L'anima e la materia, l'arte di Zhang Huan a Palazzo Vecchio e Forte Belvedere
Gesù e Buddha si guardano e si studiano l’un l’altro, nei loro corpi di cenere scura, nella Sala Gigli di Palazzo Vecchio. Occidente e Oriente si incontrano e si contaminano grazie a L’Anima e la Materia, la più grande mostra in Italia di Zhang Huan, artista cinese tra i più interessanti della scena contemporanea internazionale, dopo la personale al PAC di Milano del 2010. L’esposizione, ospitata in due dei luoghi simbolo della città, Palazzo Vecchio e Forte Belvedere, sancisce l’incontro tra due grandi capitali culturali: Firenze, luogo principe del Rinascimento e Shanghai nuova “fabrica” e capitale creativa del XXI Secolo.
Zhang Huan è rimasto affascinato dall’arte dei grandi maestri del nostro passato come Donatello, Michelangelo, Vasari che a suo tempo celebrarono le vicende politiche e il mecenatismo della Repubblica Fiorentina e dei Medici. E dalle riflessioni tratte dal suo soggiorno fiorentino, è nato un percorso espositivo che mira ad un fertile dialogo tra tradizione e sperimentazione, in un’indagine che si dipana tra realtà terrena e spiritualità. L’Anima e la Materia mette dunque a confronto la cultura storica con quella contemporanea, operando sul doppio binario dell’iconografia cinese ed occidentale.
La mostra promossa dal Comune di Firenze in partnership con Il Gioco del Lotto e sviluppata su progetto espositivo dell’assessorato alla cultura e alla contemporaneità, è ideata e a cura di Olivia Turchi, si avvale della direzione artistica dello storico dell’arte Sergio Risaliti e dell’organizzazione di Once – Extraordinary Events.
Con questa mostra viene riaperto Forte Belvedere che torna ad essere simbolo del contemporaneo a Firenze, dopo aver ospitato in passato artisti come Henry Moore, Fausto Melotti, Mimmo Paladino, Mario Merz, Giuseppe Penone, Anish Kapoor e Folon.
“Le enormi ma caduche statue di Zhang Huan – sottolinea Sergio Givone, Assessore alla Cultura del Comune che ha sposato il progetto sin dall’inizio – guarderanno per tutta l’estate Firenze dall’alto del Forte Belvedere, monumentale bastione che finalmente riaprirà alla città riconsegnandole uno dei suoi più bei panorami. La gioia per questo evento mette in evidenza anche un’anima meno nota ma non per questo meno importante della città: quella contemporanea. Firenze non è solo uno scrigno rinascimentale ma un cuore pulsante dove convivono eterogenee realtà che promuovono e creano arte contemporanea. Una mostra di un artista come Huan - in un luogo così prestigioso - servirà a dare piena luce anche a questo lato di Firenze magari meno conosciuto. Non solo: ospitare le opere di un artista che viene dall’altra parte del mondo, la Cina, sigilla l’idea e la realtà di una città aperta al mondo e in particolare all’Oriente, alla sua arte e alla sua spiritualità. Le statue di Huan sono brevi come il tempo di una mostra, colossi di cenere destinati a disfarsi al vento. L’auspicio è che la riapertura del Forte Belvedere e quanto esso rappresenta per Firenze siano di ben più lunga durata”.
“In questi anni - ha aggiunto Givone - al Forte sono stati fatti molti lavori per la sicurezza perché tragedie come quella di Veronica Locatelli e Luca Raso non debbano ripetersi. Adesso il Forte non sarà solo il luogo dell’arte ma anche quello della memoria di quelle ferite, e insieme spazio per una prospettiva che ci impone di guardare al futuro”.
I lavori
I lavori di messa in sicurezza, necessari dopo la morte di Veronica Locatelli (2008) e Luca Raso (2006), hanno avuto un costo complessivo di un milione e 200 mila euro. Sono stati svolti internamente al Comune dalla Direzione servizi tecnici grazie alla sinergia tra gli uffici delle belle arti, elettricisti e meccanici.
Gli interventi sono stati articolati in due fasi, di cui la prima ha riguardato la Palazzina con l'adeguamento dei parapetti delle terrazze e la seconda è stata estesa alla restante parte del complesso. Per quanto concerne il primo intervento, sulla balaustra in laterizio - che presenta un’altezza media di soltanto 70 cm – è stata apposta un’ulteriore ringhiera in ferro. Inoltre è stata implementata l’illuminazione per aumentarne la percezione dei dislivelli. Il secondo intervento si è articolato in varie azioni tese a evitare lo “scavalco” del camminamento e lo scorretto transito sul parapetto murario: riprofilatura del terreno destinato a prato, per ridurre l’eccessivo dislivello attualmente presente che può causare un potenziale rischio di scivolamento; creazione di un gradone in pietra con la duplice funzione di seduta con osservazione del panorama su Firenze e di far percepire una maggiore larghezza dei camminamenti di ronda; realizzazione di un’illuminazione continua, mediante lampade a led, su tutta la parte bassa dei camminamenti stessi; sostituzione e/o ripristino dei corrimani e recinzioni esistenti, ed integrazione di nuovi corrimani e ringhiere; creazione di ancoraggi di linee vita; verifica della stabilità e restauro dei paramenti murari, dei manufatti lapidei di decoro e della torretta di guardia su via San Niccolò; pulitura generale del verde infestante ed individuazione di un’area destinata a servizi (bar e w.c.); rimessa in funzione dei servizi igienici per il pubblico e implementazione dell’impianto di illuminazione esterno (spalti e terrazze); implementazione della luce artificiale presente lungo tutto il lato esterno del camminamento su cui si sono verificati i noti eventi mortali; inserimento di cartellonistica segnaletica anticaduta e divieto lancio oggetti nei piani sottostanti; abbattimento e sfoltimento della vegetazione insistente sulle zone perimetrali, soprattutto sul lato Boboli (vedi scheda allegata).
