Unity in diversity, Soyinka: "Contro il relativismo culturale. Per conservare la diversità umana"

Il Nobel per la letteratura alla giornata conclusiva del forum dei sindaci. Insieme a lui il tunisino Abdessatar Ben Moussa

Contro il relativismo culturale. Per conservare la diversità umana. Ma anche la dignità e la libertà di ciascuno. Non si è stancato di ripeterlo il nigeriano Wole Soyinka, classe 1934, premio Nobel della letteratura nel 1986, intervenendo, questa mattina a Palazzo Vecchio, al forum mondiale dei sindaci. Scrittore, poeta e drammaturgo, in tutti questi anni non ha mai sottratto il suo talento letterario alla militanza civile, esponendosi in prima persona nella lotta per la democrazia contro le ingiustizie.
“Dolci sono gli usi della diversità” , ha esordito Soyinka citando, con una modifica, una frase di William Shakesperare.
E proprio i temi dell’importanza della diversità e dei pericoli rappresentati dal relativismo culturale sono stati al centro del suo intervento di oggi.
“Il relativismo culturale – ha sottolineato – è alla base delle società che attuano la discriminazione come modo di essere”. Ma il premio Nobel della letteratura si è scagliato anche per un altro “nemico della diversità”, quell’ “amorfismo culturale” che punta ad “annichilire il passato culturale delle società”.
Prima di lui, sul ‘palco’ del Salone dei Cinquecento, era salito, Abdessatar Ben Moussa, il tunisino premio Nobel per la pace, presidente della LTDH, (la lega tunisina dei diritti dell’uomo). “Se risolviamo i problemi economici e sociali sarà possibile raggiungere la pace”, ha detto, mettendo in risalto l’importanza del “dialogo tra i popoli”, la necessità di “costruire ponti e distruggere i muri che dividono”.
Ai due Nobel il sindaco Dario Nardella ha poi consegnato il ‘Sigillo della Pace’. (fn)