49° anniversario alluvione, Armentano (PD): "Onoriamo con il nostro lavoro la memoria del coraggio dei volontari di allora"

Questo l'intervento del consigliere PD Nicola Armentano in occasione del 49° anniversario dell'alluvione di Firenze del 1966


"Vorrò dedicare il mio intervento al grande senso civico che è presente in questa città, al rispetto che i cittadini fiorentini hanno del bene comune, alla loro consapevolezza di vivere la bellezza della propria comunità. Più elementi lo testimoniano. L'aver preso subito coscienza della grave situazione e non aver assolutamente aspettato inviti nel dare il proprio contributo a sostegno del disastro immenso che quelle piogge stavano determinando.

O le azioni di puro eroismo (basti ricordare Maggiorelli, il tecnico idraulico che lavorava ai servizi idrici morto per il suo grande senso di attaccamento al dovere, nonostante lo esortassero telefonicamente a cercare riparo in un luogo sicuro.

O i tanti che si sono preoccupati di adoperarsi mettendo a rischio le loro vite a difesa non solo di altrettante vite  ( ricordo il numero ufficiale di 17 a Firenze la maggior parte anziani e qualche infermo)  ma anche i  sacrifici di persone semplici che vedevano perdersi in pochi attimi  i propri beni  i sacrifici i di una vita intera senza contare quanto fatto per salvaguardare manoscritti di grande e inestimabile valore.
Un merito ascrivibile sicuramente agli Angeli del fango, uno dei primi movimenti giovanili del 20esimo secolo come lo definì allora la magica penna di Grazzini.
O il grande temperamento dimostrato allora come oggi dopo il tornado di agosto. Volersi alzare subito da una grande catastrofe ambientale, segno di virtù, di segni caratteriali forti e pronti a riprendere per mano la propria città nel momento delle difficoltà.

Significa tutto ciò sentirsi integrati e dentro la comunità, io ci vedo un segnale di forte coesione con la città, un senso forte di appartenenza, perché chi vive a Firenze non può restare insensibile al suo fascino, non può non amarla.

Viverci significa portare nel proprio cuore un senso forte di appartenenza, un senso di protezione su quanto di bello e di straordinario ci circonda, frutto di ciò che tanti fiorentini illustri con capacità di ingegno di creatività e di straordinario intelletto hanno lasciato a noi.

Ecco che tutti allora con grande consapevolezza all'epoca hanno voluto dimostrarlo rischiando anche la propria vita per essere un tutt'uno con la propria città.

Un grande compito il nostro; nonsoltanto giustamente ricordare quei giorni e i tanti atti di altruismo, ma impegnarci affinché di fronte a tali eventi le risposte organizzative sul soccorso sopratutto sui più fragili ( anziani e disabili ) siamo sempre più efficaci.
Oggi abbiamo sicuramente molti più strumenti come  quello del grande sistema di allerta  emergenza e assistenza rappresentato dalla protezione civile che oggi garantisce una organizzazione più razionale rispetto a quanto avvenuto in quella occasione , e vista  l'importanza che svolge credo meriti investimenti costanti.
Ma altro grande interesse sarà per noi monitorare  continuamente, mettere in campo provvedimenti urbanistici atti alla difesa dell'ambiente e sorvegliare le variazioni climatiche e i suoi correlati rischi climatici.

Impegnandoci su questi fronti noi avremmo cosi ottemperato a difendere il valore dei tanti che in quei giorni hanno messo in campo il proprio coraggio per i tanti fiorentini in difficoltà.

Ma non solo: credo che l'abbiano fatto anche e sopratutto per difendere la storia della nostra città, e
se oggi noi siamo qui a rappresentarla in questa aula nella sua maestosa bellezza  credo che lo dobbiamo a loro, e con lo stesso senso civico dimostrato allora da tanti fiorentini noi abbiamo l'obbligo di fare altrettanto, per loro e per la Firenze di oggi e di domani.

Potremmo così dire di aver onorato il grande cuore dei volontari di allora". (fdr)