Maggio Danza, Grassi: "Perché questo accanimento per chiudere il settore del ballo?"
“Perché tutto questo accanimento contro uno dei settori che hanno fatto la storia della Fondazione, perché si annuncia di voler chiudere Maggio Danza e se ne elimina la programmazione per il 2015?”. E' questa la domanda che Tommaso Grassi capogruppo di Firenze riparte a sinistra in Palazzo Vecchio pone al sindaco Nardella e al sovrintendente Bianchi. E aggiunge: “Il bilancio 2013 della Fondazione del Maggio musicale fiorentino dimostra che il passivo e i problemi di budget nel settore del ballo sono dovuti alle produzioni esterne, che hanno portato tanta risonanza mediatica, ma gli elevati costi delle collaborazioni esterne non hanno certo giovato ai conti. Nel 2014 con il tentativo di esternalizzazione del settore si è scaricata ogni responsabilità sul privato e in una situazione così complessa e tesa, il Comune ha dimostrato di non credere fino in fondo neanche a quella soluzione. In definitiva si era capito fin dall'inizio che l'obiettivo era quello di fare fuori del tutto la danza, come poi è successo”.
“Vorrei solo ricordare – continua Grassi – che le entrate da bigliettazione delle produzioni con il personale della Fondazione superano il costo delle singole produzioni. Rispetto ai 385mila euro di costi complessivi nel 2013 per la produzione, ben 154mila euro sono stati impiegati per una sola produzione che non solo ha disatteso il ritorno di pubblico ma che prevedeva la partecipazione e il costo di un cachet da capogiro per una etoile esterna. Se solo si fosse rinunciato a questo balletto è chiaro che il disavanzo di 55mila euro rispetto alla bigliettazione si sarebbe ridotto facendo passare il settore danza in attivo”.
“Si presti attenzione piuttosto ai conti reali e alle conseguenze che un corpo di ballo esterno porterebbe – conclude il consigliere –, sia in termini di maggiori spese per la Fondazione, che al rischio di incorrere in una riduzione del Fus, che viene calcolato annualmente sulla base dell'offerta artistica e del numero di dipendenti per ogni ambito artistico. Siamo quindi davvero convinti che sia necessaria una inversione di rotta da parte della Fondazione. Maggio Danza e i tersicorei non devono essere toccati, quindi si proceda ad integrare la programmazione del Festival del Maggio per il 2015”.
(fdr)