Giornata speciale sulla disabilità intellettiva. Nicola Armentano (Presidente Commissione Politiche sociali e della salute, sanità e servizi sociali): "Un problema che investe due milioni di cittadini"
“La disabilità intellettiva intellettiva è un problema che investe due milioni di cittadini ma pochi sanno concretamente i disagi che rappresenta davvero il problema della disabilità. La discriminazione e l'incomprensione con cui si confrontano ogni giorno questi cittadini “invisibili”. Ricordo – ha illustrato in consiglio comunale il presidente della Commissione Politiche sociali e della salute, sanità e servizi sociali Nicola Armentano – che le persone che ne sono afflitte possono avere talenti e competenze e dovrà essere nostro compito impegnarci a capire quali siano e come
svilupparne le potenzialità che è in ognuno di loro. Ogni giorno dobbiamo pensare a come rendere la nostra comunità, il nostro luogo di lavoro, la nostra scuola o qualunque altro sia il luogo che frequentiamo più rispettoso e inclusivo. E' un invito forte quello che chiedo a Lei presidente, a voi assessori e a voi colleghi. Ed è l'invito a condividere quel che i ragazzi hanno fatto risuonare con voci emozionate, ma decisa, qualche giorno fa al Quirinale quando hanno chiesto che questa sia davvero l'ultima generazione di persone con disabilità intellettiva costretta a vivere in maniera discriminata, esclusa, alla quale sono in parte stati negati i propri diritti e che non sia negato il giusto rispetto. Noi dobbiamo impegnarci per impedire che tutto ciò possa ritrovarsi nelle generazioni future. Abbiamo la necessità e il dovere di favorirel'inclusione. Che la diversità – prosegue il presidente Armentano – diventi un moltiplicatore di forza sociale affinché si possano abbattere le barriere, che i limiti della nostra organizzazione, le nostre mancanze, anche culturali, possano essere al più presto superate in modo da non rendere le persone con disabilità relegate alla marginalità o vittime di discriminazione quotidiane. Noi tutti lo percepiamo sicuramente e siamo consci delle loro difficoltà, ma dobbiamo concretizzare le nostre sensibilità.
Queste persone hanno attitudini in diversi campi di interesse e tutte, dico tutte, hanno la capacità di contribuire a rendere il nostro paese migliore. Un paese dove una civiltà europea nata per abbattere il ricordo di muri e fili spinati, sorta per costruire un mondo di persone libere e uguali nella diversità, come dice anche il presidente Mattarella, ha il dovere di difenderne il valore della vita e della loro convivenza. Il nostro intento deve essere quello di promuovere la conoscenza di queste patologie, diffonderne la solidarietà verso le persone che ne sono affette e, soprattutto, nei familiari coinvolti in una gestione di un percorso difficile che ha sicuramente un inizio ben preciso e, sicuramente, una fine non ben definita. Il governo ha stanziato adeguate risorse, 90 milioni da parte del ministero della salute, per il “dopo di noi” e altre risorse importanti sul tema ma occorrerà una maggior penetrazione nel tessuto sociale creando più interesse con convegni, manifestazioni, mostre e quant'altro per promuovere sempre di più la presenza sul territorio di queste tematiche. Serviràa rendere sempre più sensibile le cittadinanze, proprio come accaduto ieri nel quartiere 3 grazie ad una associazione di commercianti “Lo scarabeo” con una bellissima manifestazione a sostegno del volontariato, attore spesso protagonista in questo mondo della disabilità intellettiva. Il nostro compito non finisce qui – prosegue Nicola Armentano – e dobbiamo cercare di permettere che nei Lea (i livelli essenziali di assistenza) la diagnosi, la cura e il trattamento possa riguardare sempre più malattie della disabilità intellettiva, come fatto di recente con l'autismo. Dobbiamo promuovere appropriatezza e qualità degli interventi assistenziali nei disturbi dello sviluppo. Abbiamo bisogno di elaborare maggiormente dei progetti in chiave psicosociale superando il mero approccio sanitario e dobbiamo favorire la ricerca scientifica e tutto quello che ruota intorno. Lo dobbiamo a loro – conclude Armentano – alla loro storia, alla loro dignità”. (s.spa.)