Le commissioni Lavoro e Pace e Diritti Umani approvano all'unanimità la risoluzione contro il caporalato, proposta da Miriam Amato

La consigliera comunale del gruppo misto: "Un atto di civiltà. I numeri sono impressionanti ed il fenomeno si sta estendendo a causa della crisi"

“Un atto di civiltà”. Così la consigliera del gruppo misto Miriam Amato commenta la risoluzione approvata all’unanimità dalle commissioni Lavoro e Pace del Consiglio Comunale di Firenze: un atto per contrastare il caporalato, proposto da Miriam Amato, che entrambe le commissioni hanno da subito sostenuto.
“Si tratta purtroppo di un fenomeno – afferma Amato – che presenta caratteristiche più strutturali nel Mezzogiorno, mentre appare più legato a forme di evasione ed elusione fiscale nel Nord d'Italia, e che interessa principalmente i lavoratori immigrati che, per oggettivi motivi di necessità, riconducibili anche al fatto che il lavoro costituisce un requisito indispensabile ai fini di un loro regolare soggiorno nel Paese, sono maggiormente disposti ad accettare lavori irregolari e sottopagati, con turni massacranti e in condizioni di pericolo per la salute". Ad essere coinvolti anche altri soggetti deboli della società, come i giovani e le donne lavoratrici italiane, vittime di una crisi economica e di un mercato del lavoro che spesso non è stato grado di favorire i necessari raccordi con il mondo della scuola e che non hanno potuto beneficiare di efficaci attività di formazione e di adeguate politiche di conciliazione” sottolinea la consigliera. E le cifre fornite dall'ultimo rapporto «Agromafie e caporalato» della Flai-Cgil sono “inquietanti”: “Sono circa 400.000 i lavoratori - continua Amato - che potenzialmente trovano un impiego tramite i caporali, di cui circa 100.000 presentano forme di grave assoggettamento a condizioni abitative e ambientali considerate paraschiavistiche”.
Con l’atto, che dovrà essere ratificato dal Consiglio Comunale, l’impegno è quello di “dare piena attuazione alla “Rete del lavoro agricolo di qualità” – è scritto nella risoluzione – coinvolgendo enti territoriali e locali, al fine di rendere operative ed efficaci tutte le forme di intermediazione pubblica fra offerta e domanda di lavoro”. “Ma anchea mettere in atto azioni di prevenzione e contrasto al lavoro irregolare e al caporalato – conclude Amato – così come ad adottare misure di protezione a tutela dei lavoratori che denuncino tale reato, una maggiore collaborazione tra le forze dell’ordine e una condivisione delle banche dati tra gli enti preposti ai controlli. Il messaggio che la risoluzione vuole lanciare è che nessuno può essere lasciato solo di fronte alle condizioni disumane di queste forme di schiavismo. Solo con una maggiore tutela dei diritti può essere superata l’attuale crisi economica e sociale”. (s.spa.)