Consiglio comunale a Sollicciano, l'intervento di Eros Cruccolini
Questo l'intervento del garante dei detenuti del Comune di Firenze Eros Cruccolini, che ha partecipato oggi alla seduta del consiglio comunale a Sollicciano:
"Gentilissima Presidente, ho visto la sua richiesta di relazione da presentare al Consiglio Comunale, ritengo che la scelta di venire nell’istituto penitenziario di Sollicciano sia molto importante perché solo vedendo con i vostri occhi e sentendo direttamente dalle persone, potete rendervi realmente conto di quali siano le condizioni di vita attualmente vissute presso il carcere di Firenze. Le persone non hanno molte occasioni collettive per riportare il loro pensiero e le loro esperienze, solitamente si dice che le persone ristrette non hanno voce, facciamo in modo che non passi molto tempo per fare momenti di verifica rispetto ai problemi evidenziati. Cerchiamo di dare continuità e fiducia a persone molto spesso inascoltate. La mia relazione avrà quindi una impostazione diversa dal passato e alla luce dell'esperienza che si concretizzerà lunedì prossimo, mi permetto di proporLe di rivedersi in uno dei prossimi Consigli Comunali in Palazzo Vecchio.
Le persone detenute sono l'anello debole del sistema carcerario, infatti oltre che vedersi limitare la propria libertà personale vengono di fatto e ingiustamente privati di tanti altri diritti.
Sono convinto che ci sia bisogno di un intervento sostanzioso se realmente vogliamo cambiare le condizioni di vita delle persone ristrette e di chi ci lavora quotidianamente.
Il Presidente del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria, non ha fatto mancare il suo apporto, che però si è limitato a piccoli progetti di riqualificazione, quali il rifacimento dei passeggi, delle docce etc... Interventi certamente necessari ma insufficienti per risolvere le gravi carenze strutturali ed igienico-manutentive che affliggono ormai da anni Sollicciano e parzialmente anche l’Istituto Mario Gozzini, senza contare il mal funzionamento di servizi primari, come il riscaldamento e l’acqua calda.
C'è poi il bisogno urgente di rispondere alle carenze della pianta organica della Polizia Penitenziaria e dell’area educativa, figure portanti sia per quanto riguarda la sicurezza, sia per la parte trattamentale.
Nel giro di due anni il cambio di ben quattro Direttori non è stato di aiuto per avviare un progetto di continuità e stabilità necessario e indispensabile per il raggiungimento degli obiettivi di cambiamento, cosa diversa e quindi positiva l’esperienza dell’Istituto Mario Gozzini, realtà a custodia attenuata per uomini, dove c’è stata continuità nella direzione.L'Associazione Antigone ha messo più volte in evidenza la necessità di cambiare il sistema organizzativo del personale in carcere, in funzione dei servizi da erogare alle persone detenute. Condivido questo concetto che chiaramente deve vedere coinvolti come primi attori il Ministero della Giustizia e il Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria.
Il sistema carcerario attuale è complesso e problematico e come se non bastasse, l'evasione di tre detenuti avvenuta nel febbraio 2017, ha comportato tutta una serie di limitazioni ed ancora oggi la vita in sezione delle persone detenute non è ripresa regolarmente. In sintesi chi ha pagato in termini negativi sono i 700 detenuti che sono rimasti dentro.
Altra considerazione che vorrei portare a vostra conoscenza riguarda l’erogazione del servizio mensa che prevede la somministrazione di colazione, pranzo e cena. Le gare erano state bandite per un ammontare di circa 3,70 euro a persona, lascio a voi immaginare il livello qualitativo degli alimenti somministrati.
Come Ufficio del Garante in questi anni abbiamo cercato di costruire una rete di relazioni e di rapporti, grazie anche ad un significativo aiuto del mondo del volontariato (Pantagruel, L’Altro diritto, Avp, referenti delle varie confessioni religiose presenti all’interno del carcere). Abbiamo ascoltato le necessità e i bisogni delle persone che hanno richiesto colloqui, cercando di attenuare le ansie, le preoccupazioni, il senso di frustrazione e di abbandono. Per questo siamo entrati in contatto con le figure interne ed esterne (avvocati, Serd territoriali, assistenti sociali) che hanno a che fare con le persone detenute.
