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"L'assenza del candidato sindaco del centrodestra, a poco più di due mesi al voto, sta creando un vuoto politico che non fa bene a nessuno e crea difficoltà allo svolgimento del dibattito: questo rischia di diventare un momento di mancata partecipazione democratica, quale invece deve essere una campagna elettorale". Il sindaco di Firenze Leonardo Domenici, candidato a primo cittadino del centrosinistra alle prossime elezioni amministrative, esprime la sua preoccupazione per quella che definisce la situazione "paradossale" che sta vivendo la città."La campagna elettorale non deve essere considerata come qualcosa di accessorio e prevedibile ha sottolineato il sindaco, ribadendo il suo "no ad una eccessiva politicizzazione" - Deve essere un'occasione per parlare della città, delle cose concrete, delle cose fatte, dei programmi. E' da qui che deve partire il dibattito, non da schemi ideologici. Anche perché chi si presenta come candidato ha il dovere di parlare dei suoi progetti e dei suoi programmi, di misurarsi sulle cose concrete e di discutere su quanto è stato fatto". A questo proposito il sindaco ha anche annunciato l'imminente diffusione del libro "Una città che fa le cose", di cui ha mostrato la copia-pilota, realizzato secondo quanto prevede la direttiva del ministro Frattini per l'attuazione della Legge 150 sulla comunicazione della pubblica amministrazione. Il volume sarà stampato in tremila copie e distribuito gratuitamente a istituzioni, amministratori, categorie della città e a chi ne farà richiesta, naturalmente nei limiti della disponibilità, per un costo a carico del Comune di circa 28mila euro (per progetto grafico e stampa). A tutte le famiglie fiorentine sarà inoltre distribuita una brochure con una sintesi del libro, che per grafica, stampa e diffusione porta a porta costerà altri 28mila euro.Tornando al dibattito politico, Domenici ha criticato anche gli argomenti di chi a sinistra spiega le sue posizioni affermando che "siccome a Firenze il centrosinistra è forte, qui ci si può dividere", e che sembra avere come obiettivo politico il secondo turno elettorale: "un obiettivo sbagliato e dannoso per la città" e che oltretutto ha anche un costo economico. "Non si capisce la ratio' di questa scelta ha detto Domenici - Se la decisione è quella di votarmi comunque al secondo turno, perché l'accordo non si è potuto raggiungere prima? Perché non si è voluto lavorare seriamente per l'unità? Con queste premesse, posso dire già da ora che in caso di ballottaggio non ho intenzione di fare apparentamenti".Domenici ha anche voluto lanciare una proposta precisa al Forum per Firenze: "Nel momento in cui stiamo mettendo a punto il programma elettorale, mi rivolgo a quei soggetti che hanno lavorato unitariamente nel Forum, e che forse sono rimasti disorientati per come è andata quell'esperienza, per acquisire dal lavoro comune tutti gli elementi che vengono considerati importanti significativi, in una logica unitaria e con la volontà politica di dare un contributo costruttivo. In questo senso, propongo di incontrarci in tempi molto brevi".Il sindaco si è poi soffermato sul tema della partecipazione "che in questi anni è stata molta e intensa". "Non è un caso se in questa città sono nati alcuni tipi di movimenti ha detto Perché questa è la città della partecipazione e non solo in termini politici: basta pensare al volontariato, o alle altre associazioni di cittadini che ci portano costantemente in testa alle classifiche nazionali del settore. Qui abbiamo fatto importanti esperienze di progettazione partecipata: alle Piagge, al Conventino, sulle piazze, con gli Stati generali dell'Oltrarno. Questa è l'unica città dove abbiamo fatto un referendum sulla realizzazione di un centro commerciale, quello nell'ex Longinotti: ed il referendum è lo strumento principe di partecipazione diretta". (ag)