti.Firenze, 18 dicembre 2008