Giorno del Ricordo. Arianna Xekalos (Capogruppo M5S): "I meccanismi psicologici all'origine delle stragi devono essere conosciuti ed essere fermati"

La Repubblica Italiana riconosce il 10 febbraio quale “Giorno del ricordo” per preservare la memoria della tragedia di un’intera popolazione che subì un genocidio e fu costretta ad abbandonare la propria terra.
Istriani, Dalmati Fiumani furono vittime di esecrabili fatti resi ancor più gravi e intollerabili in quanto misconosciuti o taciuti per lungo tempo.
Non furono loro le sole vittime ma tutta l'Umanità. Tutte le volte, le troppe volte, che popolazioni o persone inermi subiscono massacri, esodi, prescrizioni, violazioni dei diritti la vera vittima è l'Umanità intera: ovvero tutti noi.
Il Giorno del Ricordo – aggiunge la capogruppo del Movimento 5 Stelle Arianna Xekalos – non è solamente un tributo a coloro che 70 anni addietro provarono sulla propria pelle quanto il proprio simile possa essere crudele ma è anche un monito a vigilare e adoperarsi affinché non si ripeta.
Possono sembrare eventi remoti a chi vive un periodo di pace lungo come non mai, ma i giorni della memoria servono a farci riflettere che simili atrocità si stanno consumando ora in Paesi lontani e solo ieri si sono verificati alle nostre porte.
La storia ci insegna che pochi purtroppo traggono insegnamenti dalla storia.
Così, per ignoranza, prevedibili catastrofi si ripetono.
Dal ricordo dei massacri delle foibe si deve trarre una lezione: i meccanismi psicologici all'origine delle stragi devono essere conosciuti ed essere fermati.
Tutti conoscono la “piramide dei bisogni” di Maslow.
Il concetto è molto semplice.
Prima di tutto vengono i bisogni fisiologici, mangiare e riprodursi; poi vengono i bisogni di sicurezza fisica; seguono i bisogni di appartenenza, di stima, e infine i bisogni di auto­realizzazione.
Tutti sentiamo il bisogno di appartenenza al nostro gruppo familiare, alla nostra città, alla regione, alla nazione!
Quando questi bisogni di appartenenza si combinano con i bisogni di sicurezza e stima la miscela è esplosiva! È quello che è successo nelle persecuzioni degli italiani e degli slavi.
Questo processo è talmente generale che si ripete ancora oggi.
Il senso di appartenenza al proprio territorio e cultura, combinato con i problemi di sicurezza dovuti al terrorismo; fanno sì che consideriamo gli esuli che richiedono asilo come potenziali nemici.
Non abbiamo ancora imparato che dividerci, classificarsi in buoni e cattivi, avere paura del diverso, rifiutare di conoscerlo, crea più danni che non il rinchiudersi nell'illusoria sicurezza del proprio gruppo di appartenenza.
È il senso di appartenenza alle sigle politiche combinate con il bisogno di sicurezza che influenzano le decisioni di voto. Un meccanismo ben noto agli spin doctor – conclude Arianna Xekalos – che gestiscono la comunicazione politica.
La storia si ripete, non abbiamo imparato dalla storia! (s.spa.)