Celebrato il Palazzo Vecchio il Giorno del Ricordo'
Filmati, approfondimenti storici e racconti di vita per celebrare il Giorno del Ricordo. Questa mattina, nel Salone dei Duecento di Palazzo Vecchio, si è svolta la commemorazione di una tragedia della storia a lungo dimenticata. Istituita nel 2004, questa ricorrenza rappresenta un momento simbolico per recuperare la memoria di fatti drammatici che hanno visto coinvolti oltre 250mila italiani del confine orientale, fra esuli e vittime delle foibe. E al tempo stesso vuole essere un momento di riflessione e approfondimento rivolto alle giovani generazioni, attraverso percorsi di formazione incentrati sulle vicende storiche e sul contesto in cui si sono sviluppate.
«Su quanto è avvenuto in quelle terre e a quelle persone c’è stato un pesantissimo silenzio – ha sottolineato nel suo saluto la vicesindaca e assessora all’educazione Cristina Giachi – un silenzio che abbiamo invece il compito di lasciare alla spalle».
«Abbiamo il dovere della verità – ha aggiunto – ancora non è facile trovare un coro armonioso di voci che raccontino questi eventi. Ma non dobbiamo avere paura di questa fatica e dei nostri limiti di prospettiva. Nostro compito è ascoltare, approfondire e scegliere l’interpretazione che ci convince di più nella ricerca della verità».
«Imparare a ricordare – ha concluso la vicesindaca - è anche un modo per condividere il peso di quella memoria dolorosa, facendoci vicini ai testimoni».
«Giudichiamo molto positivamente l’iniziativa di oggi – ha commentato il vicecapogruppo di Forza Italia Jacopo Cellai – il Salone dei Duecento era pieno di ragazzi e ragazze attenti e partecipi. Soddisfazione anche per i messaggi che sono arrivati dagli intervenuti, dai quali sono emerse chiaramente sia la portata del dramma delle foibe e dell’esodo degli italiani da quelle terre, sia la verità storica del disegno di annessione da parte della Jugoslavia di Tito, e la conseguente necessità per quel regime di cacciare gli italiani. È emerso con chiarezza, in questo senso, il ruolo del comunismo jugoslavo e le responsabilità da parte del comunismo italiano».
Tra gli intervenuti Matteo Mazzoni (Istituto Storico della Resistenza), Franco Quercioli (Anpi Isolotto), la testimone Silva Rusich, e l’esule e testimone Riccardo Simoni. (fn)