La mostra
L’Anima e la Materia raccoglie alcuni dei lavori più significativi dell’ultima produzione dell’artista.
Nel percorso espositivo di Palazzo Vecchio particolare importanza ha Confucius (2013), collocato nel Salone dei Cinquecento, una statua realizzata in marmo bianco di Carrara, usato per la prima volta da Zhang Huan in omaggio alla tradizione della grande scultura rinascimentale. Donata dall’artista al Comune di Firenze in occasione dell’inaugurazione della mostra, l'opera, pensata appositamente per il luogo, si mette in relazione con i temi iconografici della Sala, facendo dialogare il valore simbolico rappresentato dalla figura morale di Confucio con quello politico e sociale del contesto in cui si colloca.
L’esposizione prosegue nella Sala degli Elementi con Florence Buddha, un’opera in cenere compattata realizzata nel 2012. Sculture nate dall’incontro con Firenze vengono poi accostate con la storia contemporanea della Cina: nella Sala dell’Udienza troveremo una selezione di Ash Sculpture provenienti direttamente dallo studio di Shanghai, realizzate con uno dei materiali preferiti dall'artista, la cenere. Ash Army no.11 (2007), Ash Portrait No.14 (2007), Ash Sun Yat Sen (2008), Ash Liu Hulan (2008) sono soldati, padri della patria e persone consacrate dalla storia come eroi, riprodotti grazie all'uso della cenere, che nelle mani dell'artista acquisisce diversi e molteplici significati.
L'uso della cenere è una pratica fondamentale della spiritualità cinese e per l’artista ha una forte valenza simbolica che rimanda “alle memorie collettive e ai desideri dei devoti” per i quali bruciare l’incenso è un rituale mistico. “La cenere d’incenso non è solo cenere, né solo materia ma è l’anima collettiva delle nostre memorie e delle nostre speranze” afferma l'artista.
Grazie al dialogo tra le due culture messo in atto e al suo profondo interesse per i temi legati alla spiritualità, l’artista riporta in auge anche la figurazione religiosa, non avendo paura di rappresentare nelle sue opere Buddha, Confucio, ma anche Gesù. Ash Jesus and Ash Buddha (2011), nella Sala dei Gigli, ben testimonia la sua volontà di operare sul doppio binario dell’iconografia cinese ed occidentale: Buddha e Gesù diventano nella sua rappresentazione eroi che “possono parlare al cuore degli uomini”.
A Forte Belvedere la mostra avrà un carattere più antologico, approfondendo l’opera di Zhang Huan e la sua poliedricità tecnica. Le divinità e le figure morali e spirituali di riferimento dell’artista, Confucio, Gesù, Buddha, insieme all’uomo, all’eroe della vita quotidiana e alla natura saranno anche qui i protagonisti. Sul terrazzamento nord-est sarà collocata la scultura monumentale Three Heads Six Arms, appartenente oggi alla collezione d’arte di Parkview Green di Pechino, presentata per la prima volta nel 2010 nel cuore del Civic Center di San Francisco e nel 2011 in occasione della personale di Zhang Huan ad Hong Kong. All’esterno saranno esposte Pace No.2 (2001), unica opera tra quelle presenti in mostra appartenente al periodo newyorkese dell’artista e Long Island Buddha (2013), che appartiene alla serie delle opere monumentali in bronzo battuto che Zhang Huan ha iniziato a realizzare dopo il suo viaggio in Tibet nel 2005, dove raccolse numerosi frammenti di sculture di Buddha distrutte durante la Rivoluzione Culturale.
All’interno del Forte la rassegna presenta Taiwan Buddha (2010), una monumentale installazione che si compone di due parti alte più di 5 metri, un calco in alluminio da cui viene realizzata la statua in cenere. Ash Buddha non è protetto da nessuna forza esterna ed è destinato a disgregarsi e dissolversi durante il periodo della mostra, diventando metafora tangibile della precarietà dell’essere umano, in una riflessione sui concetti di vita e di morte nella filosofia buddista, ma anche della possibilità di una continua rinascita spirituale.
Si aggiungono poi le Cowskin, opere realizzate con la pelle di vacca o di bufalo, rimandi all’infanzia contadina dell’artista e alcuni dei più suggestivi dipinti di grande formato della serie degli Ash Painting come Confucius No.3 (2011), Confucius No.4 (2011), collocati nel piano interrato. Ritorna qui l’uso della cenere, questa volta stesa su grandi tele di lino a prendere la forma evanescente di un’Ultima Cena in relazione con la scena di Confucio che insegna ai suoi seguaci. Della stessa serie, al primo piano della palazzina troviamo Sea Series (2012), Lunatic’s Diary e Soong Chingling, entrambi del 2008, realizzati anch’essi con la cenere degli incensi bruciati dai fedeli in segno di preghiera nei templi buddisti intorno a Shanghai, che dialogano con le Memory Doors (2006-2007), racconti personali e della storia della Cina contemporanea.