Cellai (FI) e Torselli (FdI-An): "Una targa sul luogo della morte di Giovanni Gentile"
Questo l’intervento del capogruppo di Forza Italia Jacopo Cellai insieme al collega di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale Francesco Torselli
“Il Sindaco Nardella è stato uno dei pochi esponenti politici di sinistra che abbiamo conosciuto in grado di affrontare i delicati temi del 25 aprile e della Liberazione partendo da un’approfondita analisi storica. In un suo intervento in Consiglio Comunale non ebbe paura di ricordare cose positive compiute dal fascismo e da alcuni suoi esponenti anche per la nostra Firenze, senza mai per questo dimenticare, nel suo discorso, di mettere in chiaro che nessun risultato, che si trattasse di una riforma o di un’infrastruttura o di un’istituzione sociale e/o culturale, potrebbe comunque cancellare le responsabilità e i crimini del fascismo e cancellarne la memoria. Nessuna revisione dunque, nessuna riabilitazione. Ma un atteggiamento di certo più sereno e senza la paura o il livore di ricordare qualcosa o qualcuno. Per questo oggi, nel 72° anniversario dell’omicidio di Giovanni Gentile, rinnoviamo la proposta, avanzata già lo scorso anno, di porre una targa sul luogo della sua morte.
Questa figura straordinaria della cultura del novecento italiano, studiato ancora oggi in tutta Europa, in Italia e a Firenze, si cerca invece in ogni modo di lasciarla da parte. Perché in Gentile e nel suo omicidio si condensano terribilmente tutte le più dolorose e acute contraddizioni sanguigne di un popolo durante la sua guerra civile.
Una targa sul luogo della sua morte, che già è stata approvata anni fa dalla commissione toponomastica e mai apposta, non sarebbe certo né un attacco alla Resistenza né un’offesa alla Liberazione, ma soltanto il segno di una rinnovata e maturata coscienza di questa città che, nella consapevolezza di chi sia stato Giovanni Gentile e di cosa abbia fatto come esponente del fascismo, non rinuncia a ricordare il valore che lo stesso ha espresso come intellettuale e la tragica fine della sua esistenza, ad appannaggio della riflessione dei più giovani”. (fdr)