Silvia Noferi (M5S): "Ditelo ai partigiani!"
Ditelo a chi è morto credendo in un ideale di democrazia che a Firenze la mostra che dovrebbe testimoniare le sofferenze dei fiorentini ele distruzioni portate dalla guerra è allestita in due piccole sale al piano terra di Palazzo Medici Riccardi.
I pochi fondi a disposizione hanno permesso un allestimento pietoso nonostante l’impegno e la preparazione dei curatori.
Qualche asse di legno mal fissata alle pareti su cui sono state incollatele fotografie di Firenze negli anni del regime fascista e della guerra. L’illuminazione insufficiente non permette di vedere le fotografie incollate l’una a ridosso dell’altra per mancanza di spazio; le sagome di personaggi a grandezza naturale poste nella seconda sala impediscono la già difficile visione delle fotografie creando un’impressione di sovraffollamento e confusione prospettica.
Un allestimento non degno di una città come Firenze, medaglia d’oro per la Resistenza.
Un allestimento che non può essere quello diun Paese che intenda veramente ricordare cosa è stata la guerra, di un Paese che voglia insegnare ai suoi cittadini quali siano stati i meccanismi di convincimento dell’opinione pubblica che hanno consentito ad un regime dittatoriale di emanare leggi razziali, perseguitare chi dissentiva e invadere paesi stranieri per sottometterli e sfruttarli.
A Firenze l’inossidabile Partito Democraticosi è accaparrato la memoria storica della Resistenza e il suo valore testimoniale per le generazioni future, se questo è il modo con cui intende onorare quei valoridite ai vecchi e nuovi “partigiani” di riprendersi ciò che è loro perché è caduto nelle mani sbagliate.
Questo e il precedente governo sinascondonodietro alla solita lamentela che non ci sono i fondi, ma perché chi comanda non si impegna ma in una seria lotta all’evasione e alla corruzione? I soldi ci sono e lo dimostrano i ripetitivi scandali sulle ruberie organizzatetra cooperative, politica e mafia. Un tesoro enorme che viene depredato da “professionisti del malaffare” per essere spartito fra pochi eletti.
I soldi ci sono per costruire grandi opere inutili, ci sono per spianare colate di cemento distruggendo terreni fertili, avvelenando l’ambiente con inceneritori e aeroporti, perché non ci sono per curare il patrimonio storico-artistico?
Perché le istituzioni culturali più prestigiose (vedi a titolo di esempio la Biblioteca Nazionale, l’Archivio di Stato, l’opificio delle Pietre Dure, l’Accademia della Crusca e molti altri) devono sopravvivere con qualche elemosina nonostante Firenze sia invasa dal turismo di massa?
A settant’anni di distanza dalla Liberazione il museo storico della Resistenza e le sue mostre attendono ancora una collocazione adeguata.
I soldi ci sono e noi tutti dobbiamo pretendere rispetto e cura per la nostra Storia e le nostre Memorie.
Silvia Noferi (M5S - Firenze)
(s.spa.)