Affresco all'ex Teatro comunale, Grassi (Frs): "Il Comune spende 80mila euro per il restauro, dopo che l'immobile è stato venduto ad una società collegata al padre di Renzi"

"Perché non se ne occupa il privato come compensazione per l'operazione di svendita di un bene pubblico?"

“Il Comune restaura un affresco del 1930 dell’ex Teatro Comunale. Spero proprio che una volta finita l’operazione sia collocato in un luogo pubblico. Un bene visibile a tutti e non un regalo a chi ha comprato l’ex immobile in Corso Italia”. Così Tommaso Grassi, capogruppo di Firenze riparte a sinistra, commenta la notizia relativa alle risorse che verrano spese per il restauro di un dipinto. E spiega: “La mia perplessità deriva dal fatto che dopo la vendita alla Cassa Depositi e Prestiti del Comunale, e il conseguente conferimento alla società Nikila, tramite la controllata Corso Italia, l'immobile sarà trasformato in appartamenti di lusso. Non è che stiamo assistendo all’ennesimo regalo del pubblico al privato”. Il consigliere dell’opposizione di sinistra in Palazzo Vecchio incalza: “Se oltre a ciò, aggiungiamo che la società Nikila ha profondi intrecci e accordi economici con il padre di Renzi, ci chiediamo perché non sia stato messo a carico del privato il recupero dell'opera. Anche solo per evitare qualsiasi tipo di illazione”.
“Vogliamo salvare un affresco? – si chiede Grassi – E allora perché non decidiamo prima dove collocarlo e poi autorizziamo tutta l’operazione? E se il valore dell'affresco è così importante non inseriamo alcun stanziamento economico in fase di bilancio, ma chiediamo al privato la manutenzione, il restauro e l'esposizione al pubblico dell'opera. Così si faranno gli interessi della città e non solo dei soliti noti”. (s.spa.)