Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione (PTPC), le opposizioni: "Inspiegabile il voto negativo della maggioranza sul nostro ordine del giorno"
Il Partito Democratico ha espresso voto contrario ad un ordine del giorno, collegato alla proposta di deliberazione che istituisce il Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione (PTPC), presentato da tutti i gruppi consiliari di opposizione che chiedeva il rispetto del "Regolamento per il Controllo Interno" sulle nomine e le indicazioni che il comune di Firenze, tramite il proprio sindaco, in seno ai consigli di amministrazione delle aziende e delle società partecipate.
Nella presentazione dell'ordine del giorno, il capogruppo di FdI-An, Francesco Torselli, ha ricordato come il regolamento interno presenti ancora delle lacune ed ha accusato che: "all'interno degli attuali CdA delle nostre partecipate vi sono ad oggi persone che, se il nostro regolamento fosse applicato alla lettera, non sarebbero potuti essere nominati".
Anche Tommaso Grassi, capogruppo di FRS, punta il dito verso alcune nomine: "ci sono ex-consiglieri comunali e direttori di istituzioni comunali per le imprese che oggi occupano posti nel CdA di alcune nostre partecipate e che, se il regolamento fosse stato rispettato e non interpretato in maniera estensiva, oggi non sarebbero stati lì, a prescindere dalle competenze delle quali oggi non dibattiamo".
"Siamo davvero basiti - hanno concluso all'unisono tutti i firmatari dell'ordine del giorno - di come questa maggioranza sia capace di fare la paladina della trasparenza e dell'anticorruzione prima e poi bocciare un atto che altro non chiedeva se non che trasparenza e rispetto delle normative anticorruzione venissero applicate e rispettate in egual modo nelle nomine e nelle indicazioni nei consigli di amministrazione delle società partecipate".
"Alla fine, l'ordine del giorno sottoscritto da Fratelli d'Italia, Movimento 5 Stelle, Gruppo Misto, Firenze Riparte a Sinistra, La Firenze Viva e Forza Italia, è stato respinto con il voto contrario del solo PD e tutto senza che dai banchi dalla maggioranza vi fosse neppure mezzo intervento". (fdr)