Stragi di Parigi, Donella Verdi (Frs): "La risposta al terrorismo non può essere la guerra, abbiamo visto il fallimento di questa politica"

Le immagini dell’attacco terroristico a Parigi che venerdì sera hanno fatto irruzione nelle nostre case e interrotto i programmi televisivi ci hanno lasciati annichiliti ma, non increduli. Avevamo ancora negli occhi e nel cuore l’aereo russo schiantato sul Sinai, i morti ammazzati a Beirut. E ora Parigi.
Vittime di tanto odio sono, come al solito, persone innocenti, povere, ricche, giovani, vecchi, mussulmani, cristiani, atei, senza distinzioni, in luoghi di svago, un venerdì sera, colpevoli solo di trovarsi li, in quel momento.
Sabato mattina c’era tanta gente davanti al Consolato francese per manifestare la solidarietà e vicinanza alla Francia e alle famiglie delle vittime, e alle vittime di tutte le stragi che stanno insanguinando il Mondo, per dire no al terrorismo, no alla guerra, no a chi da subito ha classificato l’accaduto, come una guerra tra religioni, tra culture diverse, a chi ha puntato il dito contro mussulmani e islamici, e invocato la chiusura delle frontiere, mettendo insieme terroristi e profughi, senza vedere che le prime vittime di questi atti sono proprio coloro che scappano dalla guerra e dalla fame e che invece di essere accolti trovano muri e fili spinati.
La risposta al terrorismo non può essere la guerra, abbiamo visto il fallimento di questa politica. Le azioni di guerra, la pretesa di esportare modelli imposti di democrazia, rimuovere con la forza regimi, prima foraggiati e poi non più graditi, hanno finito per alimentare e dare forza al terrorismo e a far nascere e diffondere l’Isis dopo averla fornita di armi.
E mi viene da dubitare che possano essere il G 20, riunito in questi giorni, proprio in Turchia, o i vertici NATO che la prossima settimana si riuniranno a Firenze i cui interventi, definiti a scopo umanitario, non sono stati altro che dettati da ragioni economiche e di sfruttamento di risorse ehanno umiliato e impoverito intere popolazioni.
Anche la Francia dovrebbe interrogarsi sulla sua politica estera che non riesce a dare applicazione alle parole fondative della sua democrazia: Libertà, Uguaglianza, Fraternità che in se raccolgono tutto ciò che serve per una civile convivenza tra i popoli.
E’ necessario non cedere a chi pensa di risolvere questo dramma con altra violenza perché questo è già un mondo dove si muore di bombe e miseria.
Questa guerra si vince cambiando le strategie usate fino ad ora dall’Occidente. Bisogna lavorare per la Pace, per l’accoglienza e l’integrazione senza chiudere le porte a chi è in pericolo e ci chiede aiuto e per sostenere chi si batte per la democrazia e la dignità, (come sta facendo il popolo kurdo), cominciando dal pieno riconoscimento dello Stato Palestinese e nei nostri paesi coinvolgere direttamente le comunità islamiche per favorire la loro partecipazione dove viviamo insieme, unico modo per impedire a giovani nati e cresciuti nelle società occidentali di sposare la cultura dell’odio anziché della civile convivenza.
Voglio chiudere con le parole di Tiziano Terzani che, abbiamo rivisto scorrere, in questi giorni, sui social network e che colgono il punto: “Il problema del terrorismo non si risolverà uccidendo i terroristi ma, eliminando le ragioni che li rendono tali”. (s.spa.)