8 Marzo, da oggi al Giardino delle Rose c una nuova specie Tricolore

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Il sindaco Renzi: "Combattere ogni minuto, senza se e senza ma, la violenza sulle donne"

Rose tricolori nel Giardino delle Rose, contro la violenza sulle donne. La nuova specie creata dall’abilità dell’ibridatore sanremese Antonio Marchese si chiama “Rosa Donne d’Italia” ed è stata piantata questa mattina nel Giardino alle pendici del piazzale Michelangelo dal sindaco Matteo Renzi insieme alle donne della commissione Pari opportunità presieduta da Maria Federica Giuliani, da cui è partita l’iniziativa, e agli assessori Caterina Biti e Cristina Giachi. “E’ fondamentale – ha detto Renzi- combattere ogni minuto, senza se e senza ma, la violenza sulle donne. Questo è un giorno importante ma ogni giorno lo deve essere. Manca ancora un’effettiva parità (solo un sesto delle donne occupa nel nostro paese livelli direttivi) e bisogna fare di più per liberare le donne che vivono sotto il ricatto della violenza”. Renzi ha poi voluto dedicare la nuova rosa “simbolo di delicatezza, bellezza e amore, a tutte le donne in difficoltà”. L’ibridatore Marchese ha una decina di brevetti depositati, un patrimonio genetico costruito in 25 anni di lavoro, rose con la sua firma dedicate a principi e pontefici. Nella Rosa Tricolore creata in ocacsione del 150° dell'Unità d'Italia, Antonio Marchese ha selezionato innanzitutto il verde, colore della speranza che le donne possano tenere sempre unita l’Italia, il rosa colore femminile per eccellenza, il giallo, colore dell’8 marzo e dunque delle donne che non si piegano.
Il sindaco ha poi voluto ringraziare i giardinieri del Comune per il “bellissimo e prezioso lavoro che quotidianamente svolgono. “Il verde di Firenze – ha detto- è straordinario”. Secondo la presidente Giuliani (erano presenti tutte le componenti della commissione fra cui la vice presidente Nicoletta Gullace Tarantelli e la consigliera Susanna Agostini) “per far fronte alle nuove sfide, che il concetto di «pari opportunità» passi dal politicamente corretto al politicamente efficace, dalla difesa formale dell'uguaglianza, al suo riconoscimento sostanziale con il prezioso contributo di tutti perché è questione che riguarda l’intera società non solo noi donne che ne subiamo principalmente gli effetti. Ed è dalla centralità della persona, che si dovrebbe ripartire oggi per costruire un quadro concreto, fatto di progetti e servizi nei quali devono trovare necessariamente posto le politiche di genere, troppo spesso, dimenticate o non ascoltate".(lb)


 

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