Maggio Musicale, audizione del sovrintendente Bianchi. L'indignazione di Amato (Gruppo misto): "I lavoratori e la cultura considerati solo come numeri da tagliare"

"Sullo sfondo rimangono le incognite per il futuro di questa storica realtà fiorentina che il commissario non ha saputo o voluto dipanare"

“Dopo mesi di attesa la commissione consiliare ha finalmente avuto l’onore di ascoltare direttamente il sovraintendente del Maggio Musicale Francesco Bianchi”. A parlare è Miriam Amato (Gruppo misto aderente ad Alternativa Libera) che torna a puntare il dito sulla gestione del Maggio e sui tagli effettuati negli ultimi anni.
“Durante l’audizione – sottolinea la consigliera – purtroppo non abbiamo sentito parlare di cultura ma di cifre, con vari riferimenti alla necessità dei tagli che hanno visto coinvolti alcuni lavoratori o componenti del corpo di ballo. Una visione esclusivamente economica che ben si addice ad una fabbrica di biscotti, di cioccolato o di abbigliamento, ma che appare inadeguata per una realtà storica e culturale importante come il Maggio”.
“Ma a destare sconcerto e preoccupazione è la scarsa considerazione che il dirigente ha per i lavoratori. Ci sono dipendenti di serie A, lo staff direzionale, pagati con stipendi di tutto rispetto: 12 persone che percepiscono complessivamente 1.196.500 euro l’anno. E poi ci sono le vittime sacrificali: personale ritenuto sostituibile e su cui risparmiare. Considerando che si tratta della storia culturale della nostra città – prosegue la consigliera del gruppo misto – mi sarei aspettata più coinvolgimento ma soprattutto più rispetto per tutti coloro che hanno fatto grande il Maggio Fiorentino negli anni, quelle stesse persone che non hanno in questi anni subito le scelte sbagliate di manager ben pagati, che non sono stati mai chiamati a rispondere delle loro azioni”.
“L’arte e la cultura – conclude Amato – sono materie più alte dell’arroganza e la mia piena solidarietà va a tutte quelle figure che negli anni hanno lavorato nell’ombra senza troppe glorie al servizio della Fondazione stessa. Sullo sfondo rimane purtroppo le incognite per il futuro di questa storica realtà fiorentina che il commissario non ha saputo o voluto dipanare. Una realtà messa in croce dai tagli e dalle deleterie decisioni politiche intraprese negli ultimi anni”. (s.spa.)