Fusione Mukki con Torino. Silvia Noferi e Arianna Xekalos (M5S Firenze): "Essere soli e contrari al Pensiero Unico è la specialità del M5S"
“Inizialmente avevamo creduto che la fusione con la Centrale del Latte di Torino fosse l’unica strada per proteggere lo stabilimento di Firenze, i lavoratori, la filiera dei piccoli produttori locali e i consumatori. I consumatori adesso sono garantiti dalla produzione di latte e derivati di qualità, fatti con latte toscano, anzi addirittura delle zone circostanti Firenze come il Mugello. Durante i lavori nelle Commissioni – spiegano le consigliere del Movimento 5 Stelle Silvia Noferi e Arianna Xekalos – è stata presentata come l’unica strada per scongiurare la vendita alle grandi aziende del nord che usualmente tendono a livellare diritti e prodotti per questo anche il M5S aveva votato a favore.
Dalla lettura dei patti parasociali e tutti gli altri documenti si evince che la soluzione adottata dal PD non offre nessun vantaggio rispetto alla vendita tout-court.
I lavoratori e i loro diritti acquisiti, non sono menzionati in nessun documento, come se non esistessero. Non viene data nessuna garanzia sul loro futuro come non viene data alle centinaia di piccoli allevatori locali che sopravvivono vendendo il loro latte alla Centrale di Firenze e che sono la base indispensabile per preservare la qualità dei prodotti del marchio storico Mukki.
Non vengono menzionati perché non è stato fatto un piano industriale.
Ogni operazione straordinaria di simile portata, richiede un progetto, un indicazione sulla gestione aziendale futura, sulle politiche che si riterrà opportuno perseguire, sui vantaggi che ne deriveranno ai soci, ai lavoratori e in questo caso anche ai consumatori.
La proposta di patti parasociali che indicano con dovizia di particolari i dettagli relativi alla composizione del nuovo cda della CLI, comprendendo già i Nomi del Presidente e del vice-presidente, guarda caso dei soci privati della CLT, mentre tutti gli altri dovranno essere designati successivamente ci mette in allarme.
Come mai è stato deciso di accettare questa subalternità palese fin dall’inizio all’odierno management aziendale di Torino?
Perché nella stima del valore della CLF non è stato considerato il reale valore di mercato del marchio Mukki che è oggi notevolmente superiore al suo costo storico a bilancio? Si tratta di un valore di diversi milioni di Euro che è stato ignorato portando al calcolo di un rapporto di concambio nettamente a favore della Centrale del Latte di Torino.
Perché sono stati scelti metodi di valutazione che non hanno correttamente valutato il valore e l’importanza degli stabilimenti e dei macchinari del moderno stabilimento di Firenze?
Rimane il fatto – proseguono le consigliere del Movimento 5 Stelle Xekalos e Noferi – che in seguito a questa fusione non sapremo cosa deciderà il nuovo cda al cui interno ricordiamo siede Elsa Fornero e non sappiamo, perché non è scritto da nessuna parte come verrà costituito il ramo d’azienda Centrale del Latte di Toscana.
Sappiamo che avrà un suo cda e potrebbe essere l’occasione per garantire le poltrone ai soliti noti.
Per la Centrale del Latte di Firenze niente di diverso della mancanza di garanzie connesse alla semplice vendita ad un grosso gruppo industriale, anzi, forse in questo modo l’azienda viene svenduta a favore di qualche privato.
Vista la mancanza di alternative ci chiediamo anche come mai non è stata considerata strategica questa Centrale? Poteva essere strategico per un’Amministrazione Comunale, proteggere i 160 lavoratori e 2500 produttori locali per evitare ripercussioni negative sul tessuto sociale e sui consumatori?
Un’azienda pubblica – concludono le consigliere del Movimento 5 Stelle Noferi e Xekalos – deve sempre e solo perseguire il bene collettivo e tutelare gli interessi dei cittadini, non di quelli dei consigli di amministrazione.
Come non terminare con il dubbio, fortissimo e sempre più chiaro che la CLF si trova in una posizione cruciale all’interno del triangolo d’oro dell’urbanistica fiorentina; è infatti collocata in un’area fra il sito del nuovo aeroporto e dal nuovo stadio/cittadella commerciale. Sarà più facile spostarla in un altro luogo? Magari in un altra regione, per togliere questo impiccio?
I consiglieri del PD continuano a meravigliarsi che il M5S sia l’unico gruppo politico a non adeguarsi al pensiero unico e a prendere decisioni diverse e autonome rispetto alle loro eppure non è una novità”. (s.spa.)