Fabrizio Ricci (Presidente Commissione Ambiente, Vivibilità urbana e Mobilità) è intervenuto in Consiglio comunale, con un question time, sull'organizzazione della Protezione Civile per eventi alluvionali e alla commemorazione per l'alluvione del 1966
Per quanto riguarda il question time:
“E' previsto il potenziamento del servizio della Protezione con l'assegnazione di un dipendente di esperienza e grande professionalità che verrà preposto al coordinamento della sala operativa comunale”. L'assessore all'ambiente Alessia Bettini ha risposto, in Consiglio comunale, ad un question time presentato dal presidente dellaCommissione Ambiente, Vivibilità urbana e Mobilità Fabrizio Ricci. “Oltre al potenziamento delle risorse umane si lavorerà anche sotto il profilo delle risorse materiali ed è in programma la sostituzione del camper e l'acquisto di tre autoveicoli. Si attende l'assegnazione di ulteriori risorse – aggiunge il presidente Fabrizio Ricci – in spese di investimento per l'acquisto di brande d'accoglienza per la popolazione in emergenza e sostituzione di torri faro. L'assessore ha poi assicurato che sta terminando la distribuzione di tutto il materiale informativo alle famiglie di Firenze. Per aumentare la comunicazione su questi temi, per il terzo anno consecutivo, nell'ambito del programma “Le chiavi della città” è stato rinnovato il corso sulla prevenzione per il rischio alluvione, rivolto agli studenti anche perché la richiesta, da parte delle scuole, è in aumento”. (s.spa.)
Il Presidente della Commissione Ambiente, Vivibilità urbana e Mobilità Fabrizio Ricci è intervenuto, inoltre, nell'ambito della ricorrenza dell'alluvione di Firenze.
Questo il testo:
Il 4 novembre del 1966, sembra ieri, per chi ha vissuto come il sottoscritto quei momenti, ma sono passati ben 51 anni.
Ogni anno Firenze ricorda quella immane tragedia. La forza di quelle acque limacciose, nere e odorose di nafta, oltre a seminare danni ovunque (auto trascinate per km, cantine sommerse con tutti i suoi ricordi) provocò la morte di 35 persone, 17 in città e 18 nei comuni della provincia. Fra questi ci furono anche dei bambini.
Proprio per questi il ricordo non verrà mai meno.
Oltre a ricordare chi perse la vita, ogni anno vengono ricordate tutte le persone e fra queste numerosi giovani, che da ogni angolo della terra vennero a Firenze per aiutare a ripulire la città, con uno slancio di generosità che non ha avuto pari, infatti rappresentarono uno dei primi esempi di mobilitazione spontanea giovanile nel XX secolo, gli "ANGELI DEL FANGO".
Oggi però vorrei dare alcuni dati per coloro che non hanno vissuto quei momenti e dare così la dimensione reale della tragedia. I dati sono stati ripresi da una ricerca fatta dal giornalista Franco Mariani.
Pioveva da giorni, una pioggia fastidiosa, insistente anche per il periodo (in due giorni si rovesciarono 150 milioni di metri cubi di acqua, evento che capita una volta ogni 500 anni). La sera del 3 novembre l'Arno cominciò e ad uscire dal suo letto iniziando da Montevarchi, Figline, Incisa e nella notte verso le 4,30 anche a Firenze l'acqua oltrepasso la spalletta iniziando dal Lungarno Acciaioli poi via de'Bardi in Borgo sant'Jacopo, sul Lungarno delle Grazie e sul Lungarno Acciaioli per poi allagare tutta la città.
Fu calcolato che per sgomberare le immense cataste dei rifiuti l'ASNU (società per lo smaltimento) avrebbe impiegato non meno
di 4 anni;
Infatti dopo il ritiro delle acque entrarono in azione camion e ruspe su le 750 piazze e strade lungo i 3mila ettari di terreno per rimuovere 500mila tonnellate di fango.
Le case totalmente crollate furono 3, quelle parzialmente 43 e 190 quelle puntellate perché pericolanti.
Le abitazioni devastate furono 13.943 con altrettante famiglie per un totale di 43.097 persone.
Ben 18mila le persone che persero lavoro. Centinaia le aziende sinistrate.
Ben 62 scuole comunali furono danneggiate, le scuole rimasero chiuse 2 settimane;
30mila le auto danneggiate; 11.688 quintali di alimenti vegetali distrutti; 7.583 quintali di alimenti animali. Gli animali morti furono: 662 i grossi capi, 1080 quelli piccoli.
Si stimarono in 75 miliardi di lire le perdite registrate nel settore industriale, 85 miliardi di lire nel settore commerciale e 35 miliardi di lire in quello artigiano.
L'Ataf subì un danno per 1 miliardo e mezzo di lire.
80 milioni l'Asnu. Impressionante anche i danni alle strutture ricettive dove furono danneggiati ben 248 alberghi su 357 esistenti e anche l'80% dei ristoranti andarono distrutti.
Le Forze Armate lavorarono in continua emergenza per più di un mese con 7.500 soldati, 12 elicotteri, 68 carri armati, 536 camion, 84 autobotti per il rifornimento dell'acqua potabile alla popolazione, 22 riflettori, 31 gruppi elettrogeni e 42 motopompe.
Come potete constatare sono numeri impressionanti che danno la dimensione di quanto accaduto a Firenze il 4 novembre del 1966.
A seguito di questa tragedia si sono fatti tantissimi interventi per rendere sempre più sicura la nostra città. Questa però è una corsa contro il tempo perché i cambiamenti climatici della terra
rendono molte volte vani tutti gli sforzi che vengono fatti; per questo ci vogliono sempre maggiori investimenti per poter mettere in sicurezza dal punto di vista idrogeologico il nostro territorio e salvaguardare sia la popolazione che le opere d'arte.
Oggi le sponde dell'Arno sono pulite, il reticolo dei corsi d'acqua minori è monitorato e pulito costantemente, grazie ad una SENSIBILIZZATA politica per il territorio. Sempre più consapevoli che, per una maggiore sicurezza delle città situate a valle, sia i greti che le sponde dei corsi d'acqua devono essere sempre tenuti puliti.
Per non rivivere quel lontano 4 novembre, è importante e indispensabile progettare, finanziare ed eseguire, casse d'espansione, dove convogliare le acque.
Una è già pronta, nel comune di Figline, i lavori per le altre partiranno nei primi mesi del prossimo anno.