Arianna Xekalos e Silvia Noferi (M5S): Il nuovo Regolamento del Consiglio comunale di Firenze, fra esposti alla Corte dei Conti e ricorsi al Tar

È stato approvato ieri dopo una maratona di diverse sedute del Consiglio il nuovo regolamento del Consiglio Comunale.
Maratona – sottolineano le consigliere del Movimento 5 Stelle Arianna Xekalos e Silvia Noferi – che era iniziata nella Commissione Affari Istituzionali presieduta da Miriam Amato con più di quaranta sedute su questo argomento, per un costo totale di circa 25.760 Euro.
Leggendo i verbali di questa Commissione, soprattutto gli orari di entrata e uscita dei consiglieri abbiamo notato che la permanenza in seduta in alcuni casi si aggirava sui tre minuti, altri cinque, qualcuno anche dieci, altri ancora uscivano per andare ad assicurare il numero legale in altre commissioni e poi tornavano tanto da percepire doppio gettone di presenza.
Per questo abbiamo presentato già a luglio una serie di esposti alla Corte dei Conti, per verificare se tutto ciò e molto altro, sia lecito.
Tornando però agli effetti pratici della revisione del Regolamento il risultato non è stato una sorpresa, partecipando per un periodo ai lavori della Commissione avevamo capito che la maggioranza non aveva nessuna intenzione di fare un regolamento condiviso con tutte le forze politiche, né più né meno di quanto accade regolarmente in Parlamento.
I metodi, come gli scopi, sono gli stessi: nessuna concessione al dialogo per limitare al massimo gli strumenti dell’opposizione.
La stessa scelta del Presidente della Commissione, per la quale avevamo chiesto la sfiducia, è stata strategica per il PD di Palazzo Vecchio.
Un Pd che ha utilizzato come scusante il continuo e spesso inutile ostruzionismo di alcune forze di opposizione, per imbavagliare l’opposizione.
Il M5S fiorentino ha presentato 68 emendamenti, tutti motivati da riferimenti di Legge e Statuti, senza mai fare ostruzionismo fine a sé stesso: abbiamo infatti dichiarato in apertura che non avremmo votato gli emendamenti di questa natura, cercando di ristabilire un equilibrio fra maggioranza e minoranza, nel rispetto della democrazia.
Nessun emendamento da noi presentato è stato accettato, neanche quelli con cui chiedevamo il semplice rispetto della legge, come nel caso dell’art.39 sui diritti di informazione e accesso dei consiglieri, quando chiedevamo di inserire “entro 30 giorni” come previsto dal Testo Unico sugli Enti Locali ed hanno votato in blocco no, adducendo la giustificazione che “sarebbe stato pleonastico”.
Stessa cosa per l’emendamento dell’art. 68 comma 3 con cui chiedevamo l’impossibilità per il Presidente del Consiglio di commentare le idee politiche espresse dai vari gruppi consiliari o di inserire una formula per stabilire che il Presidente nell’esercizio delle sue funzioni debba ispirarsi ai criteri di imparzialità, intervenendo a difesa delle prerogative del Consiglio e dei diritti dei Consiglieri: si tratta di principi che tutti dovrebbero rispettare, ma a quanto pare al Partito Democratico non piace scriverli nero su bianco.
Il culmine si è raggiunto nella discussione all’emendamento all’art. 2 che regola in materia di arrotondamenti, ossia per stabilire il numero dei consiglieri trasformando una frazione in numero intero (esempio: due terzi dei consiglieri in una commissione di otto membri quanti consiglieri sono?). Avevamo chiesto di arrotondare per difetto. Ci hanno detto che la Legge dispone che sia sempre per eccesso, anzi sempre alla cifra intera superiore qualunque sia la cifra decimale dopo la virgola ma leggendo la sentenza 363 del Consiglio di Stato che ci hanno portato a prova, non ci sono dubbi di interpretazione, la Legge non dispone nulla di simile, anzi conferma che “Occorre premettere che la LEGGE (D.Lgs. 18 agosto 2000, n.267) NON DETTA UNA SPECIFICA DISCIPLINA A RIGUARDO, DEMANDANDOLA ALLO STATUTO ED AI REGOLAMENTI COMUNALI.
In alcuni casi avevamo anche chiesto di uniformare il Regolamento allo Statuto visto che adesso fra Statuto e Regolamento del Comune di Firenze ci sono degli articoli in netto contrasto fra loro, ma non sono stati ad ascoltare, devono aver considerato che non fosse importante. È il caso dello scrutinio segreto nei casi in cui le votazioni riguardino persone, lo Statuto lo prevede ma il Regolamento no.In effetti tutti i Presidenti e i Vice-Presidenti di Commissione ad inizio consiliatura, alla presenza della Presidente del Consiglio, che dovrebbe garantire l’osservanza del Regolamento, sono stati scelti per acclamazione lasciando l’urna inutilmente vuota in esposizione sul tavolo.
Ma i casi più eclatanti si sono verificati nelle votazioni degli emendamenti che riguardavano la Commissione Affari Istituzionali e il Gruppo Misto, ambedue nella sfera di interesse della consigliera Amato, che sentitasi evidentemente coinvolta si è abbandonata durante la seduta ad un intervento molto emotivo contro il M5S, cosa che comunque non le ha impedito di votare emendamenti in cui era in palese conflitto di interessi (TUEL art.78 c.2) essendo lei Presidente della Commissione Affari Istituzionali e unica componente del Gruppo Misto a Palazzo Vecchio.
Il risultato è stato che non è passata la possibilità di sfiduciarla come Presidente, rimanendo evidentemente persona gradita al Partito Democratico e sacco pieno per quanto riguarda la possibilità di percepire un gettone di presenza aggiuntivo in quanto Coordinatrice del Gruppo Misto (ricordiamo che è la sola componente) oltre alla partecipazione e voto alle assemblee vietate ai consiglieri “normali” e ai cittadini.
Abbiamo inoltre chiesto di poter discutere nelle Commissioni di tematiche come la sicurezza sociale, le politiche giovanili, il degrado urbano,la sicurezza e la casa: tutti temi che a quanto pare alla Maggioranza non interessa affrontare; nonostante le recenti sollecitazioni di Unesco al Sindaco Nardella.
Altro tema che abbiamo portato in discussione è quello della partecipazione: abbiamo chiesto di permettere ai cittadini di poter partecipare alla Conferenza Capigruppo, ascoltare le registrazioni audio che devono essere obbligatoriamente registrate in ogni seduta delle Commissioni, poter intervenire in Consiglio Comunale se autorizzati dal Presidente su richiesta di uno o più gruppi consiliari e poter esibire cartelli, striscioni o altri messaggi come libera manifestazione del pensiero. Non è stato approvato nessun emendamento.
La cosa ancora più assurda – concludono le consigliere del Movimento 5 Stelle Silvia Noferi ed Arianna Xekalos – è che immediatamente dopo la votazione del nuovo Regolamentodi cui ricordiamo la votazione: PD a favore, SEL/FRS e Gruppo Misto astenuti, contrari M5S, Forza Italia, Fratelli d’Italia e la lista civica La Firenze Viva, è stato presentato un ordine del giorno per rimandare in Commissione la discussione sugli argomenti a capo delle Commissioni Consiliari.
Avevano appena approvato un documento di cui riconoscevano esplicitamente che non era esaustivo!
Per tutti questi motivi il Gruppo Consiliare fiorentino del M5S ha deciso di presentare ricorso al TAR. (s.spa.)