Approvata dalla giunta l'istituzione del catasto dei boschi e dei pascoli incendiati
Si chiama Catasto dei boschi e dei pascoli percorsi dal fuoco e consiste nella mappatura di aree destinate a bosco e a pascolo che negli ultimi anni sono state colpite da incendio e sulle quali, proprio sulla base della legge, scattano una serie di vincoli come quello della inedificabilità. Previsto sia dalla legge nazionale che da quella regionale, in realtà questo catasto è stato portato a termine da neanche la metà dei comuni. E tra questi presto ci sarà anche l'Amministrazione fiorentina. La giunta comunale nella ultima seduta ha infatti approvato, su proposta dell'assessore all'urbanistica Gianni Biagi, l'istituzione del catasto dei boschi e dei pascoli percorsi dal fuoco e in specifico l'elenco dei terreni da inserire nel registro."Questa delibera arriva al termine di un lavoro lungo e complesso che ha visto la collaborazione del Corpo Forestale provinciale e dello Stato, della Regione Toscana e dei Vigili del Fuoco ha spiegato l'assessore Biagi . È stato infatti necessario fare una attenta analisi dei terreni che potevano rientrare nell'elenco individuando quelli che rispondono ai criteri di legge. Poi sono state individuate esattamente le aree sul campo, sono state delimitate, verificare e riportate sulle mappe catastali. Ovviamente a Firenze, dove su 102 chilometri quadrati di estensione oltre la metà urbanizzata, i terreni non sono numerosi. Comunque è stato un lavoro importante e che inserisce Firenze tra i comuni italiani che hanno applicato una legge pensata per evitare le speculazioni edilizie su terreni incendiati".In concreto i terreni che rientrano nei parametri di legge e quindi inseriti nel registro sono tre: si trovano rispettivamente a San Lorenzo a Serpiolle, in via Montalbano e in via Bolognese. Per questi, una volta che saranno espletate le procedure previste (approvazione del consiglio comunale, pubblicazione dell'elenco all'Albo Pretorio, osservazioni dei cittadini, controdeduzioni e definitiva approvazione) scatteranno i vincoli previsti dalle norme. Ovvero divieto di cambio di destinazione d'uso per almeno 15 anni, inedificabilità per 10 anni, divieto di caccia e pascolo, divieto di attività di rimboschimento e di ingegneria ambientale con risorse pubbliche (a meno di specifica autorizzazione). (mf)