Patrimonio immobiliare, il Comune cerca strutture da destinare ad alloggi di transizione per far fronte all'emergenza abitativa
Il Comune cerca immobili da destinare a soluzioni abitative di transizione, per far fronte al disagio abitativo, e ad archivi per realizzarne uno unico al posto dei 45 attualmente distribuiti in 45 sedi: è quanto prevede la delibera presentata dagli assessori alla Casa Sara Funaro e al Patrimonio non abitativo Federico Gianassi approvata oggi in giunta.
L’atto, che individua le linee di indirizzo per l’esplorazione del mercato immobiliare mediante avvisi pubblici per il reperimento di immobili da destinare ai due diversi usi, dà mandato alle Direzioni Servizi sociali, Segreteria generale e Affari istituzionali, Cultura e Sport e Servizi tecnici di mettere in atto azioni coordinate per l’esatta individuazione degli immobili. La delibera, inoltre, dà indirizzo alla Direzione Patrimonio immobiliare di esplorare il mercato immobiliare per l’acquisto di strutture idonee alla realizzazione di alloggi di transizione e di un unico archivio analogico e digitale dell’amministrazione comunale.
“Il patrimonio immobiliare è uno strumento per realizzare gli obiettivi dell'Amministrazione – ha dichiarato l’assessore Gianassi – . Con questa delibera vogliamo dare una risposta alle fasce più deboli e al tempo stesso razionalizzare i nostri uffici, in particolar modo gli archivi, con anche un risparmio di risorse”.
“La casa è una delle priorità della nostra Amministrazione - ha detto l’assessore Funaro - e per dare risposte ai molteplici problemi che ci sono su questa tematica finora abbiamo messo in campo soluzioni differenti: si pensi alle case popolari nuove e ristrutturate, al contributo affitto, ai fondi per la morosità incolpevole, alle accoglienze di secondo livello, agli alloggi volano di via Castelnuovo Tedesco e all’housing sociale che sarà realizzato in via dell’Osteria grazie all’intervento della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze”. “Adesso vogliamo andare oltre e aggiungere a queste risposte un’altra - ha spiegato l’assessore -: gli alloggi di transizione, che saranno appartamenti di passaggio in attesa di trovare soluzioni più stabili sia sul libero mercato, grazie ai nuovi Patti territoriali, sia attraverso le case popolari e l’housing sociale”. “In un’epoca nella quale i bisogni primari sono centrati sulla casa e il lavoro - ha continuato Funaro -, un’amministrazione deve lavorare per fare in modo di mettere in campo tutte le risorse a disposizione per dare risposte in questo senso. La priorità è mettere i nostri cittadini in condizione di essere accolti, ma di avere allo stesso tempo la forza e le risorse per poter andare avanti autonomamente. E la casa e il lavoro sono i pilastri di un’azione che va in questa direzione. Una buona politica deve osservare in maniera attenta i bisogni dei cittadini e dare risposte che vadano sempre più verso le loro esigenze e la loro autonomia”.
Gli appartamenti di transizione, una volta individuati, prevederanno un periodo limitato di accoglienza e si baseranno su una forma di partecipazione da parte della famiglia accolta e una forma di sorveglianza sociale, da parte dei Servizi sociali, per favorire una evoluzione progettuale che porti alla piena autonomia del nucleo familiare.
“In prospettiva sono una soluzione per andare incontro a progettualità sociali di maggiore autonomia - ha dichiarato l’assessore Funaro - e per intercettare da subito nuclei familiari che altrimenti sarebbero assorbiti nel sistema delle accoglienze sociali”.
Negli ultimi anni i servizi di monitoraggio territoriale comunali (centri sociali e segretariato sociale) segnalano un forte incremento di problematiche abitative pure, che non riguardano persone in carico ai Servizi sociali territoriali e che non presentano i requisiti per una presa in carico secondo i parametri sociali. Degli accessi al servizio di segretariato sociale, gliassistenti sociali del Comune segnalano almeno un 40% di richieste sul tema dell’abitare. “Se a questi si sommano i nuclei in lista di attesa sulla graduatoria erp - si legge nella relazione della Direzione Servizi sociali - e i nuclei che subiscono uno sfratto, emerge che l’area dell’emergenza abitativa risulta composta di numeri già oggi importanti e in una dinamica di probabile crescita”.
Finora l’accoglienza prevedeva l’utilizzo di posti letto facendo convivere contemporaneamente all’interno del sistema delle accoglienze temporanee persone con storie di vita e bisogni diversi. A questo tipo risposta, recentemente è stata affiancata anche l’accoglienza di secondo livello per dare risposte ai nuclei familiari.
Dal monitoraggio condotto in maniera continua dal 2004 ad oggi dalla Direzione Servizi sociali è emerso che negli anni più recenti sono in aumento nelle strutture di accoglienza le situazioni che coinvolgono nuclei familiari e donne sole con figli con problematiche di tipo economico prima che sociali. Sono tanti i casi di cittadini che si rivolgono ai servizi con un bisogno di tipo abitativo prevalente, perché in difficoltà economica a sostenere i costi dell’affitto e le spese della quotidianità, cosiddette morosità incolpevoli. (fp)