Vaccinazioni obbligatorie, Amato (AL): "Caccia alle streghe che si ripercuote sui diritti dei minori"

Questo l’intervento in Consiglio comunale di Miriam Amato, Alternativa Libera, sul decreti vaccinazioni

La risposta in aula della vicesindaco Giachi ha solo un’interpretazione: tutti devono assolvere a quanto richiede la legge, senza soffermarsi sull'impatto che avranno queste esclusioni sulla vita dei minori coinvolti. Per quanto riguarda i bambini i cui genitori avranno deciso, per le motivazioni più varie, condivisibili o meno che siano, di non vaccinare o di vaccinare solo parzialmente usciranno definitivamente dal percorso scolastico? Come tutto ciò si concilia con il diritto all'inclusione ed alla socializzazione, il suo diritto alla continuità del percorso educativo ormai avviato, che costituiscono i cardini dei servizi educativi della prima infanzia? Cosa possiamo aspettarci che accada nel corso dell'anno scolastico?
E’ necessario che l' amministrazione Comunale vigili sulla corretta applicazione della privacy e che dia prova di inclusione e accoglienza garantendo a tutti i bimbi di finire l’anno in corso e anche nei successivi. I genitori dei gruppi spontanei fiorentini in occasione dell'audizione in commissione 9, hanno evidenziato gravissimi episodi che si sono verificati all'interno degli istituti del territorio fiorentino, in sede di prima applicazione del DL 73/2017 convertito in L. 119/2017 e delle gravi conseguenze della esclusione dei bimbi dal percorso scolastico in corso. Hanno riportato i primi provvedimenti di sospensione dalla frequenza: bambini cui è stato precluso la possibilità di rimanere in classe, e sono stati lasciati in portineria per essere poi riportati a casa dai genitori, bambini a cui è stato impedito di scendere dallo scuolabus, col quale sono stati riportati a casa: fatti gravissimi scaturiti da una mancanza di indicazioni chiare da parte delle istituzioni, tanto quanto dal terrorismo seminato in fase di conversione della Legge, che hanno costretto le famiglie a rivolgersi ai legali al fine di intraprendere le azioni più opportune per ottenere la legittima riammissione a scuola dei bambini.
A ciò si aggiungano numerose e gravi violazioni della privacy: la situazione vaccinale di ogni bambino è passata, nella totale noncuranza, per le mani di dirigenti scolastici, personale di segreteria, insegnanti, personale ATA: la sfera personale della categoria più indifesa, è stata gestita con una pericolosa leggerezza, tra inammissibili inconsapevolezze e voluti accanimenti. Elenchi di bambini “non conformi” sono stati affissi in bacheca e si sono verificati aberranti episodi di pubblici commenti sulla situazione vaccinale del minore, spesso rivolti al bambino stesso dalle insegnanti, in presenza dei compagni di classe e di altri genitori, sono stati all’ordine del giorno per settimane nelle nostre scuole. Una sorta di caccia alle streghe verso i genitori che non hanno vaccinato i loro figli e che inevitabilmente si ripercuotono sui minori.
Vaccinare non significa immunizzare: la legge non prende in considerazione i non immunizzati ma solamente i non vaccinati. Un libretto vaccinale in regola non assicura a nessuno che quel bambino sia realmente “coperto” verso quelle malattie. E allora quei bambini definiti come “non conformi” subiranno e pagheranno le conseguenze di un obbligo imposto senza alcun fondamento logico.
In Toscana si è scelto di adottare una procedura semplificata che è stata applicata in modo totalmente arbitrario ed improprio. L'accordo siglato il 24.8.2017 tra ANCI, Ufficio Scolastico Regionale ed ASL (Toscana Centro, Nord Ovest e Sud Est) prevedeva tre passaggi: 1. le scuole erano tenute a trasmettere alla ASL entro il 31.08.17 l'elenco degli iscritti; 2. le ASL dovevano verificare le posizioni vaccinali e provvedere alla convocazione dei soggetti non in regola con i nuovi obblighi; 3. all'esito del percorso di regolarizzazione, la ASL doveva comunicare alla scuola coloro che erano rimasti inadempienti, per le successive determinazioni del caso.
A questo punto le scuole ed i Comuni si sono affrettati a contattare i genitori dei bambini iscritti nei suddetti elenchi, a pochi giorni dall’inizio dell’anno scolastico, o addirittura a lezioni già iniziate, intimandoli a sottoscrivere un’autocertificazione per consentire la frequenza dei loro figli. Non sono state adeguatamente informate le famiglie che il suddetto documento costitutiva una mera alternativa rispetto al deposito di altro tipo di documentazione indicata all'art.3 del DL (ovvero alla presentazione di formale richiesta di vaccinazione alla ASL territorialmente competente), circostanza espressamente ribadita nella Circolare del 01.09.2017 di MIUR e Ministero della Salute.
Il motivo è comprensibile: tale autocertificazione reca in calce l’autorizzazione al trattamento dei dati sensibili e, pertanto, da un lato consente lo scambio di informazioni tra ASL e scuole (non autorizzata dal Garante), dall'altro reca validità al 10.03.2018, lasciando intendere che, per continuare a frequentare oltre la suddetta scadenza, sarà necessario presentare chissà quale altra documentazione o addirittura, nell’interpretazione più comune ma fondamentalmente errata, dare prova dell’avvenuta vaccinazione.
(s.spa.)