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Oggi pomeriggio nel Salone dei 500 di Palazzo Vecchio, si è svolta la cerimonia di commemorazione del sindaco Piero Bargellini, in occasione del XXV anniversario della sua morte.Tanti i cittadini e le autorità politiche che vi hanno partecipato: l'attuale sindaco di Firenze, il presidente della Camera Pier Ferdinando Casini, la figlia di Bargellini, Antonina che è intervenuta indossando un ricordo personale: la sciarpa che il padre portava sempre con sé.Questo il ricordo dell'attuale sindaco di Firenze."Il 1 marzo 1980 Il Giornale titola l'articolo di Geno Pampaloni, scritto in memoria di Bargellini, appena scomparso «Firenze, si sente orfana» e questo ci dice quale fosse il rapporto profondo di affetto e di stima che la città nutriva nei confronti del suo sindaco, dovuto sia ai drammatici giorni del novembre del '66 vissuti all'insegna di un impegno e di una dedizione totale nei confronti di Firenze e dei fiorentini ma anche ad un rapporto che aveva origini più lontane e che era cresciuto nel tempo attraverso la sua ricchissima attività di scrittore. Un rapporto sviluppato con la città anche con la positiva esperienza della rivista «Il Frontespizio» di cui Bargellini fu animatore e direttore per dieci anni.Anche l'esperienza politica rappresentò per Bargellini un'altrettanta lunga pagina nella sua vita ed iniziò nel 1951 con l'elezione a consigliere comunale: sono gli anni del sindaco La Pira (di cui fu sempre leale collaboratore), anni nei quali la città sta chiudendo il primo periodo della ricostruzione ed avvia un complesso e faticoso di ridefinizione di se stessa. Bargellini è chiamato a far parte della giunta di Palazzo Vecchio con le deleghe di assessore alle belle arti ed assessore alla pubblica istruzione. Seppe affrontare le difficoltà di una situazione che, dopo la guerra, non poteva che essere particolarmente pesante, con lucidità e concretezza. Sotto la sua guida furono restaurati numerosi palazzi, monumenti e tabernacoli, fu riscattato il Forte Belvedere, rinnovò le mense scolastiche, migliorò i servizi di refezione ed i soggiorni-vaanza, potenziò il Maggio Musicale, la Mostra dell'Artigianato, lanciò la Mostra dell'Antiquariato interpretando i bisogni di una città che si stava trasformando, ricostruendo con veloci processi di sviluppo e riconquistando l'attenzione del palcoscenico mondiale. Importante e profonda la sua amicizia con Don Giulio Facibeni, padre della Madonnina del Grappa. Le elezioni del 29 luglio 1966 sanciscono la sua grande popolarità. Il suo diario di sindaco termina il 1 ottobre; il giorno prima in consiglio comunale aveva rassegnato le dimissioni ma a questo punto si apre la pagina più intensa, drammatica ed impegnativa per il sindaco Bargellini che restò in carica per l'ordinaria amministrazione. La notte del 4 novembre 1966 la piena dell'Arno è minacciosa e Bargellini, dopo aver incontrato il prefetto sul Ponte Vecchio, decide di andare a Palazzo Vecchio per avvertire la popolazione e dirigere le operazioni, dando prova di grandi qualità organizzative. Con tenacia, insieme a tutta la città, volle risollevarsi dal fango, risorgendo con la propria fisionomia, grazie anche ai tanti aiuti che spontaneamente giunsero di più parti. La vicenda politica di Bargellini non terminò con la carica di sindaco ma proseguì in Parlamento: nel 1968 in Senato e nel 1972 alla Camera dei Deputati e pubblicò diversi volumi sull'arte e la storia di Firenze e del novecento"."Tutto questo: i libri, la volontà di leggere, di apprendere e soprattutto la scrittura che non interruppe mai, il suo impegno civile ha concluso il sindaco ha contribuito, insieme al suo modo di essere, privo di ogni retorica, alla sua ironia ad essere così amato e popolare come testimonia, oggi, la nostra commemorazione". (uc)