Alessio Rossi (PD) : Contrariamente a Manif, il Comune ribadisce l'importanza dell'educazione affettiva-sessuale

Approvata mozione in Consiglio comunale

Presento una mozione – ha illustrato il consigliere Pd Alessio Rossi – che parla da sola. In data 26 febbraio 2015 si è svolta una manifestazione organizzata dall’associazione “La Manif Pour Tous” presso il piazzale Michelangelo dove, come letto dal loro comunicato, hanno occupato più di 600mq. di suolo pubblico, anche se agli uffici non risulta nessuna richiesta e nessun pagamento della cosap.

Quindi l’atto nel primo punto del dispositivo chiede di accertare che sia stato rispettato il dovutoiter amministrativo e, nel caso, di prendere provvedimenti qualora questo non sia accaduto.

Inoltre, viste le forti parole utilizzate da “La Manif Pour Tous” nel loro comunicato, dove paragonano l’educazione affettiva e sessuale svolta nelle scuole, ad un “grave attentato alla libertà educativa delle famiglie” l’atto, nel secondo punto del dispositivo, sostiene l’operato dell’amministrazione per quanto riguardaqueste attività, che da anni vengono portate avanti.

Anzi sollecita un maggiore investimento di risorse in materia, perché l’educazione affettiva e sessuale è uno strumento fondamentale per informare ed educare i ragazzi al rispetto delle diversità e a vivere serenamente con coscienza e responsabilità la propria vita sessuale.

Ringrazio tutti coloro che hanno sottoscritto la mozione (approvata dal Consiglio comunale con 24 sì e 2 no), membri dell’opposizione e della maggioranza perché credo che su questi temi non vi debbano essere stupide divisioni.

Concludo ricordando un episodio: Quasi tre anni fa, a Roma, un ragazzo di 15 anni che si chiamava Andrea veniva schernito a scuola come il “ragazzo dai pataloni rosa”. Era quello il colore assunto da un paio di jeans dopo un bucato non riuscito. Nonostante lo sbaglio, ad Andrea piacevano quei pantaloni, e li indossava volentieri. Fino a quando questi non lo portarono ad essere bersaglio e vittima di offese e vessazioni da parte di alcuni compagni di scuola, in cui venne deriso e additato come omosessuale.

“Non fidatevi del ragazzo con i pantaloni rosa, è frocio”, questo trovò scritto nel suo banco di scuola.

Fu così che qualche giorno dopo questi atti di bullismo e cyberbullismo, decise di farla finita, legandosi una sciarpa stretta al collo e lasciandosi andare. Scappando da quel mondo ostile.

Il compito della politica – conclude il consigliere Alessio Rossi – non può essere quello di indignarsi e rammaricarsi di fronte ad episodi del genere e poi dimenticarsene, il nostro compito e dovere è quello di intervenire per far sì che queste tragedie non accadano più. Magari se in quella classe e in quella scuola, si fossero portate avanti queste attività extracurriculari, magariAndrea sarebbe ancora lì dove doveva stare, fra i banchi di scuola per costruire un futuro. (s.spa.)