Testamento biologico. Fabrizio Ricci (PD): "Viviamo in una società che tende a nascondere la morte, a relegarla nel privato"

"Oggi invece sarebbe importante recuperare un rapporto naturale con la morte, rieducarci alla naturalità del morire"

In Consiglio comunale è stata approvata una risoluzione che chiede di velocizzare il voto del Senato sulla legge sul testamento biologico. Questo l'intervento del consigliere PD Fabrizio Ricci

 

"Esiste un morire pienamente umano? Sicuramente sì, e questo dovrebbe essere oggetto di una serena riflessione – spiega il consigliere PD Fabrizio Ricci – in cui mondo laico e mondo cattolico possono incontrarsi e dialogare, insieme ad ogni altra confessione religiosa interessata ai temi del vivere e del morire. Papa Giovanni Paolo II, nel dire il no della Chiesa all’eutanasia, scriveva che questa va «distinta la decisione di rinunciare al cosiddetto “accanimento terapeutico”, ossia a certi interventi medici non più adeguati alla reale situazione del malato, perché ormai sproporzionati ai risultati che si potrebbero sperare o anche perché troppo gravosi per lui e per la sua famiglia. In queste situazioni, quando la morte si preannuncia imminente e inevitabile, si può in coscienza rinunciare a trattamenti che procurerebbero soltanto un prolungamento precario e penoso della vita, senza tuttavia interrompere le cure normali dovute all’ammalato in simili casi». Lo stesso Papa, oggi venerato come santo, rinunciò ad alcuni trattamenti medici, accettando con serenità la propria morte.
La naturalità della morte richiama alcuni temi importanti: la possibilità di evitare l’accanimento terapeutico. La necessità di una alleanza tra il paziente, il medico, i familiari, in maniera che certe decisioni siano prese in maniera consapevole e condivisa. La possibilità di accedere alle cure palliative, per assicurare che la persona arrivi all’estremo delle proprie forze senza dolore, e con la forza e la vita necessarie per salutare dove possibile quelli che si amano. E anche per evitare che alcune decisioni estreme – conclude il consigliere PD Fabrizio Ricci – siano prese più per disperazione che per reale volontà. Di tutto questo dovrebbe tenere conto il legislatore, ricordando che su certi temi poi – ad esempio, quali interventi considerare trattamenti medici e quali semplice cura della persona – è opportuno che la politica ascolti chi può affrontare queste questioni con le necessarie competenze. Auspico che la nuova legge vada in questo senso. E' compito della politica allargare lo studio per le cure palliative per rispettare la dignità della persona fino alla fine della sua esistenza”. (s.spa.)