Bieber (PD): "Istituire una Giornata Europea della Memoria per ricordare il genocidio di Srebrenica"

Depositata oggi una risoluzione firmata anche da consiglieri PD e MDP

"Istituire una Giornata Europea per ricordare il genocidio di Srebrenica". È quanto chiede una risoluzione depositata oggi per iniziativa del consigliere PD Leonardo Bieber e firmata anche dai consiglieri Perini, Milani, Giorgetti, Paolieri, Armentano, Falomi, Ceccarelli, Ricci, Colangelo, Gallo, Nannelli (PD), Rossi e Collesei (MDP).
Il giorno individuato è l'11 luglio, anniversario della strage avvenuta nel 1995.
"Crediamo che sia un dovere per il Parlamento europeo istituire una Giornata Europea della Memoria per ricordare il genocidio di Srebrenica, affinché la memoria del più grave massacro avvenuto in Europa dopo la Seconda Guerra Mondiale sia per tutti i popoli e gli Stati un monito contro i pericoli di guerra e di violenza alimentati da nazionalismi esasperati; perché questa tragedia non sia dimenticata o sottoposta a negazionismi; perché, al contrario, vengano promossi programmi educativi e culturali, coinvolgendo in primis le scuole e i giovani, che aiutino la comprensione delle cause generatrici di tale atrocità e attirino l'attenzione sulla necessità di nutrire la pace e promuovere i diritti umani e la tolleranza interreligiosa tra i popoli" afferma Bieber nella risoluzione.
"La guerra nella ex Jugoslavia è una ferita atroce ancora aperta e in cui l’Europa purtroppo ha avuto delle grandi e precise responsabilità, visto che è stata spettatrice, per non dire complice, girando la testa dall’altra parte e facendo finta di non vedere cosa stava succedendo, per esempio, a Sarajevo o a Mostar. E questo vale soprattutto per Srebrenica, “enclave” che avrebbe dovuto essere protetta dai caschi blu dell’ONU sotto il comando olandese, e che invece divenne luogo di una deportazione in massa, con oltre 8.000 bosniaci musulmani che furono strappati dalle loro case e dalle loro donne e massacrati senza pietà dai criminali di Mladic.
Mi auguro – prosegue Bieber – che la coraggiosa battaglia giudiziaria portata avanti, tra mille fatiche e difficoltà, anche dalle madri di Srebrenica perché venga accertata verità e riconosciuta la giustizia contro i responsabili di questa immane tragedia possa arrivare finalmente a compimento. Ma bisogna che la politica faccia di più. A nostro parere non possono bastare, per ricordare questo evento così nefasto per ogni europeo, le iniziative che il Parlamento europeo promuove nei giorni della strage, e neppure la pur bellissima iniziativa che si ripete ogni anno dal 2005 della Marcia per la pace, un cammino in senso contrario a quello percorso allora, in tre giorni
da Nezuk a Potočari. Serve un passaggio ulteriore, che scuota le nostre coscienze e tenga viva la memoria di tale genocidio: una Giornata riconosciuta da tutti come data per ricordare quei fatti e farli conoscere alle nuove generazioni" spiega Bieber. (fdr)

Questo l'atto, che esaurito l'esame delle commissioni competenti arriverà al voto in Consiglio comunale nelle prossime settimane

