Giornata mondiale in memoria delle vittime della strada. Nicola Armentano (Presidente della Commissione Politiche sociali e della salute, servizi sociali e sanità): "Dovremo investire tanto sulla prevenzione, sull'educazione stradale, sulla responsabilità civica di ognuno di noi"

La terza domenica di novembre da anni si celebra la giornata in ricordo delle vittime della strada. Ieri in Palazzo Vecchio e, successivamente, nell'arengario di piazza della Signoria si è svolta una cerimonia toccante – ha spiegato il consigliere PD Nicola Armentano – voluta per ricordare le vittime fiorentine da associazioni che combattono con coraggio e determinazione per arginare queste continue e quotidiane tragedie.
Trentasei minuti, tanto il tempo occorso per leggere i nomi, il luogo e il giorno della tragedia.
Trentasei lunghissimi minuti per scandire i molti che hanno lasciato la loro vita dal 2000 ad oggi. Spesso vittime evitabili.
Vittime con un nome così come un nome lo portano anche coloro che sono stati coinvolti nell'accaduto che con comportamenti folli, illegali, deplorevoli ne sono state la causa.
Spesso errori umani o voglia di protagonismo, altre volte per regole e norme non rispettate.
La passione e l'impegno di queste associazioni, spesso nate dal coinvolgimento personale, come quello di Doretta Boretti e Stefano Guarnieri sono preziose e determinanti.
Così come fondamentale e il lavoro che svolgono le forze dell'ordine e della polizia municipale.
A loro il mio personale grazie per quanto fanno in ricordo dei loro figli e per tutti noi.
Se oggi la legge sull'omicidio stradale ha visto stravolto il concetto precedentemente spesso usato di dolo eventuale e averlo trasformato in volontà di nuocere, rivoluzionando il concetto giuridico in merito, lo dobbiamo anche a loro.
E se questo governo, che a breve riuscirà in questo percorso che avrà avuto il merito di legiferare e rendere giustizia a queste tragedie e che farà di questi episodi dei veri e propri omicidi, lo deve in parte anche al grande movimento mosso dalle associazioni delle vittime della strada.
Ma solo le norme giuridiche restrittive, opportune a parer mio, credo non saranno il solo rimedio.
Occorrerà appropriarsi del senso civico, di pensare che anche il nostro agire sregolato può condizionare la vita altrui, che condizionerà la vita di tante famiglie.
Quelle famiglie delle vittime che oggi vivono l'ergastolo del dolore.
Servirà più serietà saggezza e sopratutto l'impegno di tutti.
Più consapevolezza del nostro agire e maggior coscienza civile.
Bisognerà aumentare la sicurezza sulle strade con interventi atti ad implementare, a garantire i cittadini.
Migliorare l'illuminazione delle strade, la segnaletica, ridurre i limiti di velocità, aggiungere risorse per maggior controlli sullo stato di coscienza del conducente sono tutti strumenti validi.
Ma dovremo investire tanto sulla prevenzione, sull'educazione stradale, sulla responsabilità civica di ognuno di noi.
Non ci daranno risultati nel breve ma la strada da imboccare è anche questa.
E non solo nelle scuole ma in ogni ambito di vita sociale.
Sarà necessario creare service per uniformare la raccolta dei dati e per avere così una omogeneità dei rilievi.
Solo così i dati statistici ci daranno la possibilità di rendere più semplice la lettura dello stesso e poterne fare un miglior uso in termini prospettici.
Ma dobbiamo continuare a diffondere l'importanza del messaggio della vita così come lo fanno le associazioni nonostante il tanto dolore che portano dentro perennemente.
Dobbiamo impegnarci ad aumentare la consapevolezza che le cattive abitudine quali uso di alcool e droghe. mettono a repentaglio la vita altrui oltre che la propria.
Non possiamo fare da semplici spettatori; dobbiamo diventare attori protagonisti anche se non toccati dal dramma.
Dramma che non è solo la vita spezzata.
Basti pensare ai tanti che a seguito di un incidente stradale diventano tetra o paraplegici o invalidi permanenti.
Sommando il dramma sociale oltre che a quello sanitario.
Occorrerà aumentare la sensibilità di tutti sul tema – conclude il Presidente della Commissione Politiche sociali e della salute, servizi sociali e sanità Nicola Armentano – e tutte le istituzioni devono sentirlo come un impegno forte. Sì a leggi e pene più severe ma se non ci sarà una assunzione di responsabilità attraverso messaggi su educazione civica, e non solo, aver introdotto il reato di omicidio sarà sì un passo avanti ma se sostenuto da azioni complementari e necessarie come quanto ricordavo prima daremo più forza alla legge e potremmo contribuire a ridurre ancor di più il numero delle vittime che ad oggi, a Firenze nel 2015, sono 21. veramente troppe.
Vittime spesso giovani, ai quali viene negato il futuro, quel giusto futuro che è dovere di uno Stato e di ogni istituzione e che deve essere garantita ai propri cittadini.
Quel futuro tolto a tante giovani vite, quel futuro che l'altro giorno a Parigi, in un giorno drammatico per tutti noi, è stato negato anche a Valeria Solesin. (s.spa.)