Giornata della Memoria, Bieber (PD): "Il modo migliore per ricordare è istruire ed educare alla pace, alla giustizia e al rispetto delle diversità"
Questo l’intervento del consigliere PD Leonardo Bieber
“Una cerimonia emozionante, quella di oggi nel Salone dei Cinquecento per il conferimento da parte del Consiglio comunale della cittadinanza onoraria di Firenze a Tatiana e Andra Bucci. Le loro parole di testimoni, così belle, profonde e commoventi, valgono più di mille libri di storia.
È stato importante e bello assistere anche alle iniziative di stamani della Regione Toscana, con 8.000 studenti accorsi al Mandela Forum per ascoltare i racconti dei testimoni della Shoah; come sono importanti altre iniziative intraprese dal Comune di Firenze. E penso al Memoriale italiano di Aushwitz che il Comune ha deciso di ospitare nell’Ex 3 dove nascerà un vero e proprio Polo della Memoria, che conterrà anche una sezione per il Museo della Resistenza e della Liberazione.
Questa memoria non è chiaramente solo ebraica, o di una parte politica, ma deve appartenere e appartiene a tutti quanti. Una memoria che deve essere monito per non abbandonare mai i valori comuni della pace, della giustizia, della conoscenza, del rispetto delle diversità. E questo vale soprattutto per i nostri giorni: penso non solo alle tragedie dei profughi che attraversano il Mediterraneo sui barconi della morte o alle tragedie degli ultimi mesi del terrorismo internazionale, mascherato da credo religioso, che hanno devastato il cuore dell’Europa e colpito il Paese simbolo della libertà, la Francia. Penso anche - e soprattutto - ad altre tragedie “dimenticate” che hanno duramente colpito Paesi lontani e vicini: il Ruanda, con un genocidio che fu uno dei più sanguinosi episodi della storia dell'Africa del XX secolo. Dal 6 aprile alla metà di luglio del 1994, per circa 100 giorni, vennero massacrate sistematicamente (a colpi diarmi da fuoco, machete e bastoni chiodati) almeno 500.000 persone, secondo le stime di Human Rights Watch (e il numero delle vittime tuttavia è salito fino a raggiungere una cifra pari a circa 800.000 o 1.000.000 di persone). E penso soprattutto all’ex Jugoslavia. Perché a Srebrenica l’11 luglio del 1995 è successa la stessa identica cosa che con la Shoah: deportazioni di massa, uccisioni, torture, stupri, fosse comuni. Oltre 8.000 persone non sono mai più tornate nelle proprie case. Il tutto sotto lo sguardo silente (se non addirittura complice) dell’Europa, con i caschi blu comandati dall’Olanda. Cambiano le dimensioni, cambia il numero dei morti, ma non cambia l’orrore del genocidio compiuto. 70 anni fa avevamo detto mai più, ma a poche centinaia di chilometri da noi è successa la stessa cosa.
Il senso della giornata di oggi, quindi, è non solo ricordare i fatti accaduti per tramandare i racconti anche alle generazioni future che non hanno avuto la fortuna di stare seduti sulle ginocchia dei propri nonni ed ascoltare le loro storie, ma soprattutto fare quello che è successo stamani al Mandela Forum, dove 8.000 ragazzi erano ad ascoltare i racconti dei sopravvissuti: il senso del ricordo, cioè, è quello di istruire, di educare le nuove generazioni alla giustizia, ai diritti, al rispetto della diversità, alla pace , perché come disse Primo Levi “tutti coloro che dimenticano il loro passato, sono condannati a riviverlo”. (fdr)