Cristina Scaletti (La Firenze Viva): "Invito Ubaldo Nannnucci e Izzedin Elzir ad incontrarsi a Palazzo Vecchio, luogo di ascolto e di pace e casa di tutti"

“Il giorno dopo l’orrenda strage di Dacca, in cui son stati torturati e uccisi una ventina di ostaggi, fra i quali anche nove italiani, ho scritto su Facebook per gridare il mio orrore: “Una scia di terrore e fanatismo che insanguina il pianeta (...) oltre alle lacrime, alla paura e alla rabbia, pochi altri sentimenti sono possibili purtroppo (...) Ma la storia ci insegna che fanatismo e violenza, quando più strutturati o quando apparentemente disordinati non sono mai solo impulso e istinto”.
Fra i vari commenti, anche uno di Ubaldo Nannucci, nel quale il Presidente dell’Anpi di Firenze sosteneva tra le altre cose che “l’Occidente si rifiuta di vedere che è la dottrina islamica incompatibile con i principi di libertà e di parità dei diritti tra uomini e donne che caratterizzano l’occidente” e che la distinzione “fra Islam moderato e radicale” è soltanto un espediente per non ammettere che non si ha il coraggio di pretendere da coloro che seguono quella dottrina una chiara e formale condanna di ogni forma di violenza e discriminazione cui subordinare il godimento dei diritti civili che riconosciamo giustamente a tutti gli stranieri. viceversa, per ingraziarceli, gli concediamo moschee, nelle quali le donne non sono ammesse”.
Ne è nata una polemica con Izzedin Elzir, guida della comunità islamica di Firenze e presidente dell’Ucoii, che a sua volta ha accusato Nannucci di voler “gettare benzina sul fuoco”, mentre questo è il momento di far intervenire i pompieri per domare l’incendio.
Non c’è dubbio – prosegue la capogruppo de La Firenze Viva Cristina Scaletti – che il tema dell’Islam e del fondamentalismo religioso, oltre che di strettissima attualità, sia anche fra i più complessi e delicati da trattare. Facile, poi, che gli animi si possano subito infiammare.
E lo spazio di un post o di una dichiarazione non è certamente il più adeguato per trattarlo.
Ma possiamo (dobbiamo) costruirlo insieme uno spazio e un momento di confronto. Mi piacerebbe tanto che Ubaldo e Izzedin accettassero il mio modesto invito ad incontrarsi. Magari, qui a Palazzo Vecchio, da dove scrivo questa nota. Perché questa è la casa di tutti i fiorentini e di tutti gli uomini di pace, come ci ha insegnato il sindaco Giorgio La Pira. In una di queste sale, potrebbero scegliere loro se confrontarsi in maniera riservata oppure davanti ad un più vasto pubblico. Sarebbe certamente un gran bel segnale di ascolto reciproco e un piccolo, piccolissimo contributo alla pace del mondo che – dopo Parigi, Bruxelles, Orlando, Dacca e Bagdad – ne ha bisogno più che mai”. (s.spa.)