Il prof. Giampiero M.Gallo annuncia le dimissioni da consigliere comunale
Questo il testo dell'intervento nel Consiglio comunale di oggi del professor Giampiero Maria Gallo, consigliere PD
"L’emozione di essere qui oggi per il mio ultimo consiglio comunale è forte. E’ un periodo di emozioni forti, perché con il giuramento di giovedì prossimo come magistrato della Corte dei Conti, terminerà anche la mia carriera di ordinario di econometria nel sistema universitario nazionale. Aggiungendo due anche bioniche, direi che per il 2017 non ci siamo annoiati.
Ho ricevuto un bell’augurio “Bisogna trovare il proprio sogno perché la strada diventi facile. Ma non esiste un sogno perpetuo. Ogni sogno cede il posto ad un sogno nuovo, e non bisogna volerne trattenere alcuno.”
Se non è calcolo, la politica è sogno; per me è stata un’esperienza bellissima. Ringrazio Matteo Renzi per avermi invitato otto anni fa a contribuire la mia idea di politica come costruzione di comunità, crescita di senso civico, partecipazione. Ringrazio le mie 211 elettrici ed elettori nel 2009 e 548 nel 2014, per avermelo permesso nel segno della sobrietà.
Parto da un quadernetto con la copertina nera come metafora della vita: troppo spesso, a troppe persone vengono strappate pagine bianche sulle quali avrebbero potuto scrivere qualcosa. Se siano oggetto di discriminazione, o in condizioni socioeconomiche svantaggiate, se vogliano studiare e non ne abbiano i mezzi, se vogliano sviluppare il proprio potenziale, per me politica è far sì che vengano aggiunte pagine bianche e non pagine già scritte; è fornire opportunità, non imporre vincoli o limitazioni.
Da docente di scuola pubblica mi sono sforzato di dare a tutte e tutti un’opportunità che fosse legata alla conoscenza, alla circolazione delle idee, la consapevolezza di poter spiegare le ali nel rispetto delle regole. Mi sono battuto perché le nuove élite non siano i figli maschi delle vecchie.
Queste sono cose di sinistra, e sono orgoglioso di pensarle all’interno del Partito Democratico.
Lascio sul vostro piatto oggi tre sogni: una bici, un libro e un migliore posto in classifica.
Una bici. Non piste ciclabili, rastrelliere e bike sharing. Una bici come costruzione di comunità, l’incontrarsi sorridendo, il condividere la strada e la fatica. Una bici come tecnologia essenziale, dalla quale ho imparato quanto sia nobile sporcarsi le mani di grasso; la riparazione, come filosofia del non spreco. Una bici come soldi ancora nel cassetto alla fine del mese, una bici come medicina preventiva da malanni e bombe d’acqua, una bici al posto dell’egoismo di un tubo di scappamento. Una bici nella settimana dei mondiali, quando abbiamo riconosciuto che essere diversi è possibile, insieme, come somma di comportamenti individuali.
Un libro. La cosa più di sinistra a nostra disposizione. Lo strumento di formazione di coscienze. Un libro come riscatto da secoli di oppressione. Un libro per l’aristocrazia della conoscenza che non può e non vuole escludere nessuno. Un libro per saper leggere un altro libro. La musica di una pagina che gira, il profumo della carta di un vecchio libro. Un libro sottolineato, un libro esausto dai segni dell’accanimento a voler capire, a voler cambiare idea. Un libro da prestare, un libro da far circolare, un libro da leggere insieme. Un libro insieme ad altri libri in una trés grande bibliotéque per ragazze e ragazzi che si incontrano. Un libro in una biblioteca chiusa come significato non espresso. Un libro come unica speranza di salvezza dal conformismo e dalla mediocrità.
Un migliore posto in classifica, ma non quello.
Il più recente Global Gender Gap Report, il rapporto globale sul divario tra uomini e donne pone l’Italia al 82mo posto nella classifica globale, ultimi in Europa insieme a Grecia, Cipro e Malta. Più del 30% di forchetta sull’indice globale e più del 40% per partecipazione economica e opportunità. Questo posto in classifica è tutto meritato, credetemi. Non c’è solo la violenza fisica che cercheremo di esorcizzare il prossimo 25. Stiamo strappando alla bambine e alle ragazze pagine su pagine dal loro quadernino con la copertina nera con il linguaggio di tutti i giorni, con il dire o implicare “ma dove vuoi arrivare tu che sei una donna”, nell’immaginario collettivo maschiocentrico che forma e violenta le coscienze. Il migliore posto in classifica scaturisce come somma di comportamenti individuali. Ho promesso a mia figlia che non parteciperò più a convegni i cui relatori siano solo uomini.
Ho deciso di ringraziare tutte le persone con le quali sono venuto in contatto in questi anni al Comune, acquistando 200 cicli completi di vaccini tramite Medici senza Frontiere, pensando a quelle pagine bianche che vengono strappate a chi una scelta non ce l’ha; pensando al valore della conoscenza scientifica, che è liberazione.
Con l’augurio di sognare sogni veri, vi voglio bene. Viva Fiorenza".
(fdr)