Categoria
"E' compito di una amministrazione comunale fornire una adeguata informazione sull'attività svolta. Ma con questo volume vogliamo offrire alla città anche una base di discussione che parta dai fatti, come è buona norma e regola quando si parla di governo locale. Mi auguro che questo serva a discutere senza stereotipi e ad elevare il livello del confronto". Con queste parole il sindaco Leonardo Domenici ha aperto ieri pomeriggio nel salone dei Dugento in Palazzo Vecchio la presentazione del libro "Una città che fa le cose. Cinque anni di governo di Firenze", realizzato dall'amministrazione comunale per illustrare quanto realizzato in questo mandato. A discutere con Domenici, moderati dalla giornalista Sandra Bonsanti, il presidente della Camera di Commercio Luca Mantellassi, il rettore Augusto Marinelli e il presidente della Fondazione La Pira Mario Primicerio, già sindaco della città. Presnti fra gli altri il prefetto Lombardi, il questore Indolfi, il presidente dell'Associazione industriali Ceccuzzi, il vicepresidente della Provincia Certosi, il difensore civico Lococciolo, oltre agli assessori della giunta, molti consigliieri comunali, i presidenti delle società partecipate, i dirigenti del Comune, rappresentanti dei sindacati e delle categorie economiche."Leggendo questo libro è evidente che Firenze è entrata in un processo molto importante ha detto Domenici e in un grande dibattito sull'idea di città. Ma io non ho mai pensato che della città si debba avere un modello astratto da raggiunrere, immobile nella sua fissità passata, presente o futura. La città è viva, è in movimento, è anche un impasto di contraddizioni e non ha senso rimpiangere il passato. Credo che il nostro obiettivo debba essere quello di avere un progetto, un orizzonte di finalità, per costruire il futuro e coinvolgere la città e i cittadini, con le loro competenze". "Quello che vorrei ancora sottolineare ha aggiunto il sindaco è che questo libro si apre con le persone', con quello che abbiamo atto per le persone, per i cittadini, i nostri bambini, i nostri anziani, chi è in difficoltà. E questo al di là del dibattito, perché per questa amministrazione il punto fondamentale sono le politiche sociali. Perché la città è una comunità: una comunità che è e deve essere aperta, libera, solidale, fatta di relazione umane e sociali, prima che di pietre". (ag)