Lavori socialmente utili, l'assessore Funaro: "I percorsi riparativi o sostitutivi della pena sono un buon percorso di rieducazione e reinserimento"

Ieri la Giunta ha approvato gli indirizzi per redigere la convenzione da stipulare con il Tribunale per la realizzazione di percorsi di risarcimento del danno

Dieci tra detenuti, ex detenuti e sottoposti ad esecuzione penale esterna e di messa alla prova potranno svolgere lavori di pubblica utilità in modo non retribuito e a favore della collettività in uffici, servizi e strutture comunali per favorire il loro reinserimento sociale: lo ha deciso la Giunta nella seduta di ieri, approvando la delibera presentata dall’assessore al Welfare Sara Funaro, in collaborazione con gli assessorati all’Ambiente e allo Sport, nella quale vengono indicati alla Direzione Servizi sociali gli indirizzi per redigere la convenzione da stipulare con il Tribunale di Firenze per realizzare percorsi di risarcimento del danno.
I lavori di pubblica utilità potranno svolgersi presso biblioteche e impianti sportivi (palestre piscine campi di atletica), ma anche presso le Direzioni Servizi sociali (ad esempio, le persone coinvolte potranno accompagnare anziani e disabili nei centri diurni e residenziali) e Ambiente (nello specifico, svolgendo servizi presso il Parco degli animali e per la cura del verde). Con la messa alla prova viene sospeso il giudizio e nel caso abbia esito positivo, la persona non va a giudizio e la pena viene cancellata.
“La convenzione che a breve firmeremo con il Tribunale dimostra l’importanza che attribuiamo ai percorsi di reinserimento sociale che puntano alla rieducazione - ha detto l’assessore Funaro -. Vogliamo dare la possibilità a detenuti, ex detenuti e sottoposti ad esecuzione penale esterna e di messa alla prova la possibilità di intraprendere percorsi riparativi o sostitutivi della pena perché crediamo con convinzione che possono essere un buon esempio per far vivere alle persone un percorso temporaneo lavorativo che può servire come rieducazione e reinserimento”.
Le persone che si impegneranno nei lavori di pubblica utilità, che non potranno svolgersi per più di 300 giornate l’anno, saranno tutte assicurate contro gli infortuni, le malattie professionali e la responsabilità civile verso terzi. (fp)