Presentata la petizione europea contro l'uso militare di uranio impoverito. Varrasi: "Quasi 200 soldati italiani morti per l'uranio in Iraq"

"Firenze si unisce ad iniziative dei parlamentari europei per promuovere una petizione che scongiuri l'utilizzo dell'uranio impoverito come arma di guerra, perché tali materiali, frammentati ed incendiati, si disperdono nell'aria, nella terra, probabilmente anche nelle falde acquifere, danneggiando irreversibilmente il nostro eco-sistema e producendo anche dopo molto tempo ed in spazi lontani, patologia mal formative nei neonati e tumorali".Lo sostiene Gianni Varrasi, capogruppo dei Verdi in Consiglio Comunale, presentando a Firenze la petizione contro l'uso dell'uranio impoverito, insieme alla parlamentare europea originaria dell'Olanda Els de Groen, al professore Massimo Zucchetti, docente ordinario di Impianti Nucleari al Politecnico di Torino, Dipartimento di Energetica, a Domenico Leggiero coordinatore dell'Osservatorio Militare e ad Antonietta Esse presidente dell'associazione UR238 Progetto Antigone."Pochi sanno che nel processo dell'arricchimento dell'uranio, per determinare la produzione di energie nucleari, si determina un prodotto di scarto denominato «uranio impoverito» – prosegue Gianni Varrasi –. Si chiama così perché il contenuto «di uranio 238» è ridotto dallo 0,7% allo 0,2%. L'uranio impoverito ha circa il 60% in più della radioattività rispetto a quello naturale. Il suo tempo di dimezzamento è 4,5 miliardi di anni"."Il contatto dell'ambiente con queste particelle di uranio, oltre agli aspetti meccanici immediati, produce gravi malattie tumorali, sia in chi le usa, sia in coloro che vivono nel territorio circostante e sia in chi vive fino a migliaia di chilometri di distanza – spiega il consigliere dei Verdi –. Nella Guerra del Golfo queste armi sono state molto usate. Durante il conflitto sono morti 400 soldati americani in combattimento ma ben 10.000 di tumore. Si sono riscontrate malformazioni letali non solo nei bambini iracheni ma anche nei figli di soldati americani provenienti dall'Iraq. Nella città di Bassora le forme tumorali nei bambini sono aumentate di sette volte e, stranamente ma significativamente, nello stesso periodo a Londra la radioattività da uranio è aumentata di quattro volte. Fra i soldati italiani che hanno prestato servizio nei Balcani, Iraq e Afghanistan, ci sono stati tra il 1995 ed oggi, ben 2335 casi di patologie tumorali, con 167 decessi. Il mondo deve sapere ed avviare attività scientifiche ancora più approfondite e condivise"."Mi occupo di uranio impoverito da dieci anni – ha spiegato il professore Zucchetti –, ho scritto anche due libri e mi sembra incredibile che ad oggi non si sia voluto accettare il fatto che l'uranio impoverito inalato o ingerito aumenti le formazioni tumorali. È una nozione che gli studenti universitari apprendono al primo anno di insegnamento. Dagli anni '90 l'uranio impoverito viene utilizzato in alcuni tipi di armamenti che impattano sull'obiettivo e si disperdono nell'ambiente. I Balcani e l'Iraq sono pieni di uranio 238. l'Iraq è stato una specie di laboratorio dove le armi sono state testate ed i risultati sono visibili sulla pelle delle persone. Dal 1995 ci sono migliaia di casi di malformazioni nei bambini che prima non si verificavano"."Lo scopo dell'associazione Antigone – ha spiegato Antonietta Esse – è proprio di divulgare queste notizie ed informare ma ci occupiamo anche di prestare assistenza legale alle famiglie dei militari in cui sono state riscontrate patologie tumorali riconducibili al contatto con l'uranio impoverito. È opportuno sensibilizzare tutti, partendo proprio dai giovani. È comunque necessaria un'informazione scientifica libera. È un segnale negativo, che ogni anno si ricordi con il Giorno della Memoria i morti nei campi di concentramento e che non si vogliano ricordare le vittime delle atomiche a Nagasaki ed Hiroshima"."È un problema di competenze, è un fallimento di tutte le istituzioni – ha commentato Domenico Leggiero –. Ci sono morti di serie B che sono dimenticati, di cui si preferisce non parlare. Nel 1978 negli USA su sperimentata la prima arma con uranio impoverito. Ne seguì una relazione nella quale si diceva chiaramente che non erano prevedibili o quantificabili i problemi determinati dalle polveri prodotte dalle esplosioni"."È ampiamente dimostrato, dalla letteratura scientifica e medica, che l'uranio impoverito provoca morti e malformazioni – ha sottolineato l'euro parlamentare Els de Groen –. Occorre una risoluzione nel parlamento europeo che metta al bando le armi nucleari ma c'è tanto silenzio attorno a questo problema. Anche l'Olanda si è fatta promotrice di questa petizione. I carri armati nella Guerra del Golfo hanno attraversato le città, passando vicini alle case. Su di loro e sugli abiti dei militari non viene rilevato l'uranio impoverito che essendo pesante finisce nella terra, nelle acque. L'Iraq è una terra morta"."Un intervento che andrebbe auspicato è la sostituzione dell'uranio impoverito con il tungsteno – ha spiegato il professore Zucchetti –. Dal punto di vista bellico non cambierebbe nulla ma il tungsteno non è radioattivo e quindi si eviterebbe di contaminare l'ambiente e le persone".Il problema, però, è il collegamento esistente tra le industrie belliche e quelle nucleari."L'uranio impoverito è un prodotto da smaltire! L'industria bellica viene in aiuto di quella nucleare e lo usa per proiettili speciali di piccolo o di grande calibro – conclude Gianni Varrasi –. Questi proiettili perforano la corazza di un tank come il burro!".Per ulteriori informazioni http://www.thepetitionsite.com. (uc)