Moschea, Amato (AL): "Firenze scarica le responsabilità per fini elettorali. Il Comune di Sesto ha avuto quel coraggio che è mancato alla nostra città"
“Il Comune di Firenze alla fine ha deciso di non decidere e ha dovuto attendere il soccorso di Sesto”. Così Miriam Amato interviene nuovamente sulla questione moschea: “Nella nostra città da molti anni la Comunità Islamica aspettava di avere un luogo di culto adeguato e degno. Nel 2011-2012 l’Associazione Comunità Islamica di Firenze e Toscana, ai sensi della legge Regionale 69/2007, ha promosso un Percorso Partecipativo sul tema. Quello stesso processo che ho proposto come Presidente nella Commissione Affari Istituzionali e che mi è costato la sfiducia da parte del PD e di Mpd. Ma è una scelta di cui vado orgogliosa, perché faccio politica per garantire i diritti non per promuovere slogan”.
“Lo Sblocca Italia delineava anche una strada – aggiunge la consigliera – prevedendo nuove procedure di valorizzazione degli immobili di proprietà dello Stato, tra cui beni in uso alle Pubbliche Amministrazioni e alla Difesa, non più utili a fini istituzionali, che per una volta sarebbero state davvero al servizio di un’intera comunità. Il Comune avrebbe così potuto garantire la libertà religiosa a tutte le confessioni. Un suo dovere come stabilisce una sentenza del Consiglio di Stato. Ma niente di tutto ciò è stato fatto”.
“Negli ultimi decenni – sottolinea Amato – è aumentata la complessità sociale, così come il numero di comunità e confessioni religiose presenti sul nostro territorio. Alimentare la tensione sociale non è compito di un’amministrazione pubblica e parlare di luoghi religiosi solo in termini urbanistici è estremamente riduttivo. Il diritto a professare il proprio culto è garantito in Costituzione e non può essere ridotto a semplice parcella catastale. Evidentemente il Comune ha preferito per fini elettorali scaricare la questione sui Comuni limitrofi”, conclude Amato. (s.spa.)