Maggio, audizione nelle commissioni Cultura e Lavoro del sovrintendente Bianchi, Scaletti: "Le colpe degli altri"

Queste le dichiarazioni della consigliera Cristina Scaletti (La Firenze viva) dopo l’audizione del sovrintendente del Maggio Musicale Fiorentino Bianchi da parte delle commissioni consiliari Cultura e Lavoro.


“A sentire il sovrintendente Bianchi la sua gestione del Maggio è ineccepibile. E molto cattivi sono i politici che attaccano, i giornalisti che fanno polemica, i lavoratori che protestano e la Regione che ritarda nell'erogazione dei fondi o disattende gli impegni economici presi.
Insomma i meriti sono tutti suoi e le colpe tutte degli altri. È trionfante quando racconta che ha ottenuto lo stralcio di 16 milioni di euro di debiti da parte delle banche e non spiega come ci sia riuscito. Eppure agli italiani interesserebbe conoscere questa nuova missione benefattrice degli istituti bancari.
Ha disatteso tutti gli obiettivi previsti nel piano di risanamento per quanto riguarda le sponsorizzazioni private ma la colpa è dei fiorentini che non versano e delle amministrazioni che lo hanno preceduto e hanno reso il Maggio poco attraente per via dei debiti. Non paga i fornitori e gli artisti e la colpa del danno di reputazione che sta facendo il giro del mondo con il video del baritono Stuart che accusa il Maggio di non pagare è della scarsità di soldi. Peccato che, nel panorama nazionale, quella del Maggio sia la Fondazione che ha ricevuto tra i finanziamenti più alti. Il super commissario Pinelli non presenta certo una relazione morbida al Senato sul Maggio ma la colpa sarà senz'altro la sua.
Pare che la vendita del Goldoni non compaia nella relazione al bilancio previsionale 2016 (anche se a noi non risulta così) ma in ogni caso è tra i patrimoni disponibili della Fondazione conferiti dal Comune: quindi la colpa è della delibera del consiglio comunale se verrà venduto.
Certo è vergognoso che un comune dichiari disponibile un bene culturale che dovrebbe essere indisponibile e inalienabile; ma il ruolo del sovrintendente dovrebbe essere prima di tutto culturale e la vendita di un teatro dovrebbe fare accapponare la pelle anche a lui, ma niente: nessuno che si indigna, solo quei gufi dei giornali e dei consiglieri di opposizione che dovrebbero evitare di disturbarlo e lasciarlo lavorare in santa pace.
Nessun errore neanche nella scelta dei criteri scelti per licenziare i lavoratori da passare ad Ales, nonostante le sentenze. E qui la colpa di chi è? Possiamo provare ad immaginare.
Insomma, nessuno ha capito il sovrintendente Bianchi: né i lavoratori, né gli orchestrali, né i ballerini (ex), né i giornalisti, né i consiglieri di opposizione, né il super commissario Pinelli. Nessuno. Perché la colpa è degli altri, delle amministrazioni precedenti, della crisi mondiale, dell'Europa, della congiuntura negativa, dell'anno bisestile.
Del sovrintendente no, sua no”. (fdr)