Abbiamo cercato di sollecitare laddove è stato possibile, un avvicinamento con i familiari, in particolare con i propri figli. Riguardo a questo importate aspetto della genitorialità, a Sollicciano è attivo un progetto dell’Associazione Telefono Azzurro finanziato dalla Regione e al Gozzini è presente l’Associazione Bambini senza sbarre, grazie al contributo economico dell’Ente Cassa. Nei prossimi mesi lavoreremo anche insieme all’associazione delle comunità terapeutiche e il settore socio sanitario della Regione, per rivedere nei regolamenti delle comunità terapeutiche, la parte relativa ai contatti e rapporti con le famiglie e in particolare coni figli.
E’ fondamentale recuperare e far mantenere alle persone detenute le proprie responsabilità genitoriali, però il Dipartimento e il Ministero non possono pensare che le istituzioni locali debbano fare supplenza alle loro carenze. Quindi in prospettiva sarebbe importante che Cassa Ammende, che a tutt’oggi ha finanziato prevalentemente interventi manutentivi e strutturali, finanziasse anche progetti di natura educativa e culturale: progetti per promuovere la genitorialità, progetti specifici per i sex offenders e i trans ecc...
L’Ufficio del Garante ha potuto sviluppare la sua massima potenzialità, anche perché supportato da due ragazze del servizio civile, fortemente motivate e competenti. Ultimamente siamo tornati a ranghi ridotti e perciò siamo in difficoltà a rispondere a tutte le richieste di colloqui; siamo comunque convinti di richiedere alla nuova Direzione uno spazio di supporto all’interno del carcere, per garantire una maggiore presenza e rispondere in talune occasioni a situazioni di emergenza. Visto che agli onori della cronaca, del carcere si parla solo quando avvengono fatti negativi, è stato significativo l’impegno del Sindaco di voler accendere i riflettori sul carcere attraverso iniziative culturali di grosso rilievo sul piano cittadino, come la “Notte Bianca” e l’apertura dell’Estate Fiorentina.
La proposta culturale è sicuramente un veicolo importante per far emergere abilità che in passato le persone detenute non sapevano di possedere, vedi l’esperienza del laboratorio di scrittura creativa che ha portato alla pubblicazione di due libri scritti dalle ragazze di Sollicciano, il cd prodotto dalla band “Orkestra ristretta,” grazie al bando regionale “Toscana 100 band”.
Per cambiare l’atteggiamento e il rapporto con le persone detenute e l’istituzione detentiva, bisogna sempre più considerare il carcere come luogo di fruizione e produzione culturale della città, quindi aperto nelle sue attività a tutte le persone del territorio. Questa realtà deve essere sempre più inserita nella vita della città.
Il Comune e la Regione erogano costantemente da anni risorse finanziarie per attività sportive, motorie, teatrali, musicali e attività culturali sia per Sollicciano che per l’istituto a custodia attenuata Mario Gozzini.Nei prossimi mesi con il nuovo Direttore, con il Provveditore e gli Enti locali dovremmo predisporre un progetto culturale stimolante che faccia costantemente parlare in termini positivi, delle esperienze sviluppate all’interno del carcere, sia per i detenuti che per i cittadini interessati a parteciparvi.
Con le Assessore Saccardi e Funaro, è stato condiviso un obiettivo comune di promuovere azioni politiche con l’intento di diminuire l’alto tasso di recidiva, oggi al 70% e di conseguenza anche il livello di microcriminalità. Questi intenti hanno già trovato concretezza con un primo protocollo della Regione Toscana che investe risorse in gare rivolte alle cooperative sociali di tipo B, dando attuazione alle Legge 381/91 che prevede l’inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati, che non sono solo ex detenuti ma anche disabili, psichiatrici e tossicodipendenti che non finiscono in carcere. Un provvedimento simile è stato approvato anche in Giunta comunale dal Sindaco Nardella e corrisponde, secondo me, al dettame del secondo comma dell’art. 3 della Costituzione: “è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.