Tipo atto: risoluzione
Oggetto: per una Giornata Europea della Memoria per ricordare il genocidio di Srebrenica
Proponente: Leonardo Bieber, Serena Perini, Milani, Giorgetti, Paolieri, Armentano, Falomi, Ceccarelli, Ricci, Colangelo, Gallo, Nannelli, Rossi (MDP), Collesei (MDP)
IL CONSIGLIO COMUNALE
Premesso che l’11 luglio 1995 , nel cuore dell’Europa, a Srebrenica, cittadina nell’attuale Bosnia ed Erzegovina, si compiva il massacro più brutale e sanguinoso dalla fine della seconda guerra mondiale: oltre 8.300 uomini e ragazzi bosniaci, in gran parte musulmani, furono sterminati dall’esercito serbo-bosniaco dopo esser stati prelevati dalle loro case e mogli. Dal 1995 a oggi sono state ritrovate 233 fosse comuni, in cui erano stati nascosti i corpi delle vittime di Srebrenica. Oggi oltre 6mila vittime sono seppellite nel memoriale di Potocari. Di alcune sono state ritrovate solo poche ossa e secondo l’Istituto bosniaco delle persone scomparse, mancherebbero ancora all’appello i corpi di 1.200 vittime;
Ricordato che la guerra in Bosnia provocò oltre 100mila vittime: diecimila persone non sono ancora state rintracciate. Nel corso del conflitto, 50mila donne subirono violenza sessuale e oltre due milioni di persone furono costrette a lasciare le proprie case per fuggire da violenze e persecuzioni;
Evidenziato che nel 2004, con un voto all’unanimità, il Tribunale internazionale per l’ex-Jugoslavia, con sede all’Aia (Paesi Bassi), decretò che il massacro di Srebrenica era stato un genocidio, che secondo i trattati internazionali consiste nell’intento di annientare, in toto o in parte, un
gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso in quanto tale. Il crimine di genocidio fu confermato dalla Corte internazionale di giustizia dell’Aia nel 2007. Nel marzo del 2007, il tribunale internazionale dell’Aia condannò per crimini di guerra e genocidio Radovan Karadžić, ex presidente della Republika Srpska, e Ratko Mladić, braccio destro del governo serbo-bosniaco e capo di stato maggiore dell’Esercito della Republika Srpska. Mladić fu arrestato nel maggio del 2011, dopo 16 anni di latitanza. Entrambi sono ancora in attesa del verdetto finale della corte. E tuttavia nonostante che nel 2015 il Regno Unito abbia presentato una risoluzione al Consiglio di sicurezza dell’Onu, per riconoscere la strage di Srebrenica come genocidio e proporre che l’11 luglio divenga ufficialmente una giornata in memoria delle vittime, la risoluzione non è stata approvata per il veto di alcuni Paesi;
Ricordata anche la coraggiosa battaglia giudiziaria delle madri di Srebrenica perché fosse accertata verità e riconosciuta la giustizia contro i responsabili di questa immane tragedia;
Fatto presente che il genocidio di Srebrenica appare nella sua tragica ricostruzione storica e processuale come la risultanza della brutale affermazione della vittoria dei nazionalismi e dell’umiliazione e sconfitta delle Nazioni Unite e in generale delle istanze multilaterali di gestione delle crisi, evidenziata drammaticamente dall’inerzia ed inadeguatezza a suo tempo manifestata dalle truppe Onu operative nella zona;
Ricordato che tutti gli anni, dal 2005, nei giorni del genocidio, si tiene la Marcia per la pace, in senso contrario al cammino percorso allora, in tre giorni da Nezuk a Potočari;
Ritenuto che l’enormità di quanto avvenuto a Srebrenica e le ferite ancora aperte, i ricorrenti pericoli di guerra e di violenza per la crescita di nazionalismi esasperati, in Europa e nel mondo, rendano necessario fissare nella memoria e nella cultura europea quanto avvenuto, perché non sia dimenticato o sottoposto a negazionismi ancora presenti e per promuovere programmi educativi e culturali che aiutino la comprensione delle cause generatrici di atrocità e attirino l'attenzione sulla necessità di nutrire la pace e promuovere i diritti umani e la tolleranza interreligiosa;
Ricordato che il Comune di Firenze ha sempre dimostrato negli anni una grande partecipazione e attenzione a quanto avvenuto in quel drammatico conflitto nel cuore dell’Europa. In particolare: Firenze aderì all’appello lanciato nell’agosto del 1995 dal Sindaco di Sarajevo per l’invio urgente di aiuti alimentari; dal 14 al 16 giugno 1996, Firenze ospitò la conferenza internazionale sulla pace che fissò la data delle elezioni in Bosnia e l’accordo per la riduzione degli armamenti fra gli ex belligeranti; ha partecipato a programmi per la ricostruzione, assistenza ai profughi, formazione
professionale; il 9 novembre 2013, con la partecipazione di importanti personalità della politica e della cultura di entrambi i Paesi, è stato celebrato il ventennale della distruzione dello Stari Most, il Ponte Vecchio di Mostar, su proposta della Commissione Cultura;
CHIEDE AL PARLAMENTO EUROPEO
- di promuovere per il giorno 11 luglio una Giornata Europea della Memoria per ricordare il genocidio di Srebrenica affinché la memoria del più grave massacro avvenuto in Europa dopo la Seconda Guerra Mondiale sia per tutti i popoli e Stati un monito contro i pericoli di guerra e di violenza alimentati da nazionalismi esasperati, perché non sia dimenticata o sottoposta a negazionismi, per promuovere programmi educativi e culturali che aiutino la comprensione delle cause generatrici di atrocità e attirino l'attenzione sulla necessità di nutrire la pace e promuovere i diritti umani e la tolleranza interreligiosa.