Maggio Musicale, Migliori e Checcucci (AN): Collaborazione significa condivisione. Gridare al complotto un pretesto

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«La reazione scomposta del sindaco Leonardo Domenici è la chiara dimostrazione che tutte le volte che i numeri non gli danno ragione preferisce gridare al complotto. Non accettando che la maggioranza gli possa dare torto». E' quanto hanno dichiarato il segretario regionale di Alleanza Nazionale Riccardo Migliori e la consigliera Gaia Checcucci a proposito delle vicende relative alla nomina del nuovo sovrintendente del Maggio musicale.«Sorprende - hanno aggiunto – che tutto questo clamore e l'appello al Ministro, agitando lo spettro del commissario peraltro non previsto dallo statuto della Fondazione in casi di questo genere, sia la conseguenza di una seduta durante la quale, molto semplicemente, i numeri necessari per far passare la proposta Giambrone non sussistevano. Peraltro ciò era stato intuito dal sindaco che così ha preferito evitare la conta e di finire in minoranza»«Il coinvolgimento invocato da Domenici, a cominciare dall'opportuna richiesta di aiuto fatta arrivare al Governo – hanno sottolineato Migliori e Checcucci - presuppone una cogestione: si chiedono, ed è giusto, soldi ma si devono però accettare idee e proposte alternative. L'accordo bipartisan stipulato tra il centrodestra ed il centrosinistra per salvare la Fondazione, rilanciare il teatro, e portare nuove risorse in città presuppone indirizzi condivisi e una cogestione della crisi apertasi nella Fondazione a seguito della precipitosa fuga di Van Straten. Se ciò è vero non è detto che le proposte del sindaco debbano essere date per scontate: la Casa delle Libertà si è detta disponibile a fare la sua parte ma non si può pretendere che accetti comunque una qualunque soluzione solo perché avanzata da Domenici».«E' inaccettabile e offensivo – hanno concluso – far passare come "assalto alla diligenza" la nostra disponibilità ad assumerci la responsabilità, nel bene e nel male, di trovare la strada migliore per uscire dalla situazione catastrofica in cui si trova una delle più prestigiose istituzioni culturali nazionali. La nostra unica preoccupazione è quella di porre rimedio e rilanciare la gestione del Maggio nel suo complesso e individuare colui che, nella veste di sovrintendete, sia la persona più idonea a portare avanti questo progetto sul quale tutte le istituzioni, a cominciare certamente dal Governo, sono disponibili a investire. E' già una caduta di stile far filtrare volutamente prima il nome di Di Benedetto e poi quello di Giambrone solo perché indicati dal sindaco senza che ancora le audizioni con altri professionisti si fossero concluse e senza nemmeno spendere una parola per dimostrare l'eventuale loro inadeguatezza. Ha il sapore di una farsa incontrare personaggi tutti sicuramente competenti e liquidarli ancora prima di essere portati all'attenzione del consiglio della Fondazione. Confermiamo la disponibilità ma anche di voler dare un contributo alla scelta non solo formale: la condivisione deve essere nei fatti e quindi anche nel merito dell'intero progetto di rilancio». (fn)