Offrire l’opportunità a soggetti svantaggiati di un lavoro vero toglie queste persone dal settore dell’assistenzialismo, liberando risorse nel settore del sociale. Questa potrebbe configurarsicome una piccola riforma dello stato sociale. Tenete conto che la Legge 381/91 è una legge nazionale, e che i settori su cui rivolgere gare per le cooperative di tipo B, sono ambiti sui quali i Comuni hanno compiti istituzionali di intervento, quali manutenzione del verde, pulizia degli ambienti etc.. E’ importanteche questa scelta sia condivisa da altri Sindaci di piccole e grandi città, per Firenze ci sono anche altri interlocutori su tale argomento, come le Partecipate e ci sono anche altri Enti che hanno dato su tale tema la loro disponibilità, come il Consorzio di Bonifica e l’Università.
Considerato che a Sollicciano non ci sono solo detenuti fiorentini, la nostra azione è stata indirizzata ad incontri con i Comuni del Mugello, dell’Empolese e della Val D’Elsa, dove c’è stata attenzione e sensibilità in quanto in alcuni Comuni venivano già effettuate gare rivolte alle cooperative sociali di tipo B e quindi la nostra richiesta è volta a chiedere provvedimenti, alle aggregazioni dei Comuni, sulla falsa riga dei protocolli della Regione e del Comune di Firenze per incrementare in maniera più omogenea sul territorio le gare rivolte alle cooperative sociali di tipo B. Abbiamo avuto contatti con l’Anci regionale e nazionale, per continuare questa opera di sensibilizzazione e con l’Assessore Saccardi è stato chiesto alla conferenza Stato-Regioni di attivare un Tavolo di monitoraggio sul tema carcere, per aprire un confronto che mettesse in evidenza le scelte politiche virtuose delle Regioni, rivolte ai soggetti svantaggiati. Questa necessità si è palesata nel momento in cui nei nostri incontri individuali con le persone detenute, ci facevano notare che in alcune realtà del nostro territorio nazionale, mancavano opportunità di reinserimento lavorativo. Sul tema lavoro e formazione vorrei mettere in evidenza alcune iniziative importanti della Regione Toscana.
Avendo avuto la disponibilità dell’Assessore alla Pubblica Istruzione della Regione, nei prossimi mesi a Sollicciano partirà una sperimentazione riguardante la certificazione delle competenze e a tal fine è in via di predisposizione un protocollo tra Regione e Provveditorato dell’Amministrazione Penitenziaria.
L’intento è dare la possibilità a tutte quelle persone che all’interno del carcere hanno svolto attività lavorative per periodi prolungati, di vedersi riconosciuti crediti formativi. Pensiamo ad esempio all’attività dei detenuti all’interno della mensa, al gruppo di lavoro sulle manutenzioni ordinarie, alle biblioteche etc..
Verrà costituita una commissione tecnica esterna che valuterà, sulla base della documentazione presentata, e attraverso un esame pratico, le competenze acquisite rilasciando un attestato riconosciuto sul piano nazionale. A tal proposito vi allego la documentazione.
Altro provvedimento del settore formazione della Regione, è la predisposizione di un bando rivolto alle carceri toscane, per svolgere corsi di formazione all’interno delle proprie strutture; l’esito di questo bando uscirà nelle prossime settimane e prevede un investimento di circa 700 mila euro.
Per quanto riguarda il territorio invece, l’Assessorato al sociale della Regione Toscana, ha indetto un bando specifico per l’inserimento lavorativo di persone provenienti dal carcere, sono risorse europee che porteranno ossigeno per quelle associazioni ed enti locali che si impegnano quotidianamente a favorire il reinserimento di queste persone. Inoltre la Regione attraverso il finanziamento di voucher formativi (fino ad un massimo di tremila euro), permette alle persone disoccupate e con difficoltà economiche di frequentare corsi di formazione per accrescere le competenze professionali e migliorare cosi la propria posizione nel mercato del lavoro. Un elemento sempre su tale tema, di notevole rilevanza è un Protocollo (che sarà sottoscritto a breve) con l’associazione industriali fiorentina, che prevede un impegno per portare attività lavorative all’interno delle carceri cittadine e una disponibilità per inserimenti sul territorio. Cofirmatari di questo atto, sono il Comune di Firenze egli istituti di Sollicciano e Gozzini.
