Convegno su Padre Pino Puglisi, Caterina Biti: "Fare nostra l'eredità di ricchezza umana che ci ha lasciato"

La presidente del consiglio è intervenuta nel Salone dei Cinquecento davanti a trecento ragazzi delle superiori, portando anche il saluto del sindaco Nardella

“3 P (Padre Pino Puglisi), Se ognuno fa qualcosa, si può fare molto”. Si è svolto questa mattina nel Salone dei Cinquecento a Palazzo Vecchio il convegno sulla figura del sacerdote siciliano. Nel convegno, organizzato dall’associazione Iris insieme al Comune di Firenze e a cui hanno partecipato circa 300 ragazzi delle classi IV e V di diversi istituti superiori, i saluti istituzionali della presidente del Consiglio comunale Caterina Biti, e gli interventi del fratello del sacerdote, Francesco Puglisi, di Maurizio Artale, presidente del Centro di accoglienza Padre Nostro di Palermo, di Ettore Squillace Greco, procuratore capo della Repubblica di Livorno, e di Bianca Stancanelli, autrice del libro “A testa alta – Don Giuseppe Puglisi: storia di un eroe solitario”. A moderare, Andrea Verdi, consigliere della Fondazione Giovanni Paolo II.

“Don Pino Puglisi – ha detto la presidente Biti – è un testimone di pace dei nostri tempi. Alle istituzioni il dovere di far conoscere la sua figura alle nuove generazioni. Per questo è così importante che oggi voi ragazze e ragazzi siate qui.
Dirò ciò che colpisce me di don Puglisi. Innanzitutto, la coerenza, e poi la capacità di ascoltare. Troppo spesso nella nostra società siamo portati a parlare e parlare, mentre ci manca la capacità di metterci in ascolto degli altri. E ancora, la fermezza; simile alla coerenza come dote, ma forse anche qualcosa di più, la capacità di portare avanti ciò che riteniamo giusto per noi e per la nostra comunità costi quel che costi.
Infine, la mitezza. Perché don Puglisi è stato capace di fare ciò che ha fatto con spirito di benevolenza, di accoglienza dell’altro, e con una grande bontà.
Credo che tutti noi dovremmo fare proprie queste caratteristiche: è questa l’eredità di ricchezza umana che don Pino ha lasciato a chi sarebbe venuto dopo di lui”.

La presidente ha poi letto il saluto del sindaco Dario Nardella, che non ha potuto partecipare a causa di altri impegni istituzionali. Questo il suo intervento:

“La nostra società ha sempre più bisogno di esempi positivi, di testimoni che possano dimostrare che è possibile vivere una vita giusta e in pace con gli altri. “Essere testimoni soprattutto per chi conserva rabbia nei confronti della società che vede ostile. A lui il testimone deve infondere speranza facendo comprendere che la vita vale se è donata”. In questa Sua frase riconosco il grande contributo che Don Pino ha portato alla comunità di Palermo e a tutta la nostra società: dimostrare che la vita ha un significato, che può essere data per un grande ideale. Per questo il suo esempio è stato così forte, fino ad essere riconosciuto Beato dalla Chiesa: perché ha speso la sua vita per far risplendere l’umano anche laddove sembrava impossibile, anche laddove tutte le circostanze sembravano contrarie allo sviluppo del bene, della pace, della giustizia... Ha dimostrato che se anche la mafia e la criminalità possono prendere il sopravvento sulle circostanze quotidiane non possono nulla sui cuori delle persone. Ed è questo che ha reso Padre Puglisi così temuto e odiato dai suoi assassini”.
(fdr)