Emergenza abitativa, Amato (AL): "I dati degli sfratti mettono i brividi. I costi lievitano ma le misure del Comune sono insufficienti"
“Le preoccupazioni per l’emergenza abitativa che attanaglia Firenze erano fondate”. E’ quanto afferma Miriam Amato, consigliera di Alternativa Libera, che ha portato nuovamente il tema del diritto alla casa all’attenzione dell’assemblea.
“Dopo due mesi di attesa, l’assessore Funaro ha risposto alle mie interrogazioni – rende noto la consigliera – e c’è da essere preoccupati, purtroppo. Il Comune di Firenze infatti non riesce a fronteggiare seriamente il problema abitativo. Nella nostra città ci sono circa 130 sfratti al mese e la soluzione di prassi è l’ospitalità temporanea in struttura per le donne e i minori, senza alternative per i padri. Numeri che mettono i brividi, ma l’amministrazione continua a investire su strutture costose e inadeguate considerato che il problema delle famiglie è meramente economico”.
Amato punta il dito su quelle che a suo dire sono “cifre esorbitanti per accogliere le persone in struttura”: “Per la struttura di San Paolino, con 64 posti, è stato dato un appalto di 1.474.600,00 euro. Per la struttura del Foligno, gestita direttamente dal Comune il costo è di 24 euro a persona: in un mese spendiamo circa 720 euro a persona. Credo che con la stessa cifra potremmo garantire delle case ad interi nuclei familiari, infatti per un nucleo familiare di 4 persone la cifra è di 2880 euro. Per la struttura di via Slataper che ha 22 posti in convenzione al costo di 28 euro a persona per giorno, considerando sempre 30 giorni, si spende mensilmente 840 euro a persona” sono le cifre snocciolate dalla consigliera.
“Ad oggi l’unica risposta reale continua ad essere la prima accoglienza, in struttura, mentre sulla tipologia di seconda accoglienza, che prevedrebbe degli alloggi, non sappiamo nulla tranne che sono stati dati 14 alloggi a Castelnuovo Tedesco che, ricordo, hanno i contratti in scadenza per marzo 2018. Al momento non si registrano soluzioni per il futuro. Un’altra forma di sostegno all’abitazione è il contributo affitto: ogni anno vengono presentate circa 1500 domande ma solo circa 800/900 vengono accolte. Tutte appartenenti alla fascia A a cui viene riconosciuto 1 affitto su 12. Ovviamente si tratta di una risposta insufficiente. C’è poi anche il contributo per la morosità incolpevole, dato ai proprietari di inquilini per malattia, morte, perdita di lavoro, ed altri eventi oggettivi. Tuttavia si tratta di un contributo che non trova applicazione considerato che chi sfratta non rinnova il contratto ed i nuovi proprietari non si fidano di un affittuario moroso. Su 100 domande solo circa 30 vengono accolte”.
“Dati allarmanti e che mettono i brividi. Dalla politica degli spot sarebbe necessario attuare velocemente politiche più efficaci e programmate con più attenzione. Anche i progetti per accompagnare gli individui e le famiglie fuori dalla crisi economica risultano ad oggi tutte esperienze fallimentari senza risultati tangibili” conclude Amato. (s.spa.)