Scaletti, Torselli, Xekalos, Noferi: "Ora Nardella corre ai ripari con un nuovo regolamento comunale, ma fino a ieri sminuiva i richiami dell'Unesco"

"Serve una legge nazionale per salvaguardare i siti Patrimonio Unesco"

“L’Amministrazione Comunale – dichiarano Scaletti, (La Firenze Viva), Torselli (FdI) e Xekalos e Noferi (M5S) – adesso cerca di correre ai ripari, rispetto ai richiami dell’Icomos (organismo di valutazione e controllo dell’Unesco) sul degrado e sulla perdita d’identità del nostro Centro Storico. E lo fa buttando giù, in fretta e furia, un regolamento comunale che è poco più che un elenco di buone intenzioni, in quanto lo stesso non avrà alcuna possibilità di incidere e modificare la normativa nazionale in tema di liberalizzazioni delle licenze commerciali e del piccolo dettaglio”.
“Del resto – continuano i consiglieri – era stato lo stesso Sindaco Nardella, qualche giorno fa, a voler individuare proprio nella proliferazione di esercizi commerciali non identitari la “colpa” del degrado del centro di Firenze. E per questo aveva puntato il dito contro le leggi “Salva Italia” e “Cresci Italia” del Governo Monti, omettendo però di sottolineare che il suo Pd quelle leggi le aveva allora votate in maniera compatta ‘et cum gaudio magnum’ e che lui stesso in prima persona le aveva difese ed esaltate come la miglior risposta alla crisi del Paese. Ora per correre davvero ai ripari e rispondere in maniera efficace ai rilievi dell’Unesco, occorre prima di tutto una severa autocritica, se non una vera e propria retromarcia. Occorre riconoscere che quelle leggi hanno rappresentato un vulnus nel governo delle città d’arte (si pensi anche a Roma e a Venezia) e chiederne una revisione visto che a Palazzo Chigi c’è una persona che dovrebbe ben sapere cosa invece servirebbe per non rovinare definitivamente l’immagine di Firenze nel mondo”.
“Quindi – aggiungono Scaletti, Torselli, Xekalos e Noferi – più che di un perlopiù inefficace regolamento locale, c’è bisogno di una risoluzione forte che inviti il Governo e il Parlamento a inserire, nelle norme relative alle liberalizzazioni, una deroga per i siti Patrimonio Unesco, in cui si dica chiaramente che qui i Comuni possono stabilire aperture, orari e tipologie commerciali, laddove la finalità sia la conservazione e la salvaguardia identitaria del Sito Unesco, oppure ad emanare specifiche norme con analoghi criteri e contenuti”.
“Per questo – concludono i consiglieri di opposizione - speriamo che la nostra risoluzione possa venir votata all’unanimità dal prossimo Consiglio Comunale. Il che testimonierebbe un’assunzione di responsabilità vera e una reale intenzione di salvaguardare il nostro Centro Storico. Altrimenti, anche questo Regolamento sarà di nuovo un ‘tutto chiacchiere e distintivo’”. (fdr)

 

Segue il testo della risoluzione

 

Risoluzione
Proponenti: Cristina Scaletti, Francesco Torselli, Arianna Xekalos, Silvia Noferi
Oggetto: conservazione e salvaguardia identitaria Siti Patrimonio Unesco
Il Consiglio Comunale
Visti i decreti Salva e Cresci Italia che hanno introdotto il tema delle liberalizzazioni del commercio sia in termini di orari che di apertura di esercizi invocando il principio della concorrenza, delega statale e non del commercio, delega regionale.
Visto il proclamo della Corte Costituzionale che ha dichiarato illegittima la legge della Regione Toscana che, in nome della competenza esclusiva regionale del commercio voleva difendere i piccoli esercizi dalla deregulation che la legge nazionale avrebbe provocato.
Vista la lettera di Icomos che mette sotto osservazione il Centro Storico di Firenze anche per il tema della perdita di identità.
Viste le affermazioni del Sindaco Nardella che ha indicato come responsabili della perdita di identità del Centro Storico di Firenze, patrimonio mondiale dell’Unesco, le liberalizzazioni.
Vista la discussione in corso circa il Regolamento: “Misure per la tutela ed il decoro del patrimonio culturale del centro storico.”
Visto che essa intende limitare la tipiologia merceologica degli esercizi a cui è consentito aprire nel Centro Storico patrimonio Unesco nonché gli orari,
invita l’Amministrazione Comunale
a farsi promotrice presso il Governo affinchè inserisca in tutte le norme relative alle liberalizzazioni una deroga per i siti Patrimonio Unesco dove si dica espressamnte che i Comuni possono legiferare in termini di aperture e tipologie commerciali laddove la finalità sia la conservazione e la salvaguardia identitaria del Sito Unesco, oppure ad emanare una norma con analoghi contenuti.