Dato che il tema lavoro è sicuramente centrale per quanto riguarda il reinserimento, abbiamo avviato un rapporto di collaborazione con l’Aci nazionale e il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, per un progetto sperimentale che permetta alle persone detenute l’avvio di un percorso per l’acquisizione della patente, strumento indispensabile in alcune occasioni per la ricerca di opportunità di lavoro.
Proprio in questi giorni abbiamo fatto degli incontri con le studentesse e gli studenti della scuola dell’obbligo. Anche questa esperienza ha un valore rilevante e vede il corpo insegnanti fortemente motivato a trasmettere conoscenze e ad offrire spunti di riflessione rispetto al proprio vissuto.
Per dare piena risposta alle richieste di partecipazione alla scuola, sarebbero indispensabili più insegnanti e risorse.Nelle prossime settimane incontreremo le studentesse e gli studenti delle scuole superiori e anche le persone che sono iscritte ad un corso universitario.
Per quanto riguarda l’organizzazione dei servizi sul territorio, l’Assessorato al sociale del Comune, da tempo ha strutturato una rete significativa e qualificata che si occupa di accoglienza e inserimenti lavorativi. In un recente incontro con queste associazioni abbiamo pensato di impegnarci particolarmente per un reinserimento delle persone nelle attività del territorio, promosse dai Quartieri, dalle associazioni, dalle società sportive, per impegnare una parte del proprio tempo libero, per fare nuove conoscenze, esperienze attraverso corsi, laboratori, attività motoria, volontariato. C’è l’esigenza di consentire alle persone che seguiamo l’accesso alle proposte culturali offerte dalla città nell’ambito del teatro, del cabaret, del cinema, dei concerti, che altrimenti per le loro condizioni economiche, ne resterebbero esclusi. C’è bisogno di diventare sempre di più, parte attiva nella vita quotidiana di questa città.
Vista la composizione della popolazione detenuta che vede una presenza significativa di stranieri, la nostra azione come Ufficio, si è rivolta anche verso le istituzioni consolari dei paesi che hanno un numero consistente di persone recluse a Sollicciano. Questa azione si pone l’obiettivo di far sentire meno sole le persone straniere, di ricevere un supporto tecnico amministrativo e in alcune occasionila valutazione di un progetto di rimpatrio assistito. Le realtà contattate a tutt’oggi sono le rappresentanze della Tunisia, del Marocco, della Romania, dell’Albania e del Brasile. Abbiamo ricevuto disponibilità e impegno, che concretizzeremo nei prossimi mesi con momenti di incontro con i propri concittadini, per affrontare problematiche collettive o individuali.
Nei primi mesi del 2018, dovrebbe avviarsi il progetto sperimentale elaborato con l’Università, l’Ordine degli Assistenti sociali, l’Uiepe, il Comune di Firenze, la Cooperativa Cat e che ha coinvolto le due realtà carcerarie fiorentine. Il progetto consiste nel mettere a disposizione un assistente sociale per quei cittadini residenti nei Comuni della Città Metropolitana, che entreranno in carcere e che dando il proprio assenso potranno essere presi in carico in tempi brevi. Presa in carico che coinvolgerà anche i familiari, molto spesso lasciati soli a gestire le conseguenze della detenzione. Tale progetto ha un carattere fortemente preventivo in quanto la prima fase della detenzione per una persona che si trova per la prima volta ristretta, crea momenti di ansia e depressione legati anche alla lontananza dei propri familiari, in particolare dei figli.
Altro percorso avviato insieme al Dap e agli Assessori Saccardi, Funaro e Fratoni che potrebbe cambiare sostanzialmente la situazione strutturale e le condizioni di vita per le persone chevivono e lavorano dentro il carcere, è l'elaborazionedi una diagnosi energetica per quanto riguarda le realtà di Sollicciano e Gozzini. Tale elaborazione è attualmente in corso in quanto è stato incaricato il Consorzio Energia Toscana e prevedel’investimento di risorse per l’installazione di pannelli fotovoltaici, il rifacimento di infissi e impiantistica, elettrica e riscaldamento e con la possibilità di climatizzazione anche nelle sezioni. Saranno richiesti finanziamenti europei per quanto riguarda l’attuazione di questo progetto, il bando è già uscito e scade a marzo.
