Manifestazione contro la Finanziaria a Roma, il sindaco Domenici: Non vogliamo lo scontro istituzionale, ma il Governo

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"I Comuni hanno già stretto la cinghia e questa Finanziaria ci sta soffocando. Non vogliamo lo scontro istituzionale, ma il governo non può continuare sulla sua strada come se nulla fosse". Lo ha detto il sindaco e presidente nazionale Anci Leonardo Domenici durante la manifestazione contro la Finanziaria organizzata stamani a Roma congiuntamente da Anci, Upi, Uncem e Regioni, in piazza del Pantheon. Assieme al sindaco Domenici, col gonfalone della città, il Comune di Firenze era rappresentato dall'assessore al bilancio Tea Albini. Nel suo intervento il sindaco Domenici ha ribadito i punti essenziali sui quali l'Anci ha chiesto di modificare la Finanziaria per il 2005: esclusione dei piccoli Comuni sino a cinquemila abitanti dal patto di stabilità, il mantenimento del fondo per i piccoli Comuni almeno ai livelli 2004, l'istituzione dei tributi di scopo, la partecipazione dei Comuni al recupero dell'evasione fiscale.Dopo la manifestazione al Pantheon, una delegazione di sindaci e presidenti si è recata al Senato, ed è stata ricevuta prima dai rappresentanti dell'opposizione, quindi dei gruppi di maggioranza."In entrambe le occasioni – ha affermato al termine il sindaco Domenici – abbiamo avuto l'assicurazione del sostegno rispetto alle nostre richieste, che lo stesso capogruppo in Senato di Forza Italia Renato Schifani ha definito ‘non sconvolgenti' rispetto alla Finanziaria in discussione. La realtà è semplice, i Comuni italiani, rivendicano una maggiore ed una più effettiva autonomia: le amministrazioni locali patiscono per i troppi vincoli e lacci che le stanno soffocando"."Il nostro problema – ha aggiunto il sindaco Domenici – non è rappresentato dai bilanci delle amministrazioni che guidiamo. I bilanci si chiudono, in qualche modo. Il problema è che potremo offrire ai nostri cittadini servizi in minore quantità e di minore qualità. E questa mi sembra una considerazione che non può essere contestata. Noi vogliamo continuare a dialogare con Governo e Parlamento. Vogliamo che si sappia cosa succede nelle città se si fanno delle scelte che noi sappiamo essere sbagliate. Per esempio, ci siamo mobilitati nel luglio scorso per il decreto ‘tagliaspese' che andava a tagliare sull'acquisto di beni e servizi. Bene, qualcuno non aveva pensato che l'acquisto di beni e servizi per un ministero significa comprare penne o scrivanie o lampadine per illuminare gli uffici. In un Comune, questo significa invece l'acquisto dei banchi per una scuola o delle lampadine per l'illuminazione delle strade. E' una cosa ben diversa"."Noi protestiamo – ha concluso il sindaco e presidente Anci – per far capire tutto questo. Non si tratta di una posizione preconcetta o ideologica. Lo dimostra il fatto che qui, in piazza, ci sono amministratori di centrosinistra e di centrodestra, con una partecipazione che è andata anche oltre le nostre aspettative. E' stata una manifestazione dal taglio assolutamente istituzionale. Non contro, ma per far ascoltare la nostra voce e per ribadire le nostre richieste responsabili che non mettono in discussione l'impostazione di fondo delle scelte del bilancio dello Stato. Ora speriamo di essere ascoltati affinchè la situazione non degeneri a danno non degli amministratori, ma dei cittadini".(fd)