Scaletti (La Firenze Viva) replica alla presidente Del Re sulla "Carta di avviso pubblico"

Questo l’intervento della consigliera Cristina Scaletti (La Firenze Viva)

“Cecilia Del Re, Presidente della I Commissione (Affari Generali, Organizzazione e Bilancio) ha inteso replicare – peraltro in modo molto garbato – alla mia denuncia per la mancata adesione del Comune di Firenze alla “Carta di Avviso Pubblico”.
Intanto, la ringrazio per l’attenzione e spero anche mi permetta di fare un paio di osservazioni al suo scritto che ritengo in questo passaggio registri almeno un doppio passo falso. A lei valutare quale dei due sia il più grave.
Il primo attiene a una questione di metodo. Poiché è intervenuta in qualità di Presidente di commissione, non avrebbe dovuto (e son certa che in futuro sarà più accorta) dimenticare di essere una figura istituzionale e di garanzia e di dover rappresentare sempre tanto le ragioni della maggioranza quanto quelle della minoranza. Da qui un invito: la prossima volta faccia maggiore attenzione nel calarsi nelle vesti di avvocato d’ufficio del Pd, mescolando ruoli e funzioni.
Il secondo passo falso attiene al merito della questione. La “Carta di Avviso Pubblico” non è un articolato di legge, non è normativa aggiuntiva a quelle già in essere per una corretta amministrazione della cosa pubblica. Quel documento è una sorta di codice etico, un codice comportamentale e per questo non prevede alcuna sanzione per comportamenti contra legem. A questi penserà la magistratura. Mentre per chi accetta regali, cumula cariche e incarichi ci sarà soltanto il giudizio degli elettori. Tra l’altro la cronaca ci offre proprio oggi un chiaro esempio di comportamento rispettoso della legge ma contrario all’etica e alle buone pratiche: Michele Emiliano, neoeletto presidente della Puglia, ha assunto come sua portavoce quella che nella vita è anche la sua compagna. Ecco, uno come lui di certo non può firmarla la “Carta di Avviso Pubblico”, così come non la può firmare chi ha parenti o congiunti in affari con l’Amministrazione comunale che guida o chi nomina in una Giunta un assessore già rinviato a giudizio per reati contro la pubblica amministrazione. O, meglio, uno la può anche firmare. Ma ci vuole una gran bella faccia tosta. Oppure, com’è successo l’altro giorno in Commissione, si cavilla, ci si accapiglia, ci si indigna con gran dignità”. (fdr)