Altro settore delicato e importante è quello del funzionamento della sanità pubblica all’interno del carcere, l’obiettivo è di far uscire le persone dal carcere al fine pena, meno malate di quando sono entrate. Da parte dell’Assessorato alla sanità e dell’Azienda Sanitaria fiorentina c’è un cospicuo investimento in termini di personale e risorse per garantire una continuità sanitaria giornaliera diagnostica eper favorire un rapporto con le istituzioni territoriali. Noi cerchiamo di monitorare e di attivare una forte collaborazione per il raggiungimento di un servizio soddisfacente da parte dell’utenza detenuta. La Regione per più anni ha finanziato il progetto denominato “Art. 32”, gestito dall’Associazione Pantagruel, che vedeva il ruolo attivo degli stessi detenuti, come facilitatori del rapporto tra i colleghi delle sezioni e i medici.
Come avrete potuto constatare, abbiamo parlato molto spesso di colloqui individuali di problematiche e mai di momenti collettivi dove le persone ristrette possono rappresentare e sollecitare problemi generali. A questo proposito in passato avevamo costituito la “commissione detenuti” e l’attuale direttore Berdini l’ha voluta ripristinare, non con il carattere previsto dal Regolamento Penitenziario cioè come commissione cultura, sport e tempo libero, bensì come un incontro per affrontare prevalentemente i problemi di convivenzae le disfunzioni di carattere generale. In queste settimane si sta concretizzando il lavoro avviato dagli Stati Generali dell’Esecuzione Penale, voluti dal Ministro Orlando. il Governo dovrà emanare dei provvedimenti che andranno a modificare il Regolamento Penitenziario e il percorso delle misure alternative alla detenzione. E’ un segnale importante di cambiamento a cui molti di noi hanno partecipato, anche se sarebbe stato opportunoun maggior coinvolgimento delle persone detenute, coloro che in prima persona vivono e subiscono la realtà detentiva.
E’ importante in questo panorama accennare anche al rapporto con la Magistratura di Sorveglianza, che ha un ruolo fondamentale per quanto riguarda i percorsi detentivi e di accesso alle misure alternative. Vogliamo fare solo una piccola considerazione, legata anche al ricordo di Alessandro Margara, che è stato Presidente del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e magistrato di sorveglianza che ha fatto storia in questo mondo. Mi sento con umiltà di riprendere una modalità di lavoro perseguita da Alessandro Margara, che era quella di conoscere le persone per riuscire a capire le motivazioni e le cause del reato commesso, sollecitare ad una riflessione ulteriore per poter maturare la voglia di cambiamento, dando consigli e suggerimenti. Questo passaggio era fondamentale per il magistrato Margara, prima di esprimersi sui permessi e sulle misure alternative, non limitandosi alla sola lettura delle carte giudiziarie. E’ un auspicio nell’interesse di tutti, uscendo dalla logica di continuare a giudicare nel tempo, rispetto al reato commesso, senza constatare i cambiamenti e i progressi che le persone impegnandosi hanno portato avanti.
I contenuti rappresentati in questa relazione sono il frutto di un grosso impegno politico delle istituzioni, dell’associazione imprenditoriale fiorentina, delle associazioni di volontariato impegnate nel carcere e delle associazioni che collaborano con il Comune per la gestione dei servizi rivolti alle persone del settore della marginalità. Devo ringraziare anche la Consigliera al sociale della Città Metropolitana, Benedetta Albanese, con la quale abbiamo promosso e condiviso una iniziativa rivolta ai Comuni su questi argomenti. Ringrazio infine il Sindaco per avermi permesso di fare questa nuova esperienza come Garante per i diritti dei detenuti. E non ultima per importanza, la collaborazione con il Garante regionale per i diritti dei detenuti, che ha più esperienza di me e che mi ha supportato nel lavoro svolto".