Il sindaco Domenici rieletto stamani presidente dell'Anci. Sar alla guida dell'Associazione dei Comuni italiani per al

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Con 780 voti a favore, 3 contrari e 4 astenuti il sindaco di Firenze Leonardo Domenici è stato rieletto stamani presidente dell'Anci, l'Associazione nazionale dei Comuni italiani, durante l'assemblea congressuale che si è conclusa a Genova. "Questa è una giornata molto importante per me. Credo che solo lavorando insieme e allargando la partecipazione potremo arrivare a grandi risultati per il bene dei nostri Comuni" ha commentato Domenici subito dopo il voto, rivolto all'assemblea di colleghi che lo hanno confermato alla guida della loro associazione per altri cinque anni: il sindaco di Firenze era stato infatti eletto per la prima volta presidente dell'Anci nel gennaio 2000."I sindaci tengono insieme questo Paese - aveva detto Domenici nella sua relazione conclusiva - Noi abbiamo contribuito al risanamento della finanza pubblica e al rilancio dell'economia, e da questa platea nessuno ha reclamato più soldi senza tener conto del contesto complessivo. In questi anni il problema vero è stato semmai quello di uno scarso coinvolgimento delle autonomie nelle scelte più difficili. E invece non si deve essere diffidenti verso i comuni, perché noi possiamo dare un contributo importante". Dagli interventi dei ministri che hanno partecipato all'assemblea dell'Anci, Domenici aveva voluto guardare il lato positivo: "l'auspicio che ci sarà un tavolo attorno a cui ci siederemo tutti e si riscriverà l'articolo 6 della Finanziaria che riguarda gli enti locali".Nei quattro giorni di lavori di Genova, Domenici aveva più volte sottolineato il momento particolarmente difficile e delicato che le città italiane si trovano ad affrontare: "Oggi il pericolo reale è quello del dissesto finanziario dei Comuni, che rischiano di trasformarsi in semplici uffici periferici dello Stato" aveva ribadito il sindaco, ribadendo una situazione che, come nel caso di Firenze è comune a tutte le città, grandi e piccole: da un lato sia l'esigenza di rispondere ai sempre maggiori bisogni dei cittadini soprattutto in tema di servizi sociali, sia di promuovere l'innovazione e l'economia con gli investimenti per le opere pubbliche; dall'altro lato, i vincoli sempre più forti imposti dal governo centrale con minori trasferimenti di risorse, blocco delle spese anche per la parte degli investimenti, nessuna autonomia finanziaria aggravata dal blocco delle addizionali. Nel caso di Firenze, Ancitel ha calcolato che rispetto al 2003 i trasferimenti erariali dallo Stato al Comune, se non ci saranno ulteriori modifiche alla Finanziaria oggi in discussione, diminuiranno del 5,7%. "Noi vogliamo riaprire un confronto serio con il Governo - aveva concluso Domenici - ed è necessaria una mobilitazione generale; qui non c'entra lo schieramento politico, ma il principio di autonomia, di difesa e di salvaguardia dei Comuni italiani. Se incontreremo ostacoli insormontabili a rimetterci non saranno solo i Comuni, ma l'intero Paese". (ag)