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Con il voto per il rinnovo del presidente e degli organismi dirigenti per i prossimi cinque anni si chiuderà domani a Genova l'assemblea congressuale dell'Anci, l'associazione dei Comuni italiani. Quattro giorni di dibattito incentrati principalmente sui temi che Leonardo Domenici, sindaco di Firenze e presidente Anci, aveva indicato nella sua relazione introduttiva: le difficoltà di fronte alla legge finanziaria, la crisi dei rapporti inter-istituzionali, le riforme costituzionali, la valorizzazione del ruolo dei Comuni, che come emerso da una ricerca Swg presentata durante l'assemblea sono sempre più punto di riferimento per i cittadini italiani."Oggi il pericolo reale è quello del dissesto finanziario dei Comuni, che rischiano di trasformarsi in semplici uffici periferici dello Stato" aveva detto Domenici, sottolineando il momento particolarmente delicato che le città italiane si trovano ad affrontare. "Basta con l'idea dei Comuni che sprecano denaro pubblico" aveva ancora rimarcato il sindaco, ribadendo una situazione che, come nel caso di Firenze è comune a tutte le città, grandi e piccole: da un lato sia l'esigenza di rispondere ai sempre maggiori bisogni dei cittadini soprattutto in tema di servizi sociali, sia di promuovere l'innovazione e l'economia con gli investimenti per le opere pubbliche; dall'altro lato, i vincoli sempre più forti imposti dal governo centrale con minori trasferimenti di risorse, blocco delle spese anche per la parte degli investimenti, nessuna autonomia finanziaria aggravata dal blocco delle addizionali. Nel caso di Firenze, Ancitel ha calcolato che rispetto al 2003 i trasferimenti erariali dallo Stato al Comune, se non ci saranno ulteriori modifiche alla Finanziaria oggi in discussione, diminuiranno del 5,7%. "Noi vogliamo riaprire un confronto serio con il Governo aveva concluso Domenici ed è necessaria una mobilitazione generale; qui non c'entra lo schieramento politico, ma il principio di autonomia, di difesa e di salvaguardia dei Comuni italiani". (ag)