Relazione del sindaco sulla cultura. Miriam Amato (Gruppo Misto): "Per Nardella Firenze è una cartolina da rendere allettante per i turisti"

"Per me una splendida città in cui crescere nuove generazioni in un clima di solidarietà e legalità"

Come non trovarsi d’accordo con chi sostiene la necessità di estendere la cultura in modo capillare su tutto il territorio, da rendere accessibile e fruibile, per riqualificare delle aree periferiche, che necessita di sostegno e incentivi. Chi non pretende una Firenze degna del suo glorioso passato, e ci rammarichiamo che nella nostra cara città da troppi anni ormai i nuovi Uffizi sono in cantiere, che i soldi destinati per completarli forse non ci sono, la città della cultura in cui un intero corpo di ballo, viene falcidiato oltre al resto dell'odissea del Maggio Musicale. Una città che non deve far altro che tutelare l’immenso patrimonio che possiede, in cui non mancano le contraddizioni mentre nell’area di San Salvi libri storici unici in Italia per la loro tipologia stanno ammuffendo in una vecchia e dimenticata biblioteca. In cui la biblioteca Nazionale non gode di piena salute. Vede Signor Sindaco abbiamo un concetto diverso di cultura, per me la cultura e il pane con cui nutrire le nuove generazioni e solo in secondo luogo un traffico d’affari per una cartolina appetitosa. Ha citato le periferie, mi faccia capire si riferisce a zone come Quaracchi dove da un anno non siete neanche riusciti a rimuovere le carcasse dei mezzi abbandonati, al cui interno si trovano rifiuti di ogni tipo,oppure della zona di Novoli dove le prostitute operano in pieno giorno anche nei parchibimbi, o forse dell’Isolotto dove la gente ha paura di tornare dal supermercato perché le aggressioni sono all’ordine del giorno, così come i furti. Vede questa di cui le racconto è la Firenze che lei probabilmente non conosce, di cui parla senza aver incontrato lo sguardo di quelle mamme che temono per l’incolumità per i loro figli. La cultura è il pane per le nuove generazioni ma le nostre generazioni hanno paura... e soprattutto non trovano spazio per esprimersi. Cosa c’è per i giovani artisti? Dove elaborano le loro opere, dove le espongono, vogliamo nuovi artisti o ci accontentiamo di vederli andar via? Ci sono piccole compagnie teatrali e di altre espressioni artistiche che in modo del tutto anonimo lavorano sui nostri territori e non sempre trovano sostegno, anzi fanno fatica ad andare avanti nonostante il loro enorme contributo al nostro tessuto cittadino.
Per lei Firenze è una cartolina da rendere allettante per i turisti, per me una splendida città in cui crescere nuove generazioni in un clima di solidarietà e legalità che possa garantire anche prospettive per i nuovi artisti del futuro. (s.spa.)