Unity in diversity, Fassino: "Ruolo delle città nella costruzione della pace"
“La pace e la stabilità del mondo sono garantite in primo luogo dalla politica internazionale però c’è anche una responsabilità e un ruolo delle comunità locali. E noi sappiamo che spesso le relazioni tra le città possono produrre e promuovere iniziative, atti e risultati che non sempre la diplomazia degli Stati è in grado di realizzare”. Lo ha detto il sindaco di Torino e presidente dell’Anci Piero Fassino, intervenendo nella sessione pomeridiana del forum ‘Unity in diversity’ dedicata alla discussione tra i sindaci partecipanti.
“Sessant’anni fa l’allora sindaco di Firenze La Pira, grande uomo di pace, riunì i sindaci di tante città del mondo nel pieno della Guerra fredda quando era diviso in due blocchi contrapposti e quando il pericolo di una guerra nucleare gravava sull’umanità. Sessant’anni dopo ci riuniamo in un contesto molto diverso - ha spiegato -: la Guerra fredda non c’è più, come non c’è più la contrapposizione ideologica tra due blocchi, uno dei quali si è dissolto, ma i rischi per la pace non sono minori. L’affermazione della pace rimane una priorità delle nostre agende: di quelle dei governi e delle nostre città”. “Rispetto a quegli anni ci sono due differenze significative: la prima è che non ci sono più guerre locali - ha continuato Fassino -. Viviamo nel mondo della globalizzazione, in un mondo caratterizzato da un elevato tasso di interdipendenza dove tutto quello che accade in qualsiasi angolo ci riguarda direttamente. La sicurezza è un problema che ci riguarda tutti e ogni insidia, ovunque si produca, investe la nostra vita. Da questo deriva la seconda differenza di oggi rispetto a sessant’anni: abbiamo la responsabilità di produrre la sicurezza tutti insieme. Ai tempi di La Pira eravamo tutti consumatori di una sicurezza che la cui produzione era affidata ad altri. Oggi siamo tutti chiamati ad essere produttori della sicurezza che consumiamo”.
“Per gestire le diversità - ha ricordato Ahmed El Ktibi assessore alla solidarietà di Bruxelles - abbiamo sviluppato strumenti politici e urbanistici”. Nella regione di Bruxelles, che conta oltre 10milioni di abitanti, ci sono 170 diverse nazionalità, arrivate in diverse ondate migratorie. “Le istituzioni - ha aggiunto - hanno anche attivato collaborazioni con la società civile per progetti in vari campi”.
Secondo Marianna Savrami, sindaco di Korydallos (Grecia) l’ondata migratoria (“700mila persone negli ultimi 10 mesi”) può “mettere in dubbio il principio della libera circolazione” e per affrontare il problema è necessaria una “soluzione comune ed europea”.
“Kyoto è sopravvissuta per 1000 anni - ha ricordato Yoshimoto Daido, vicepresidente del Consiglio dell’antica capitale giapponese, gemellata con Firenze - perché ha assorbito e assimilato le diverse culture”. “Coniugare tradizione e modernità - ha concluso - permette anche di attirare i turisti”.
Per il sindaco di San Vicente del Caguán (Colombia), Emilio Perez Cuellar, “la responsabilità fondamentale per contribuire alla costruzione della pace è garantire i diritti fondamentali alle persone”. (fp-fn)